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Un prete a bordo della Mare Jonio

Don Mattia Ferrari sull'imbarcazione della Ong: "Porto il Vangelo tra i migranti. Lo slogan dei porti chiusi è irricevibile"

(Immagine dall'account Twitter di 'Mediterranea Saving Humans' /@RescueMe)
(Immagine dall'account Twitter di 'Mediterranea Saving Humans' /@RescueMe)
30 aprile 2019 | 11.44
LETTURA: 3 minuti

A bordo della nave Mediterranea Mare Jonio che salva i migranti c'è anche un sacerdote. "Porto il Vangelo tra i migranti, come chiede papa Francesco nel suo magistero incessante. Lo slogan dei porti chiusi è irricevibile" dice all'AdnKronos don Mattia Ferrari della diocesi modenese di Nonatola. Il sacerdote è a bordo da tre giorni: "L'idea - racconta - è nata da Luca Casarini che, incontrando l'arcivescovo Lorefice di Palermo, ha chiesto di fare salire a bordo anche un sacerdote". L'idea è piaciuta a Lorefice e dopo l'ok del vescovo di Modena Erio Castellucci, don Mattia, classe 1993, da alcuni giorni è salito a bordo della nave Ong di Mediterranea.

Il prete racconta la vita a bordo: "Si vive in fraternità con l'equipaggio, io dico messa ogni giorno. Nei giorni precedenti siamo rimasti in porto, ora stiamo salpando e quindi nel corso della giornata si vive tra pattugliamenti, si osserva la situazione del mare. Porto un po' di conforto spirituale ai migranti. Specialmente quelli che arrivano dall'Africa sub-sahariana hanno un senso religioso molto forte. C'è un rapporto molto sereno tra cristiani e musulmani, il che è fonte di consolazione". Il sacerdote ha accettato la nuova missione, come dice, "per rispondere concretamente al magistero incessante del Papa che anche nel Venerdì Santo, nella Via Crucis al Colosseo, ha affrontato il dramma dei migranti e anche in nome dell'amicizia con i ragazzi di Ya Basta".

Don Mattia, a Nonantola, ha avuto modo di conoscere tanti migranti, di sentire le storie drammatiche: "Anche a Modena e a Bologna - dice - ci sono tanti esempi buoni di accoglienza ma anche esempi negativi. Di certo la soluzione non può essere quella di tenere i porti chiusi. I porti devono essere aperti per una questione di umanità e di giustizia. E non dobbiamo mai dimenticare che siamo stati noi ad affamare l'Africa". Ora la Mare Jonio con il sacerdote si sta dirigendo a sud, verso la zona Sar libica.

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