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Fondazione Inarcassa, giudizio negativo su delega contratti pubblici

Fondazione Inarcassa, giudizio negativo su delega contratti pubblici
22 marzo 2022 | 13.04
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"Desta forti preoccupazioni il percorso del disegno di legge delega in materia di contratti pubblici. Con le ultime modifiche apportate dal Senato, assistiamo - sempre più - al ritorno di un sistema statalista e fortemente burocratizzato della gestione dei contratti pubblici, che nei confronti dei tecnici che esercitano la libera professione diviene discriminatorio e anticoncorrenziale. La stessa previsione di specifiche polizze assicurative per la copertura dei rischi professionali, con oneri a carico delle amministrazioni, non lascia alcun dubbio sulla volontà di affidare gli incarichi di progettazione al personale interno della Pa". Questo il commento del presidente della Fondazione Inarcassa, Franco Fietta, al disegno di legge delega al governo in materia di contratti pubblici approvato in prima lettura al Senato e ora all’esame della commissione ambiente della Camera.

"Questa - sostiene - è una misura anacronistica che da una parte esclude tecnici liberi professionisti strutturati, esperti e disponibili a prezzi concorrenziali, mentre sull’altro fronte imporrebbe alla Pa ulteriori oneri per la formazione e l'aggiornamento del personale privo – in larga misura - di qualsiasi esperienza tecnico professionale specifica, l'acquisto dei materiali e dei software necessari per garantire non solo la compliance tecnica e normativa, ma anche una progettazione resiliente alle sfide che il momento impone".

"Tutto questo - avverte - in un contesto che già vede la pubblica amministrazione in difficoltà nella programmazione e nel controllo delle opere, per non parlare degli arretrati record che molti uffici comunali hanno accumulato negli anni in materia urbanistica. Siamo fortemente preoccupati, anche, per l’arretramento ad una visione monopolistica del sistema che alimenta l’area dei potenziali conflitti di interesse, senza verifica della concorrenzialità e dell’efficienza del processo, quindi a discapito dei principi di trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione".

"Il testo approvato dal Senato - prosegue Fietta - non va nella direzione indicata in sede di audizione parlamentare. Avevamo tracciato un percorso concreto di semplificazione delle procedure che non penalizzasse la qualità della progettazione e la sicurezza delle opere. Avevamo chiesto che la Pa focalizzasse le proprie risorse sulla programmazione e sul controllo. Abbiamo, invece, un testo totalmente diverso e, per alcuni versi, addirittura sperimentale. Ad esempio, la delega riduce i livelli di progettazione. E’ una soluzione inedita che mal si concilia con le norme tecniche e gli altri istituti del nostro ordinamento e che può compromettere la qualità della progettazione e di conseguenza anche la sicurezza stessa dell’opera finale".

"Non compare - fa notare - nessuna indicazione contro gli affidamenti a titolo gratuito, sebbene avessimo presentato una proposta che in osservanza del principio dell’equo compenso assicurasse da parte delle stazioni appaltanti il corretto utilizzo dei criteri ai fini della determinazione dei corrispettivi professionali. Né è prevista una revisione della normativa in materia di servizi di architettura e ingegneria volta a chiarire la suddivisione di ruoli e responsabilità dei soggetti che intervengono nelle fasi d’esecuzione di un’opera pubblica".

"Nulla di questo - osserva - il risultato è un provvedimento che centralizza e burocratizza la gestione dei contratti pubblici e incentiva il riscorso all’appalto integrato. Il fantasma del Pnrr ci fa arretrare anziché evolvere, una vera e propria occasione mancata per riformare il codice appalti in vista delle sfide che ci attendono".

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