La tv: "Decisione criminale". Hamas: "Violazione palese della libertà di stampa e rappresaglia per il lavoro della rete"
Blitz negli uffici di al-Jazeera a Gerusalemme Est dopo la decisione del governo israeliano di 'spegnere' la tv satellitare in Israele. Secondo le notizie dei media israeliani sarebbero state sequestrate attrezzature. Al-Jazeera ha denunciato come i fornitori di servizi via cavo e via satellite abbiano rimosso il canale.
Il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha firmato il bando alle trasmissioni dopo che il governo di Benjamin Netanyahu ha dato il via libera allo stop delle attività della rete, in linea con una legge passata ad aprile dalla Knesset. "Le nostre disposizioni entreranno in vigore immediatamente - afferma Karhi in dichiarazioni rilanciate dal Times of Israel - E' passato troppo tempo e ci sono stati troppi impedimenti legali inutili per fermare finalmente la macchina ben oleata di istigazione di al-Jazeera, che nuoce alla sicurezza dello Stato". "La propaganda di Hamas, coloro che istigano contro Israele, che danneggiano le sicurezza di Israele e dei soldati delle Idf, non trasmetteranno più da Israele e saranno sequestrate le attrezzature", aggiunge Karhi.
La decisione del governo israeliano "è criminale": commenta al Jazeera in una nota pubblicata su X. La tv del Qatar accusa: "Condanniamo e denunciamo questo atto criminale di Israele che viola il diritto umano di accesso all'informazione".
La decisione di Israele è una "violazione palese della libertà di stampa", una "rappresaglia" per il lavoro della rete. Parola di Hamas, che - riporta la stessa tv satellitare - chiede alle organizzazioni internazionali per la libertà di stampa e i diritti umani di "condannare" le mosse israeliane e "adottare misure punitive". In un comunicato diffuso su Telegram il gruppo, che nel 2007 prese il controllo della Striscia di Gaza, afferma che la "chiusura di al-Jazeera è una misura repressiva e una rappresaglia per il ruolo professionale del canale nell'esporre i crimini e le violazioni dell'occupazione a Gaza e in Cisgiordania".
Anche l'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani deplora "la decisione del governo israeliano". "Media liberi e indipendenti sono essenziali per garantire trasparenza e responsabilità. Ora ancor di più alla luce delle rigide restrizioni sulle notizie da Gaza - si legge in un post su X - La libertà di espressione è un diritto umano fondamentale. Sollecitiamo il governo a revocare il divieto".
Reporters sans frontières denuncia l'ordine di chiusura di al-Jazeera in Israele. Rsf "condanna con fermezza una legislazione liberticida che censura la rete per la sua copertura della guerra a Gaza", si legge su X. "Israele cerca in tutti i modi di mettere a tacere al-Jazeera per la sua copertura della realtà sulle sorti dei palestinesi in Cisgiordania e a Gaza dal 7 ottobre", dall'attacco in Israele e dall'avvio delle operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia, commenta Jonathan Dagher, responsabile dell'ufficio Medio Oriente di Rsf.
Dagher bolla come "inaccettabili il voto del Parlamento israeliano per censurare al-Jazeera e le affermazioni diffamatorie di Benjamin Netanyahu rispetto ai suoi giornalisti". Rsf "chiede alle autorità israeliane di porre fine al loro accanimento violento contro al-Jazeera". "Una simile legge di censura, sotto la copertura delle regole democratiche, prendendo di mira implicitamente un mezzo d'informazione, crea un precedente pieno di minacce per il giornalismo in Israele", aggiunge Dagher.
Rsf ricorda che dall'inizio del conflitto tra Israele e Hamas, sono stati uccisi 103 giornalisti (tre di al-Jazeera, due nella Striscia e uno in Libano) in raid israeliani, almeno 22 dei quali mentre stavano lavorando.