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Efficienza energetica, FIRE: “Necessario rilancio meccanismo certificati bianchi”

15 giugno 2022 | 12.02
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Si è chiusa l’11esima edizione della conferenza FIRE “Certificati bianchi: titoli di efficienza energetica a portata di mano”. Tanti gli operatori presenti a dimostrazione dell’attualità del tema e di come l’incentivo giochi un ruolo importante per le imprese. Il Managing Director di FIRE, Dario Di Santo, ha fatto il punto della situazione: “Lo stato dell'arte del meccanismo dei certificati bianchi è quello di aver raggiunto un risparmio cumulato di quasi trenta milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Se noi spalmassimo questo risultato su sedici anni di funzionamento sono circa due milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di risparmi all'anno che vuol dire circa il 2% dei consumi finali nazionali. Quindi un ottimo risultato che avuto dei picchi nella prima metà del funzionamento dello schema quindi più meno fino al 2013/2014, poi ha avuto una riduzione e adesso si spera che ci possa essere un rilancio del meccanismo. Il nuovo decreto è intervenuto per cercare di risolvere le problematiche che si sono manifestate negli ultimi anni, in particolare la difficoltà di mettere sul mercato un numero sufficiente di certificati bianchi, quindi anche di trovare un modo di riavere un equilibrio sui prezzi di mercato e di conseguenza è intervenuto sia sul lato domanda ridefinendo i target per il prossimo quadriennio sia sul lato offerta traducendo tutta una serie di misure che la dovrebbero rilanciare favorendo la presentazione di nuovi progetti. La crisi energetica colpisce un po' tutti, però è chiaro che colpisce soprattutto le categorie deboli da un lato e poi le imprese ad alto consumo di energia dall'altro. Quindi questa fase in cui si stanno anche chiedendo un po’ i contratti a 2 anni che alcune imprese avevano stipulato è molto importante che le imprese stesse possano contare su un meccanismo che li supporti nel realizzare interventi di efficienza energetica: questo sia per far fronte a caro prezzo, sia per far fronte alle politiche sulla emission trading che anch'esso ha aumentato i suoi costi in questo periodo, sia per favorire un rinnovamento dei processi produttivi che è fondamentale nell'ottica sia della decarbonizzazione dell'economia sia per far fronte a questo nuovo scenario geopolitico”.

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