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Beirut, bilancio sale a 157 morti e 5mila feriti

I feriti sono 5mila, si scava tra le macerie. Arrivato il presidente francese Macron: "Il Libano non è solo". Come una nave abbandonata è diventata bomba a orologeria. Il militare italiano ferito: "Boato fortissimo". Conte telefona a Diab

(Foto Afp)
(Foto Afp)
06 agosto 2020 | 09.34
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Continua ad aggravarsi il bilancio - ancora provvisorio - delle vittime delle esplosioni che martedì hanno devastato parte di Beirut. Sono almeno 157 i morti e 5.000 i feriti , ha reso noto il ministero libanese della Salute, come riferiscono le tv satellitari arabe precisando che i soccorritori continuano a cercare i dispersi. Gli sfollati sono almeno 300mila. Alle operazioni partecipano i soccorritori della Croce Rossa libanese, i militari e volontari. I dispersi sono ancora decine. "Aspetto qui, non mi muovo - grida Fatima - Mio fratello lavora al porto. Non lo sentiamo dal momento dell'esplosione".

E c'è il timore che crollino gli edifici gravemente danneggiati nella zona del porto. "E' per questo - dicono i soccorritori - che chiediamo alle persone di stare lontano".

Stop ai test per il coronavirus, e alle cure, in molti dei principali ospedali di Beirut. E' una delle conseguenze della devastante esplosione che martedì ha colpito la capitale libanese. Ci sono strutture danneggiate, altre stracolme di feriti. "Alcuni ospedali, che effettuavano i test e seguivano i pazienti Covid, come il Saint George e Jeatawi sono stati gravemente danneggiati dall'esplosione e si sono dovuti fermare", ha detto all'agenzia Dpa Mahmoud Hassoun, medico del Rafiq Hariri Hospital, che invece continua a effettuare i test.

"I test si sono bloccati perché molti ospedali devono fare i conti con questa catastrofe e il gran numero di feriti - ha detto Suleiman Haroun, a capo del Private Hospitals Syndicate - Ora è questa la priorità". Ieri comunque, nonostante la mancanza di test, le autorità sanitarie hanno confermato 355 nuovi casi di coronavirus diagnosticati nelle precedenti 48 ore. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria sono 5.417 i contagi confermati nel Paese dei Cedri.

"Un terzo della popolazione di Beirut è rimasto senza casa", afferma il sindaco di Beirut Jamal Itany, in una dichiarazione a Sky News Arabia, in cui sostiene che, in una prima stima, i danni materiali derivanti dall'esplosione “superano i 4 miliardi di dollari”. "L'esplosione è stata come un grave terremoto, che ha provocato ingenti danni alla capitale”, ha proseguito il sindaco, ribadendo che "non torneremo alla normalità senza aiuti dai paesi arabi e dalla comunità internazionali".

Tra le vittime c'è anche un diplomatico tedesco dell'ambasciata a Beirut. "Sono stati confermati i nostri peggiori timori - afferma il ministro degli Esteri Heiko Maas - Una persona della nostra ambasciata a Beirut è morta nella sua casa dopo l'esplosione". Poi, il "ringraziamento a tutti coloro che, come la nostra collega defunta, corrono ogni giorno grandi rischi a livello personale in tutto il mondo per servire il nostro Paese".

Macron a Beirut

Nel frattempo nella capitale libanese è arrivato il presidente Emmanuel Macron, per una visita decisa per esprimere la solidarietà della Francia. A ricevere Macron all'aeroporto c'era il presidente libanese Michel Aoun. Ua fonte dell'Eliseo ha riferito che la visita del capo di stato francese servirà a "valutare le necessità di coloro che stanno operando sul terreno" per garantire che gli aiuti francesi siano i più efficaci possibile.

"Il Libano non è solo", ha scritto in un tweet in francese e in arabo Macron appena atterrato. Il presidente francesesi è recato subito al porto di Beirut distrutto, come riferisce l'agenzia libanese Nna.

La Francia ha già inviato una squadra di soccorritori e un'unità medica mobile. Nell'esplosione di martedì è morto un cittadino francese e altri 24 sono rimasti feriti.

Il presidente francese ha assicurato a una folla di persone che lo ha accerchiato che gli aiuti non finiranno "in mani corrotte". E, riporta la Bbc, ha promesso di chiedere "un nuovo patto politico" ai leader rivali del Paese dei Cedri. Dalla folla, secondo le immagini diffuse su Twitter da Quentin Sommerville della Bbc, tra gli slogan antigovernativi, anche un grido: "Aiutateci, per piacere aiutateci".

"Questa esplosione è l'inizio di una nuova era", ha detto Macron. "Risorgerà un Libano libero", ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dall'agenzia libanese Nna, dopo aver insistito sulla necessità di "cambiamento" e di "un nuovo patto politico". "Non sono qui per sostenere lo stato o il governo - ha aggiunto - Sono qui per sostenere il popolo libanese".

Secondo Macron, "è necessario riformare il sistema bancario del Libano in modo da renderlo più trasparente. Servono azioni politiche forti per combattere la corruzione e per attivare riforme per il Libano'', ha insistito.

"Il popolo vuole la caduta del regime", uno degli slogan intonati - secondo al-Jazeera - dalla folla. "Rivoluzione", intonano altri secondo la tv.

Conte telefona a Diab: "Pronti a fornire assistenza" - Solidarietà al Libano dall'Italia dopo la tragedia di Beirut. Il premier libanese Hassan Diab ha ricevuto stamani una telefonata del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha confermato la "disponibilità italiana a fornire assistenza". E' quanto scrive l'agenzia libanese Nna, che dà anche conto del colloquio telefonico tra Diab e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

"Il Presidente Conte ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Primo Ministro libanese, Hassan Diab. Nel corso del colloquio il Presidente Conte ha espresso profonda solidarietà del Governo italiano per la tragica esplosione avvenuta a Beirut lo scorso 4 agosto. Nell’assicurare l’incondizionato sostegno italiano alle Autorità e al popolo libanesi in questa dolorosa circostanza, il Presidente ha confermato che l’Italia ha già provveduto all’invio di personale e materiali – tramite un’azione concertata tra Protezione Civile, Ministero degli Affari Esteri e della Difesa - ed è pronta a fornire ogni ulteriore assistenza richiesta. I due Primi Ministri hanno convenuto di restare in stretto contatto". E' quanto si legge sul sito del governo.

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