Ma sale valore polizze a 10,3 mld +2,2%. Lo certifica Ismea in un recente report. Betti (Confagricoltura) all'Adnkronos: "Il sistema delle polizze assicurative non regge"
Siccità, alluvioni e più in generale eventi climatici avversi di varia natura, provocano effetti devastanti nelle campagne ma gli imprenditori agricoli, da sempre poco inclini ad ammortizzare i danni con strumenti di gestione del rischio, anche perché non vi è un obbligo, sono oggi più sensibili a stipulare polizze assicurative di maggiore entità anche se inferiori per numero. Tuttavia, se aumentano i valori assicurati, sotto l'ombrello delle compagnie, risultano in assoluto meno aziende assicurate ma mediamente più grandi. In totale sono solo quasi 74mila le aziende assicurate su un totale di oltre 1,133 milioni. E' quanto rileva Ismea, nell'ultimo rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura di giugno scorso, che fotografa il mercato delle polizze agricole agevolate, finanziate con contributi Ue e nazionali nel 2023.
In particolare, in relazione al comparto delle coltivazioni emerge una riduzione nel numero di aziende assicurate (dinamica emersa anche nel circuito zootecnia e strutture), in calo del 4% rispetto all'annualità precedente e ora pari a poco più di 63.000 unità, con una superficie assicurata di 1,28 milioni di ettari (-1,1% rispetto al 2022). Se a queste si aggiungono gli allevamenti e le aziende con polizze contro i danni alle strutture, si superano le 73.700 imprese assicurate, una platea comunque in ribasso rispetto al 2022 (-4%).
Nel 2023 comunque il valore assicurato ammonta a 10,3 miliardi di euro, in crescita del 2,2% su base annua, secondo quanto rileva Ismea, nel rapporto che conferma la tendenza ad una crescita di valori e premi che hanno raggiunto nella scorsa campagna un nuovo massimo storico.
A trainare il mercato, sotto il profilo di valori e premi, è il solo comparto delle colture vegetali con 7,5 miliardi di valori assicurati, +4,1% rispetto al 2022, mentre si registrano flessioni nei valori espressi dalla zootecnia (-1,5%) e dalle polizze a copertura delle strutture aziendali (-3,6%).
Persistono le asimmetrie, territoriali e settoriali, nel ricorso agli strumenti di gestione del rischio e in particolare alle polizze agevolate. Al Nord si concentra quasi l'80% dei valori assicurati totali, i quali a livello nazionale risultano ancora per oltre i due terzi riconducibili ai primi sei prodotti più assicurati, uva da vino in primis (con una quota superiore al 30%). Del resto, nel segmento delle colture vegetali, i dati del 2023 attribuiscono alla macro-ripartizione geografica del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari al 79,5%, contro l'8,5% del Centro e il 12% del Sud (Isole comprese). Il Mezzogiorno, dunque, stabilizza il recupero di oltre 5 punti percentuali di quota conseguito nelle ultime sei campagne assicurative, nonostante il mercato risulti ancora fortemente sbilanciato territorialmente, anche per fattori economici, climatici e strutturali.
L'analisi dei dati disaggregati per prodotti evidenzia ancora una forte concentrazione settoriale dei valori assicurati, con l'uva da vino che si conferma anche nel 2023 il prodotto più assicurato con 2,9 miliardi di euro (-1,8% rispetto all'anno precedente), seguita dal pomodoro da industria che, con oltre 652 milioni di valori assicurati, scavalca in classifica le mele (ora al terzo posto con oltre 639 milioni di valori assicurati; -7,6% sul 2022).
Rilevanti anche i valori registrati dal riso (578 milioni di euro; +9,1%), dal mais da granella (571 milioni di euro; +2,5%) e da insilaggio (349 milioni di euro; +16,6%), oltre a frumento tenero e duro che con aumenti rispettivamente del 33,9% e del 34,3% guadagnano il settimo e l'ottavo posto nella graduatoria dei prodotti più assicurati.
Una situazione che si riflette anche nelle imprese sul territorio che in questi giorni è stato colpito dall'alluvione. La conferma arriva da Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna e vice presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, intervistato dall'Adnkronos. "Il sistema delle polizze assicurative non può reggere e anche da noi, qui nel ravennate, le imprese che si assicurano contro le calamità naturali in agricoltura, sono in calo del 6,5%, - sostiene - più che a livello nazionale sia perché le aziende non sono più in grado di sostenere i costi e sia perché le compagnie assicurative si stanno ritirando dal nostro territorio a causa delle calamità che ci hanno colpito, legate alle gelate degli ultimi tre anni, a questa recente alluvione e a quella di maggio 2023. E' chiaro che non è più un territorio appetibile".
"Del resto il sistema che prevede agevolazioni negli anni, ha creato un buco di 350 milioni di euro per le coperture e dunque, lo Stato sta cercando di ripianare e trovare soluzioni alternative perché il ministero dell'Agricoltura chiude in perdita tutti gli anni; la soluzione è facile da costruire con l'obbligo di assicurazione a livello nazionale" sottolinea Betti. Nel ravennate, zona di frutteti, vigneti e di coltivazioni cerealicole, aggiunge, "si assicurano i campi anche dalle grandinate ma considerando che negli ultimi 15 anni i frutteti si sono ridotti del 50% perché non c'è redditività, - spiega Betti - le aziende si stanno ristrutturando ma il sistema sta andando al collasso. I costi sono diventati esorbitanti, le assicurazioni fanno pagare le polizze sempre di più. Quanto alle coperture da parte dello Stato, non tutti gli anni riesce ad erogare i contributi e quindi ci troviamo normalmente in ritardo di un anno nei rimborsi".