Giornata leggermente negativa per le Borse europee. Mentre si attendono i prossimi pronunciamenti di mercoledì e giovedì da parte delle banche centrali europea e statunitense, diminuisce la fiducia degli investitori, visto che l’inflazione spagnola ha ripreso a salire in modo inaspettato a gennaio, mentre in Italia crescono i prezzi alla produzione. Insomma, almeno la Bce potrebbe non rivedere, ma anzi continuare con la linea dura sulle sue politiche monetarie restrittive.
Preoccupa poi il dato sul Pil del quarto trimestre della Germania, sceso dello 0,2%. I timori per una Bce aggressiva spingono il rendimento dei titoli di Stato. Mentre rimane alta l’attenzione per l’evoluzione della guerra in Ucraina e per i suoi riflessi sulla crisi energetica, poi, il gas al Ttf di Amsterdam scende ancora, sotto i 55 euro al megawattora. In discesa, quindi, anche il prezzo del petrolio, con Brent e Wti che scivolano di circa lo 0,3%.
A Milano il Ftse Mib perde lo 0,38% e chiude a 26.335,98. In salita lo spread tra Btp e Bund tedeschi, attorno ai 192 punti base. In crescita anche il rendimento del titolo decennale, attorno al 4,18%. Sul listino principale di Piazza Affari bene Tim, che guadagna il 4,64%. Si parla di una possibile offerta di Cassa depositi e prestiti entro la fine di febbraio, con una valutazione attorno ai 24 miliardi di euro, ma Vivendi smentisce e fa muro contro l’ipotesi.
Buoni risultati anche per Recordati (+1,20%) e Saipem (+1,15%). Bene, poi, alcuni bancari, sostenuti dalla prospettiva di una Bce aggressiva: Unicredit sale dello 0,24%, Banca Mediolanum dello 0,83%, Mediobanca dello 0,36%. In coda, invece, Hera (-2,07%), Interpump (-2,22%), A2a (-1,35%), Iveco (-1,61%), Stellantis (-1,21%), Enel (-0,95%) e Tenaris (-1,52%). (in collaborazione con Money.it)