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Tpl: 20% 'portoghesi' su bus e metro in Italia, solo 3 multe su 10 pagate

Indagine Adnkronos, a Roma 29% 'furbetti', a Milano oltre 10mila evasori in metro. Massimo Roncucci (Asstra): "Il fatto che non si pagano le multe sta a significare che le norme sono inadeguate". Dai controllori in borghese ai concorsi a premi, le iniziative delle aziende. Ecco perché chi non paga il biglietto viene chiamato 'portoghese'

di Sara Di Sciullo

Tpl: 20% 'portoghesi' su bus e metro in Italia, solo 3 multe su 10 pagate
10 aprile 2015 | 15.04
LETTURA: 6 minuti

di Sara Di Sciullo

"Favorisca il biglietto per favore. Non ce l'ha? Documenti prego". La scena, protagonisti controllori e viaggiatori sui mezzi pubblici, si ripete tutti i giorni in ogni città. Di fronte alla richiesta dei verificatori spesso la risposta è silenzio, reticenza, talvolta addirittura nomi e indirizzi falsi o inesistenti. E' anche per questo che, secondo i dati forniti all'Adnkronos dall'Asstra, l'Associazione che riunisce le aziende di Trasporto pubblico locale, appena il 30% delle multe elevate viene effettivamente pagato. Insomma, una su tre resta inevasa, con conseguente danno alle casse delle amministrazioni locali. Un'altra faccia dell'evasione, se si pensa che in media il 20% viaggia sul Tpl senza avere il titolo di viaggio. (VIDEO)

Da un'indagine dell'Adnkronos, che ha raccolto i dati aggiornati del 2014 dalle singole aziende di trasporto locale, le città metropolitane, anche se diverse per il numero dei viaggiatori e per la dimensione della rete, sono tutte alle prese con i danni, più o meno pesanti, causati dai 'portoghesi' ( Ecco perché chi non paga il biglietto viene chiamato 'portoghese' ). A Bari la percentuale di evasione tariffaria stimata da Amtab è del 30-31%. A Roma è stato lo stesso assessorato alla Mobilità a disegnare il panorama reale: tra il 18 e il 40%, a seconda delle linee, con una media del 29% di furbetti. A Milano secondo Atm, che non fornisce il dato complessivo, nella sola metropolitana l'evasione accertata è dello 0,9% per oltre 1,2 mln di trasportati. A Napoli, i dati di Unico Campania diffusi da Anm, rilevano una evasione media del 16,7% ma scorporando i dati si scopre che i 'portoghesi' dilagano soprattutto su bus, tram e filobus dove salgono a ben 37,03%, molti di più che in metro (10,70%) e sulle funicolari (2,49%). Anche a Reggio Calabria la percentuale è a due cifre con un tasso stimato da Atam Rc del 25%, mentre a Firenz e la media di evasione stimata da Ataf è di poco inferiore al 14%. A Bologna l'evasione rilevata da Tper è pari al 7,7%, a Genova Amt misura una percentuale di portoghesi pari al 5,26%, a Venezia Avm rileva un'evasione del 4,70%. A Torino, infine, la percentuale è secondo Gtt del 4%.

Controllori in borghese, app e innovazioni tecnologiche per acquistare i biglietti con il cellulare, campagne di sensibilizzazione, spot audio e video fino ad arrivare a buoni sconto e concorsi a premi per i possessori di titoli di viaggio: tante le iniziative lanciate dalle aziende di trasporto locale per combattere i furbetti. Ma certamente il punto cruciale restano i controlli, unico autentico deterrente. A Torino e Bologna, dove negli ultimi anni gli accertamenti sono stati assai rafforzati, nel 2014 i controllati sono stati, rispettivamente, 3,3 mln e oltre 1,8 mln. A Roma lo scorso anno i clienti a cui Atac ha chiesto il titolo di viaggio sono stati oltre 2 mln. A Napoli 3 mln di passeggeri sono stati sottoposti a verifica, a Firenze 1,8 mln, a Genova 1,5 mln, a Venezia 1,3 mln di passeggeri, a Bari 14mila. A livello nazionale Asstra calcola in 400 mln di euro l'anno il costo dell'evasione tariffaria: una cifra che potrebbe essere invece investita nell'acquisto di 1.800 nuovi autobus.

"Le aziende devono continuare a fare la lotta all'evasione più intensamente - afferma il presidente di Asstra Massimo Roncucci - perché vedere i verificatori è comunque un elemento di scoraggiamento verso chi la fa franca ma la lotta all'evasione non si fa solo mettendo più controllori, cosa che le aziende hanno fatto: servono altri strumenti di sostegno a questo lavoro che le aziende devono fare". Strumenti per evitare che solo il 30% delle multe elevate venga poi riscosso. E si tratta di una media. Perché se lo scorso anno, ad esempio a Firenze (oltre 30%) e a Venezia (55,2%) si è riscosso di più, a Genova le sanzioni saldate sono state l'8,6%, a Reggio Calabria il 16,8%, a Napoli il 26%. "Il fatto che venga pagato, in media, solo il 30% delle multe è dovuto soprattutto al fatto che quando un controllore fa un verbale, non essendo un agente di pubblica sicurezza, un passeggero si può rifiutare di fornirgli il documento o può dare nomi non esatti così la contravvenzione torna indietro", continua Roncucci.

Non a caso alcune aziende hanno organizzato controlli in collaborazione con le forze dell'ordine. "Bisogna mettere i verificatori in condizione di avere un potere nei confronti di chi non vuole dare i documenti - osserva Roncucci - certo, è difficile il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale ma almeno bisogna consentire l'accesso da parte delle imprese alle banche dati del Registro anagrafico nazionale". Oltre alla collaborazione del personale di guida, "vanno usate tutte le tecnologie e vorremmo che ci fosse un obbligo di validazione del titolo di viaggio anche per gli abbonati", precisa Roncucci. "Serve una normativa a sostegno della lotta all'evasione - prosegue Roncucci spiegando che alcune delle richieste avanzate dall'Asstra erano state accolte nel confronto per la riforma del Tpl a cui si sta lavorando - Spesso si ha la sensazione che le aziende non fanno i controlli, in realtà il fatto che non si pagano le multe sta proprio a significare che le norme sono inadeguate".

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