Dopo circa otto ore di negoziati, falliti nella notte i tentativi di arrivare ad un'intesa. Dombrovskis: "Realistico accordo prima di fine anno". Giorgetti ribadisce: "Servono regole coerenti con obiettivi"
Nessun accordo tra i Paesi membri dell'Ue sulla riforma del patto di stabilità. I tentativi di arrivare ad un'intesa sono falliti nella notte, dopo circa otto ore di negoziati. Sono stati fatti "passi avanti sostanziali", ma "la missione non è ancora compiuta", ha affermato il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni .
"Siamo vicini a un'intesa - ha spiegato a margine dell'Ecofin -ma bisogna ancora lavorare ancora nei prossimi giorni, perché l'equilibrio, necessario, tra la stabilità e lo spazio per la crescita e per gli investimenti venga mantenuto". "Sono ottimista che sia possibile - prosegue - e che nei prossimi giorni, continuando a lavorare, ci si possa arrivare. Tra l'altro oggi nella riunione dell'Ecofin verrà approvata la revisione di 13 Pnnr, tra cui quello italiano: sarà una spinta per continuare a lavorare e accelerare l'attuazione dei piani di ripresa, che sono parte di questa importante necessità di rafforzare gli investimenti". Per Gentiloni, un accordo prima di fine anno è "raggiungibile. Siamo davvero vicini", afferma. "Nella lunga discussione non ho visto nessuno con l'intenzione di uccidere il negoziato - osserva - naturalmente, dobbiamo ancora finalizzare le discussioni: non ci sono solo aspetti tecnici, ma anche alcuni problemi, specialmente sul modo in cui assicurare che ci sia abbastanza spazio per gli investimenti. Ci sono ancora visioni leggermente diverse, ma sono piuttosto ottimista sul fatto che stiamo arrivando" ad un accordo. "E' questione di giorni", conclude.
"La presidenza spagnola ha messo sul tavolo un nuovo testo di compromesso - spiegano fonti Ue - abbiamo fatto molti progressi", ma è "un negoziato difficile" e "ci stiamo arrivando. C'è la volontà di chiudere un accordo, ma deve essere ancora fatto del lavoro. Servono una valutazione giuridica e consultazioni sulla nostra proposta, che non è stato possibile concludere stanotte. Gli elementi per un accordo ci sono, serve un lavoro finale sulla redazione giuridica del testo e sulla calibrazione", concludono.
La presidenza spagnola del Consiglio Ue intende "lavorare per raggiungere un accordo" entro la fine dell'anno e "direi che, visto il punto a cui siamo" è una prospettiva "realistica", afferma e il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, a margine dell'Ecofin a Bruxelles.
Sulla stessa linea il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, che spiega che "resta un 5%" da concordare, e per riuscirci occorre molto lavoro". "Siamo pronti a lavorare duramente" per raggiungere un accordo, in un Ecofin straordinario cui la Francia a partecipare. "E' una questione di fine tuning", cioè di lavorare sui dettagli dell'accordo, conclude.
Durante il primo giro di tavolo nella cena dell'Ecofin sulla riforma, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito che le regole di bilancio devono essere coerenti con gli obiettivi che l'Ue e i suoi Paesi si sono dati, per la transizione verde e digitale e per la difesa. Inoltre, feriscono fonti italiane, Giorgetti ha ripetuto che la riduzione del debito deve essere graduale e sostenibile.
Il primo giro di tavolo si è concluso alle 21.40, dopodiché c'è stata una lunga sospensione, e la riunione è ripresa intorno alla mezzanotte. Da parte dell'Italia, c'è apprezzamento per le posizioni espresse dalla Francia, che sono molto vicine alle nostre. La finlandese Rikka Purra ha spiegato che, a suo modo di vedere, i Paesi dovrebbero prendere impegni anche dopo il piano di aggiustamento; su questo l'Italia sarebbe d'accordo.
Un altro punto essenziale per il nostro Paese resta il trattamento contabile degli investimenti nella transizione ecologica e digitale e nella difesa. Il testo di compromesso messo sul tavolo dalla presidenza spagnola, secondo le fonti, non avrebbe incontrato il gradimento di nessun Paese; l'impressione che viene riferita è che la trattativa sia in salita. Ci sarebbero anche perplessità sul ruolo della ministra Nadia Calvino, interessata alla presidenza della Bei, circostanza oggettiva che può far dubitare dell'imparzialità della presidenza. L'Italia vuole un accordo, purché non sia penalizzante per il Paese.