La compagnia tedesca ha scritto una lettera alle Fs spa per una partnership industriale. Il ministro Patuanelli: "La valuto asetticamente"
Alla fine Lufthansa è scesa in campo. Da sempre alla finestra e da sempre interessata al mercato italiano, il colosso tedesco ha messo sul piatto le proprie carte nella partita Alitalia. E lo ha fatto inviando una lettera alle Ferrovie nella quale si dice pronta, coerentemente a quanto ha sempre detto e ribadito a più riprese a una partnership industriale senza però prevedere un intervento nel capitale. Nella missiva, infatti, si parla di una "forte partnership di integrazione" tra Alitalia e Lufthansa. Una mossa, questa, che viene letta in funzione anti Delta, la compagnia americana che fa parte, come l'aviolinea italiana, dell'alleanza Skyteam mentre Lufthansa è tra i big di Star Alliance. Si tratta ora di vedere come questo elemento nuovo possa, eventualmente, delineare nuovi scenari per il futuro di Alitalia. Fatto sta, però, che Lufthansa non intendere investire nell'equity, mentre Delta ha confermato il suo impegno per l'acquisizione di una quota del 10% per un corrispettivo intorno ai 100 milioni, della newco con cui decollerà la nuova Alitalia. Lufthansa, inoltre, si è sempre detta interessata a un'Alitalia ristrutturata e, soprattutto, un diverso tipo di coinvolgimento, potrebbe avvenire senza la presenza dello Stato nelle compagine azionaria. Un puzzle complicato per la cui soluzione il tempo non gioca a favore. Il termine rimane quello del 15 ottobre per la presentazione dell'offerta. E oggi il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli lo ha ribadito, puntualizzando anche che "se ho autorizzato questa proroga, significa che quella scadenza ce la possiamo permettere". Una risposta, questa, a chi gli chiedeva, a margine di un'audizione alla Camera, di problemi di cassa di Alitalia. Secondo indiscrezioni, infatti, la previsione sarebbe quella di arrivare a fine anno con circa 150-200 milioni in cassa. Di qui, i rumors su un possibile nuovo prestito di circa 350 milioni.
Tornando a Lufthansa, come ha riferito lo stesso ministro, la compagnia tedesca "ha inviato una lettera 'per conoscenza' al ministero ma il ministero dello Sviluppo economico ha un ruolo di vigilanza sulla struttura commissariale, non certamente di sponsor in una operazione di mercato che è tra privati". E ha aggiunto: "Ho visto che c'è una lettera di Lufhansa indirizzata a Fs; la valuto asetticamente". Sul fronte la fibrillazione, è sempre alta. Oggi hanno incrociato le braccia piloti e assistenti di volo di Alitalia aderenti alla Fnta. Lo sciopero, dicono, ha limitato "fortemente l'operatività del vettore che ha ridotto i propri collegamenti giornalieri di circa il 40%". In serata, invece, la compagnia ha riferito di una adesione agli scioperi inferiore al 5% e, per questo, non ci sono stati disagi per i passeggeri. Per la Fnta, a meno di una settimana dalla deadline del 15 ottobre, non ci sono elementi rassicuranti. "L'unica soluzione per il definitivo rilancio della compagnia debba essere basata su un Piano Industriale solido e di ampio respiro predisposto da soci industriali e finanziari credibili e gestito da manager capaci e competenti del settore", dice la Fnta. Un progetto, aggiunge, "che possa rimettere al centro i dipendenti". Intanto, da Assago dove si è svolta l'assemblea dei delegati di Cgil, Cisl e Uil, il numero uno della confederazione di Corso d'Italia, Maurizio Landini, ha chiesto al Governo risposte in breve tempo. "Il problema è fare investimenti per allargare da un lato le rotte e dall'altro ragionare su quello che sta succedendo negli altri Paesi, dove le compagnie non trasportano solo le persone ma possono trasportare anche merci e altre cose. Quindi serve un piano industriale e in questa direzione, non giriamoci attorno, anche il ruolo di Atlantia dentro questa nuova compagine è decisivo".