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Manovra 2025, bonus bebè e altre misure per la famiglia: le novità

Mille euro a nascita con Isee fino 40mila euro. Estese misure sostegno pagamento retta nido

Una mamma con il figlio neonato - ()
Una mamma con il figlio neonato - (123Rf)
23 ottobre 2024 | 12.50
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Bonus bebè per i prossimi due anni, bonus nido più forte e una novità anche per le mamme lavoratrici autonome. Ecco cosa è previsto nella manovra 2025, il cui testo è arrivato alla Camera.

Il bonus bebè, al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, per ogni figlio nato o adottato dal primo gennaio 2025, sarà riconosciuto un importo una tantum pari a 1.000 euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione per le famiglie con Isee non superiore a 40.000 euro annui. Costo della misura, secondo quanto previsto da ddl Bilancio depositato alle Camere, è di 330 milioni di euro per l'anno 2025 e 360 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.

Si rafforza il bonus asili nido. Il ddl Bilancio prevede un incremento della spesa di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 e l'esclusione del computo dell’Assegno unico per la richiesta del bonus. Inoltre le misure di supporto al pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido vengono estese alle famiglie con un solo figlio. A questo scopo la dotazione è incrementata di 97 milioni di euro per l’anno 2025, 131 milioni di euro per l’anno 2026, 194 milioni di euro per l’anno 2027, 197 milioni di euro per l’anno 2028 e 200 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029.

Un'altra novità riguarda il bonus mamme lavoratrici con almeno due figli, esteso anche alle autonome. A decorrere dall’anno 2025 è riconosciuto, nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui, un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per le lavoratrici dipendenti, a esclusione dei rapporti di lavoro domestico, e autonome che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione e che non hanno optato per il regime forfetario. Le lavoratrici devono essere madri di due o più figli e l’esonero contributivo spetta fino ai dieci anni del figlio più piccolo e, a decorrere dall’anno 2027, se madri di tre o più figli, l’esonero contributivo spetta fino ai 18 anni del figlio più piccolo.

L’esonero contributivo spetta a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40.000 euro su base annua.

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