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Apple, multa Ue da 1,8 miliardi per streaming musica

Il colosso di Cupertino sanzionato per abuso di posizione dominante sul mercato della distribuzione di app di streaming musicale. Penalizzati gli utenti iPhone e iPad

Simbolo Apple - (Afp)
Simbolo Apple - (Afp)
04 marzo 2024 | 13.22
LETTURA: 5 minuti

La Commissione europea ha multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro, per abuso di posizione dominante sul mercato della distribuzione di app di streaming musicale agli utenti iPhone e iPad attraverso il suo App Store. Lo comunica l'esecutivo Ue.

In particolare, la Commissione ha riscontrato che Apple applicava restrizioni agli sviluppatori di app, impedendo loro di informare gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell'app, una pratica illegale in base alle norme antitrust dell’Ue.

Perché la multa?

Apple, nota la Commissione, è oggi l'unico fornitore di un App Store in cui gli sviluppatori possono distribuire le loro app agli utenti iOS in tutto lo Spazio economico europeo (See). Apple "controlla ogni aspetto dell'esperienza utente iOS e stabilisce i termini e le condizioni che gli sviluppatori devono rispettare per essere presenti sull'App Store ed essere in grado di raggiungere gli utenti iOS nel See".

Dall'indagine della Commissione, è emerso che il colosso di Cupertino vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare in modo completo gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell'app e di fornire istruzioni su come abbonarsi a queste offerte.

In particolare, le disposizioni vietano agli sviluppatori di app di informare gli utenti iOS all'interno delle loro app sui prezzi delle offerte di abbonamento disponibili su Internet al di fuori dell'app; proibiscono di informare gli utenti iOS all'interno delle loro app sulle differenze di prezzo tra gli abbonamenti in-app venduti tramite il meccanismo di acquisto in-app di Apple e quelli disponibili altrove.

Vietano anche di includere collegamenti nelle loro app che indirizzino gli utenti iOS al sito web dello sviluppatore dell'app su cui è possibile acquistare abbonamenti alternativi. Agli sviluppatori di app è stato inoltre impedito di contattare gli utenti appena acquisiti, ad esempio tramite e-mail, per informarli sulle opzioni di prezzo alternative dopo aver creato un account.

La decisione di oggi conclude che le disposizioni cosiddette 'anti-steering' di Apple per la Commissione costituiscono condizioni commerciali sleali, in violazione del Tfue.

Queste disposizioni "non sono né necessarie né proporzionate per la tutela degli interessi commerciali di Apple in relazione all'App Store sui dispositivi mobili di Apple e influiscono negativamente sugli interessi degli utenti iOS, che non possono prendere decisioni informate ed efficaci su dove e come acquistare abbonamenti allo streaming musicale da utilizzare sul proprio dispositivo". Per la Commissione il comportamento di Apple, durato quasi dieci anni, potrebbe aver portato molti utenti iOS a pagare prezzi assai più alti per gli abbonamenti in streaming musicale, a causa delle elevate commissioni imposte da Apple agli sviluppatori e trasferite ai consumatori, sotto forma di prezzi di abbonamento più elevati per gli sviluppatori.

La principale azienda che ha chiesto alla Commissione Europea di intervenire su Apple è la svedese Spotify, i cui rappresentanti "si sono incontrati con l'esecutivo Ue oltre 65 volte durante l'indagine" che ha portato alla multa, come evidenzia Apple, in una nota.

L'ammenda, specifica la Commissione, è stata fissata sulla base degli orientamenti della Commissione del 2006. Nello stabilire l'importo, la Commissione ha tenuto conto della durata e della gravità dell'infrazione, del fatturato totale e della capitalizzazione di mercato di Apple. Ha anche tenuto conto del fatto che la multinazionale ha fornito informazioni "errate" nell'ambito del procedimento. Inoltre, la Commissione ha deciso di aggiungere all’importo di base dell’ammenda un’ulteriore somma forfettaria di 1,8 miliardi di euro, per garantire che la sanzione complessiva inflitta ad Apple sia sufficientemente deterrente. La sanzione forfettaria secondo la Commissione era necessaria, in questo caso, perché una parte significativa del danno causato dalla violazione consiste in un danno non monetario, che non può essere adeguatamente contabilizzato secondo la metodologia basata sulle entrate, come stabilito negli orientamenti della Commissione.

Inoltre, l'ammenda deve essere sufficiente a dissuadere Apple dal ripetere l'infrazione attuale o simile e a dissuadere altre società di dimensioni simili e con risorse simili dal commettere la stessa violazione, o una violazione simile. La Commissione ha concluso che l’importo totale della sanzione, di oltre 1,8 miliardi di euro, è proporzionato ai ricavi globali di Apple ed è necessario per ottenere un effetto deterrente. L'esecutivo comunitario ha inoltre ordinato ad Apple di eliminare le disposizioni contestate e di astenersi dal ripetere l'infrazione o dall'adottare in futuro pratiche dall'effetto equivalente. Il procedimento era stato avviato dall'esecutivo Ue nel giugno 2020.

Due opzioni per ascoltare musica in streaming senza pubblicità

Per un utente che voglia ascoltare musica in streaming senza pubblicità, ha spiegato la vicepresidente con delega alla Concorrenza Margrethe Vestager, "ci sono essenzialmente due opzioni: sottoscrivere un abbonamento mensile all'interno dell'app, se lo sviluppatore dell'app di streaming musicale consente gli abbonamenti in-app. In questo caso, Apple addebiterebbe al servizio di streaming musicale una commissione del 30% su ogni singolo euro pagato. Il fornitore di servizi di streaming musicale trasferisce la tariffa sull'utente. Quindi l'abbonamento in-app diventa più costoso".

Oppure, continua Vestager, "puoi abbonarti tramite il sito web del fornitore di streaming musicale. Se lo fai, Apple ti consentirà di utilizzare tale abbonamento nell'app, secondo le cosiddette regole di lettura e multipiattaforma. Apple in questo caso non addebita alcuna commissione, quindi il prezzo dell'abbonamento fuori dall'app è inferiore. Si potrebbe pensare che questo sia un caso piuttosto semplice di scelta del consumatore: l'utente può utilizzare i servizi di acquisto in-app di Apple e pagare un ulteriore 30%. Oppure il consumatore può scegliere di non pagare questi servizi e abbonarsi tramite Internet, senza pagare il canone. Esercitare questa scelta è esattamente ciò che Apple ha reso più difficile, con le sue cosiddette regole anti-steering".

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