Il presidente di Confindustria: "Serve un tetto al prezzo, se non viene fatto a livello europeo deve essere fatto a livello nazionale"
''Tutti i giorni assistiamo a un aumento del prezzo del gas. Il governo Draghi può e deve intervenire''. Lo afferma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo al Tg1. ''Noi abbiamo bisogno di interventi quali un tetto al prezzo del gas, se non viene fatto a livello europeo deve essere fatto a livello nazionale'', secondo il presidente. Inoltre occorre ''sganciare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas'' e ''la sospensione temporanea dei certificati ets''. Infine Bonomi chiede di ''riservare una quota della produzione delle energie rinnovabili a costo amministrato, come fanno negli altri paesi''.
Il tema del gas è stato trattato dal presidente del Consiglio Mario Draghi ieri nell'intervento al meeting di Rimini 2022. "Con i nuovi rigassificatori l'Italia sarà in grado di essere completamente indipendente dal gas russo dall'autunno 2024. È un obiettivo fondamentale per la sicurezza nazionale". L'aumento dei costi di energia e gas "hanno raggiunto livelli insostenibili. Abbiamo spinto molto a livello Ue per un tetto massimo al prezzo del gas. Ma alcuni paesi continuano ad opporsi perché temono blocchi forniture" però "i blocchi frequenti questa estate hanno mostrato i limiti di questa posizione. L'Ue si trova con forniture incerte e costi aumentati. Prossimo consiglio europeo sarà presentata una proposta dalla commissione".
"La Russia non ha esitato a usare il gas come arma geopolitica contro l'Ucraina e i suoi alleati europei. Si parla molto di sovranità, ma dipendere, come è accaduto in passato, per quasi metà delle proprie forniture di gas da un Paese che non ha mai smesso di inseguire il suo passato imperiale è l’esatto contrario della sovranità. Non deve accadere mai più", le parole del premier.
"Anche la crisi energetica dovuta all’invasione russa dell’Ucraina ha richiesto rapidità d’azione. In pochi mesi, abbiamo ridotto in modo significativo le importazioni di gas dalla Russia, un cambio radicale nella politica energetica italiana. Abbiamo stretto nuovi accordi per aumentare le forniture – dall’Algeria all’Azerbaigian. Gli effetti sono stati immediati: l’anno scorso, circa il 40% delle nostre importazioni di gas è venuto dalla Russia. Oggi, in media, è circa la metà. Abbiamo accelerato lo sviluppo delle rinnovabili – essenziali per ridurre la nostra vulnerabilità energetica, per abbattere le emissioni", ha detto ancora Draghi.
"Nei soli primi otto mesi di quest’anno ci sono state richieste di nuovi allacciamenti ad impianti di energia rinnovabile per una potenza pari a quasi quattro volte quella istallata complessivamente nel 2020 e nel 2021. La nostra agenda di diversificazione dal gas russo è stata fondamentale per dare a cittadini e imprese maggiore certezza circa la stabilità delle forniture".