Sul podio dei rincari Bolzano con +2259 euro, poi Milano con +2226 euro e Siena con +2164
Bolzano città più cara d'Italia, seguita da Milano e Siena. Potenza la più virtuosa. L'Istat ha reso noti oggi i dati dell'inflazione di marzo, in base ai quali l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica completa di tutte le città più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita.
In testa alla graduatoria, Bolzano dove l'inflazione tendenziale pari a +8,5%, pur essendo "solo" la settima più alta d'Italia, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva, equivalente a 2259 euro per una famiglia media. Medaglia d'argento per Milano, dove il rialzo dei prezzi dell'8,2% determina un incremento di spesa annuo pari a 2226 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Siena che con +9,6%, la seconda inflazione più alta d'Italia ex aequo con Imperia, ha una spesa supplementare pari a 2164 euro annui per una famiglia tipo.
Al quarto posto Genova, la città con inflazione più alta d'Italia, +9,8%, con una stangata pari a 2136 euro per una famiglia media. Seguono Varese (+7,8%, +2057 euro), Grosseto (+9,1%, +2051 euro), al settimo posto Trento (+7,8%, +2041 euro), poi Ravenna (+8,2%, +1982 euro), Perugia (+8,6%, pari a 1976 euro). Chiude la top ten Pistoia (+8,7%, +1961 euro).
Sull'altro fronte della classifica, la città più virtuosa d'Italia in termini di spesa aggiuntiva più bassa è Potenza, con l'inflazione più bassa del Paese (+4,8%) e dove in media si spendono "solo" 948 euro in più. Al 2° posto Reggio Calabria ex aequo con Catanzaro (+5,9%, +1102 euro per entrambe). Medaglia di bronzo Campobasso (+6,8%, +1245 euro). Seguono, nella classifica delle risparmiose, Caserta (+6,6%, +1284 euro), Bari (+7,5%, +1301 euro), Caltanissetta (+6,9%, +1316 euro), poi Ancona (+6,7%, +1332 euro) e Napoli (+6,6%, +1335 euro). Chiude la top ten delle migliori Trapani: +7,2%, 1373 euro.
Anche il Codacons, sulla base dei dati provinciali diffusi oggi dall’Istat, ha elaborato la classifica delle città dove l’inflazione cresce di più a marzo, e le relative ricadute di spesa sulle famiglie in base ai consumi medi dei cittadini residenti. Genova la città dove l’inflazione cresce di più a marzo, con un tasso del 9,8%, fanalino di cosa Potenza, dove i prezzi aumentano solo del 4,8% su base annua. A Bolzano e Milano le ricadute più pesanti, con la famigli “tipo” che a causa dell’inflazione spende oltre 2.200 euro in più su base annua.
Secondo l'associazione, la frenata dell’inflazione registrata a marzo dall’Istat è purtroppo una illusione ottica dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas, mentre i beni più acquistati dalle famiglie, dagli alimentari al carrello della spesa, continuano a crescere a ritmi vertiginosi. Il ribasso dell’inflazione è dovuto ancora una volta, spiega una nota, unicamente alla discesa delle tariffe di luce e gas sul mercato tutelato e su quello libero, ma per tutti gli altri prodotti siamo ancora in presenza di una emergenza prezzi, con il carrello della spesa che sale del 12,6% su anno – analizza il Codacons – l’inflazione al 7,6% equivale ad una maggiore spesa pari a +2.223 euro annui per la famiglia “tipo” che sale a +2.879 euro per un nucleo con due figli.