Gallio, 16 settembre 2021 - Il Piano nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) cambia lo scenario all’interno della Next Generation UE per cui si richiedono programmazione, coordinamento nazionale integrato con le Regioni e rinascita per la ripresa e resilienza per evitare drammi sociali e assicurare alle future generazioni (che devono essere coinvolte) un Servizio sanitario che sia all’altezza. La “Rivoluzione” del Servizio sanitario nazionale parte da una distruzione creativa ma necessaria per il rilancio. Dalla SUMMER SCHOOL 2021, organizzata da Motore Sanità, i massimi esperti si sono confrontati per provare a disegnare il nuovo volto della sanita italiana.
Tecnologia, crescita economica e prevenzione sono concetti chiave su cui riflettere e ripartire, secondo Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
“L’innovazione è importantissima, credo che la pandemia lo abbia dimostrato. A livello globale i vaccini sono stati sviluppati e messi a disposizione in tempo record, non c’è un precedente, credo che dobbiamo partire dall’analisi degli eventi. Questa pandemia ci mostra tutta una serie di evidenze come la stretta dipendenza tra salute ed economia: non c’è economia e non c’è crescita se non c’è salute. A livello globale il messaggio che passa è Devi curare la salute se vuoi pensare un futuro di benessere e di ricchezza. Questo è un passaggio molto importante perché dà forma organizzativa istituzionale: investire vuol dire creare presupposti per la crescita. Occorre investire al meglio e, anche in questo campo, esiste una scienza che aiuta ad analizzare e a valutare in questo senso. Credo che questo per il nostro Paese sia una bella opportunità. Possiamo imparare dalle esperienze in Italia e in Veneto”.
Altro tema è la prevenzione e la tecnologia. “Occorre investire su come costruiamo il nostro sistema sociale, la salute investe tutti i passaggi della nostra vita – ha aggiunto il Presidente Brusaferro -. Vorrei inoltre sottolineare che la tecnologia è importante, ma le risorse umane lo sono di più, è importante un grosso investimento in questo senso, avere queste risorse sempre aggiornate, ricordando che sono al servizio della società. Ricostruire, rafforzare, aggiornare questo tipo di impianto credo che sia molto importante per i nostri percorsi. Credo che questa pandemia porterà dei cambiamenti, ma dobbiamo coinvolgere anche i giovani e le nuove generazioni per costruire nuove comunità dove la salute è al centro. Ricostruendo questo, genereremo nuove ricchezze e contestualmente più salute e benessere”.
Ha parlato della necessità di una profonda riforma necessaria e che guardi davvero al futuro, Walter Ricciardi, Professore ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
“Per garantire il diritto fondamentale alla salute, sancito dalla costituzione italiana, è necessaria una profonda riforma guardando concretamente al futuro. Le epidemie del domani si combattono oggi, riorganizzando il sistema assistenziale e, contemporaneamente, operando una pianificazione che sposti in misura sempre maggiore l’attenzione dei decisori e quindi le risorse, sia economiche che umane, verso la prevenzione. L’emergenza sanitaria in cui ci troviamo sta mettendo a dura prova le capacità del Servizio sanitario nazionale di erogare i propri servizi, rendendo evidenti i punti deboli del sistema. La scarsa lungimiranza della politica del passato sui grandi temi della sanità e scelte gestionali sbagliate hanno visto predominare nel tempo un’ottica “ospedalocentrica”, trascurando le altre componenti fondamentali di un'assistenza che risponda in modo comprensivo alle reali esigenze del cittadino, quali la medicina generale e la medicina territoriale”.
Andrea Silenzi, della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, è tornato sulla prevenzione e gli effetti a lungo termine della pandemia.
“Va fatta in tempi di pace, noi siamo in un periodo particolare, siamo ancora in guerra. Il Covid è stata occasione di riflessione eccezionale. Il futuro che possiamo garantire non è solo attraverso una buona sanità, ma attraverso l’attenzione alla salute. In futuro dovremo gestire gli effetti a lungo tempo che la pandemia ha causato e causerà, come le malattie mentali. Sottolineo la necessità di avere coraggio per la prevenzione e una trasformazione della sanità che non può solo essere evocata, ma voluta. La forza deve essere costruire una visione chiara e inclusiva, per dare corso agli obiettivi di Next generation”.
“Un primo cambio di approccio è andare a finanziare il nostro sistema rispetto a cosa succederà domani, senza guardare ai parametri storici – è intervenuto sul tema del finanziamento del Ssn, Giuseppe Turchetti, Professore Ordinario in Economics and Management of Innovation in Healthcare at Scuola Superiore Sant’Anna. Alcune condizioni devono essere presenti. La prima è avere capacità progettuale, servono progetti ambiziosi, servono progetti implementati; la seconda è avere una capacità gestionale, e forse è più difficile da raggiungere in breve tempo, poiché richiede un cambiamento culturale che sostituisce una visione prettamente manageriale. Il terzo aspetto è avere il coraggio di andare a misurare in una logica di responsabilizzazione come verranno utilizzate le risorse”.
Per il Professore l’aspetto della tecnologia è importantissimo. “Buona parte dei cambiamenti sono mediati dalla tecnologia. Penso alla robotica e ai veicoli di evoluzione tecnologica straordinaria. Dobbiamo imparare a usare meglio i dati in fase di prevenzione. Serve innovazione anche nelle metodologie per utilizzare queste tecnologie. Altro aspetto su cui lavorare è quello delle competenze: servono professionalità diverse da quelle conosciute fino ad ora. Oggi vediamo penuria di medici e specialità per gestire determinate situazioni. E questo è un problema” ha concluso Giuseppe Turchetti.
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