Storie diverse, stesso complesso intreccio di interessi, denaro e potere
Storie diverse, stesso intreccio di interessi, denaro e potere. Le famiglie Agnelli, Berlusconi e Del Vecchio hanno in comune, oltre alla ricchezza accumulata e alla storia imprenditoriale, anche una complessa gestione delle eredità lasciate dai capofamiglia. Insieme alla redistribuzione di proprietà, beni e liquidità, e alle dispute finite in tribunale, va spartito anche un patrimonio fatto di partecipazioni, quote azionarie e posizioni di forza che derivano dalle articolazioni dei rispettivi imperi, costruiti intorno alla Fiat, alla galassia Fininvest/Mediaset, a Luxottica. C'è buona parte di quello che resta del grande capitalismo italiano in gioco e ci sono equilibri da preservare, o da costruire, che hanno consistenti ripercussioni industriali, finanziarie e politiche.
La vicenda più lunga, perché legata a una morte più lontana nel tempo, quella di Gianni Agnelli avvenuta il 24 gennaio 2003, è anche quella che rischia di avere i maggiori risvolti giudiziari. Al centro della questione c'è la presunta residenza fittizia in Svizzera, a Lauenen, di Marella Agnelli, moglie dell'Avvocato e nonna di John, Lapo e Ginevra Elkann, deceduta nel 2019. L'ipotesi su cui indaga la Procura di Torino è legata anche a una potenziale evasione fiscale ma riguarda da vicino proprio l'eredità, perché nel caso in cui fosse provata l’abituale residenza italiana, sarebbe rimessa in discussione la sua successione 'svizzera' a favore degli Elkann.
Di cosa si sta parlando? Il riferimento è l'accordo stipulato nel 2004 con Marella da Margherita Agnelli, l'unica figlia dell'Avvocato ancora in vita e madre dei tre fratelli Elkann: prevede la rinuncia all'eredità e alle partecipazioni nelle società di famiglia in cambio di un miliardo e 275 milioni di euro. Nell'accordo anche una rendita a vita corrisposta da Margherita alla madre. Ora ci sono cinque procedimenti giudiziari, civili e penali, in corso ma tutto ruota proprio intorno alla residenza di Donna Marella.
Se fosse accertata l'irregolarità, ci sarebbero 4 miloni di Irpef evasa e, soprattutto, potrebbe essere invalidato l'accordo del 2004, fondato sul diritto elvetico, riportando in gioco nella redistribuzione del potere finanziario oggi in mano agli Elkann anche i figli avuti nel secondo matrimonio da Margherita Agnelli con Serge de Palhen, Maria, Pietro, Anne, Sofia e Tatiana.
Sembra seguire un percorso più lineare, almeno per ora, l'eredità di Silvio Berlusconi. A settembre 2023, i cinque figli (Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi) hanno trovato un accordo per la spartizione dell'enorme patrimonio e per l'esecuzione delle disposizioni lasciate dal padre, a partire dai lasciti per il fratello Paolo, per Marta Fascina e per Marcello Dell'Utri. La chiarezza delle volontà del Cavaliere hanno sicuramente agevolato operazioni che avrebbero potuto innescare contenziosi. In particolare, il riferimento principale è lo schema definito già nel 2006, quando Berlusconi era ancora sposato con Veronica Lario, con la decisione di lasciare a Marina e a Pier Silvio un terzo del patrimonio ereditario che comprende Fininvest, Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum.
Altrettanto 'preparata' e condivisa la spartizione del patrimonio immobiliare con quote di circa il 30% ciascuno a Marina e Pier Silvio, e il 13,3% ciascuno a Barbara, Eleonora e Luigi, della holding immobiliare Dolcedrago. Il valore complessivo dell’eredità può essere calcolato in circa 4 miliardi di euro, a cui si aggiungono le grandi ville di San Martino ad Arcore e Porto Rotondo in Sardegna e altri immobili di pregio. Su questi si sta lavorando ad alcune operazioni di valorizzazione, con la recente cessione di Villa Due Palme a Lampedusa e l’avvio del processo di vendita di Villa Certosa.
Il fulcro intorno a cui ruota l'eredita di Leonardo Del Vecchio è il riassetto della Delfin, la holding che è il primo azionista del colosso dell'occhialeria EssilorLuxottica. Il tema principale dell'accordo su cui si sta lavorando prevede uno schema diverso rispetto a quello ipotizzato dallo storico patron. E questo è un elemento distintivo rispetto ad altre importanti esperienze, partendo proprio dalla famiglia Berlusconi. Gli eredi sono 8: i figli di Leonardo Del Vecchio Claudio, Paola, Marisa, Leonardo Maria, Luca e Clemente e la moglie Nicoletta Zampillo, insieme al suo primo figlio Rocco Basilico. Sono titolari, al momento, del 12,5% di Delfin a testa. Una modifica del sistema di governance previsto gli darebbe la possibilità di liquidare, anche parzialmente, la propria quota, rivendendo la composizione di un capitale che ha superato i 4 miliardi di euro di valore. Ovviamente, tutto avverrebbe con una tempistica e modalità disciplinate in modo puntuale.
Altro punto cardine dell’accordo prevederebbe di rivedere lo statuto di Delfin, soprattutto sulla durata del mandato del Consiglio di Amministrazione, oggi previsto a vita, che sarebbe portato a 4 anni. Francesco Milleri resterebbe alla guida di Delfin e Essilor Luxottica ma con una governance molto meno ingessata. (Di Fabio Insenga)