Francia divisa tra delusione e sollievo
di Emmanuel Cazalé
La rottura del fidanzamento, sancito nella notte di mercoledì a giovedì con il ritiro della proposta di fusione di Fca a Renault, lascia, dopo oltre 24 ore, un sentimento di amarezza e forse anche di occasione persa in Francia. Ma c'è anche chi non nasconde la propria soddisfazione per un'operazione che qualche perplessità, e anche forte Oltralpe, aveva sollevato. E' al quartier generale di Renault, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, che continua a trasparire ancora molta delusione per questo mancato matrimonio. Anche perché ormai la strada sembrava in discesa. Ora, secondo quanto apprende l'Adnkronos, i contatti tra Boulogne - Billancourt, la sede di Renault, e Fca sono interrotti e, al momento, il dossier sembra chiuso.
Per qualcuno, non tutto è perduto e c'è chi scommette che in un futuro prossimo i gruppi potrebbero tornarsi a parlare anche in vista del grande consolidamento del settore che sono in molti a prevedere nei prossimi mesi. "Le discussioni non sono per forza definitivamente interrotte. Basta pensare che è da oltre un anno che Renault e Fca si parlavano", spiega un esperto del settore.
La riunione di sei ore del cda di Renault mercoledì sera non lasciava presagire un tale epilogo. "Il board è stato molto lungo, sono stati affrontati tanti aspetti - spiega una fonte vicino al dossier - I membri del Cda, salvo la Cgt, erano intenzionati a votare a favore del progetto e quelli di Nissan ad astenersi. E' stato chiesto un rinvio di cinque giorni della decisione per permettere al ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire di proseguire le discussioni con i partner giapponesi a margine del G20 finanziario". Ma la decisione di Fca di ritirare la sua proposta è stata accolta, almeno dalle parti di Boulogne - Billancourt, come un fulmine a ciel sereno. "C'è molta delusione. Era una buona opportunità. I due gruppi erano complementari e le garanzie chieste dallo Stato francese sembravano essere state riunite", dicono.
Sul fronte sindacale, prevale invece il sollievo. L'operazione tra Fca e Renault, spiega all'Adnkronos Jean - François Pibouleau, delegato del sindacato francese Cgt a Renault, "era un'operazione puramente finanziaria. Siamo contenti che la famiglia Agnelli abbia ritirato la sua proposta. Il nostro grande timore era l'assenza di un progetto industriale e in effetti non c'era alcun progetto industriale in questo dossier", sostiene il sindacalista sottolineando che anche l'operazione con Chrysler "era una operazione puramente finanziaria". Per Fca, rileva, "l'interesse era soprattutto legato alla presenza di Renault nei veicoli elettrici. Zoe in Europa rappresenta una quota di mercato del 33%".
La Cgt, aggiunge Pibouleau, "è favorevole ad una partnership industriale, tecnologica e tecnica. Nei prossimi anni saranno necessari importanti investimenti nel settore e noi siamo favorevoli a progetti sviluppati insieme dai costruttori auto come sta già avvenendo. Da uno scambio di azioni chi perde sono i dipendenti, da una partnership industriale chi vince sono i lavoratori".
L'operazione tra Fca e Renault, "come è stata progettata -sottolinea ancora Pibouleau-, sarebbe andato a svantaggio dei lavoratori francesi e italiani. La situazione delle fabbriche a Renault è già complicata e lo è probabilmente anche di più in Fca". Infine, questa operazione, "che prevedeva un matrimonio a tre avrebbe avuto molte difficoltà a partire", osserva il sindacalista della Cgt.
Intanto, per Renault, si avvicina una scadenza cruciale: l'assemblea degli azionisti convocata per il 12 giugno. E i fari si puntano su Jean -Dominique Senard, in carica solo da gennaio, che dopo, "il dramma notturno" che si è consumato a Boulogne - Billancourt l'altra notte, è apparso indebolito. Senard si appresta a presiedere la sua prima Assemblea e dovrebbe, comunque, rimanere alla guida della casa automobilistica francese. Anche perché, come scrive oggi 'Le Monde', lo Stato francese "non vorrebbe aggiungere una crisi di governance all'impantanamento attuale" del gruppo dopo le vicende legate a Carlos Ghosn e alla fusione mancata con Fca. E in questo senso vanno lette le dichiarazioni di Le Maire che a 'Le Figaro' assicura che "Senard gode della mia piena fiducia".
In Francia, come in Italia, questo mancato matrimonio ha fatto scorrere fiumi di inchiostro. C'è chi, come il direttore e fondatore di 'L'Opinion' ed ex direttore di 'Les Echos' Nicolas Beytout non nasconde il suo disappunto. "E' un vero passo falso quello che ha appena commesso lo Stato francese provocando il fallimento del progetto di fusione tra Renault e Fca. Tutti sembravano rallegrarsi per questo matrimonio.
Tutti salvo la Cgt (è un'abitudine) e salvo il concorrente Psa Peugeot Citroen (ed è piuttosto un buon segnale). Sono stati i contrattempi,le esitazioni e le tergiversazioni dello Stato ad aver spinto la Fca a ritirare la sua proposta di nozze, lasciando il gruppo francese nella stretta del suo partner giapponese, l'ombroso e sospettoso Nissan". Per il settimanale francese 'Le Point', invece, è di tutt'altra opinione sostenendo che "l'intransigenza italiana e la sua volontà di chiudere al più presto, senza reali discussioni possibili, sono apparse rapidamente sospette a molti osservatori".