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Inno di Mameli, studioso: "Il primo arrangiamento non piaceva a Mazzini"

Inno di Mameli, studioso:
17 marzo 2014 | 21.24
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L'inno di Mameli ha una storia curiosa: la prima versione del Canto degli Italiani, questo il suo titolo originale, non piacque a Giuseppe Mazzini perché la riteneva poco marziale. Il patriota genovese voleva una ''marsigliese'' all'italiana e chiese un nuovo arrangiamento musicale che fu affidato a Giuseppe Verdi.

Un fatto quasi del tutto sconosciuto scoperto dal musicologo Claudio Santori che ne ha parlato oggi nel convegno che si è tenuto in Prefettura a Firenze per celebrare il 17 marzo, 'Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera' . In questa data del 1861 venne, infatti, proclamata l'Unità d'Italia e in tutto il Paese si festeggia questa ricorrenza, considerata al pari delle grandi feste civili nazionali del 2 giugno, del 4 novembre e del 25 aprile. A Firenze il prefetto Luigi Varratta ha voluto commemorare la ricorrenza con un momento di riflessione sul suo significato. ''Con questa iniziativa vogliamo rafforzare - ha sottolineato Varratta nell'aprire i lavori del convegno - i quattro capisaldi della nostra identità: Unità, Costituzione, Inno e Tricolore. Sono valori da tenere costantemente in considerazione, non solo nelle ricorrenze ma anche nella vita quotidiana. Sono le fondamenta del nostro Paese e della nostra indivisibilità''.

Al seminario (presenti in sala le autorità civili e militari, i sindaci della provincia e i responsabili degli uffici statali periferici) sono intervenuti il docente di Storia Moderna all'Universita' di Firenze, Giovanni Cipriani, sul tema ''Palazzo Medici Riccardi: dal Rinascimento a Firenze Capitale'' e il musicologo Claudio Santori. Il professor Cipriani ha tratteggiato, anche con aneddoti e curiosità insolite, il percorso affascinante di uno degli edifici di Firenze piu' ricchi di storia, che è stato residenza privata e sede di governo in epoca medicea, centro di grande mondanità al tempo dei Riccardi per poi ospitare, dal 1865 al 1870, il ministero dell'Interno. Con la sua relazione ''I due inni di Mameli', il professor Santori ha svelato l'esistenza di una doppia versione di ''Fratelli d'Italia".

Non convinto del primo arrangiamento, Mazzini chiese e ottenne da Mameli un nuovo testo, mentre Giuseppe Verdi fu incaricato della parte musicale. Ma anche questa composizione non persuase Mazzini e alla fine venne adottato come inno nazionale quello che oggi tutti conosciamo, musicato da Michele Novaro.

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