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Corruzione Liguria, il legale di Toti: "Presidente sta valutando suo futuro politico"

"La scelta non può prescindere da persone che hanno lavorato con lui e con i partiti che maggioranza"

Giovanni Toti
Giovanni Toti
09 maggio 2024 | 19.02
LETTURA: 2 minuti

"Il presidente Toti farà le sue valutazioni, da quello che mi dice naturalmente sono valutazioni che non possono prescindere anche da un confronto che potrà essere fatto con condizioni diverse da quelle attuali, con tutte le persone che con lui hanno lavorato fino ad oggi e con i partiti che fanno parte della sua maggioranza". Stefano Savi, legale del governatore della Liguria Giovanni Toti, arrestato per corruzione, replica così a chi gli chiede se il presidente della Regione Liguria - sospeso dalle sue funzioni - stia pensando al suo futuro politico.

Toti, intanto, sarebbe intenzionato a non rispondere domani nell'interrogatorio di garanzia che si terrà davanti al gip Paola Faggioni.

"La scelta preferisco non anticiparla, d'altra parte mi sembra anche abbastanza conseguente e logica nella misura in cui abbiamo un fascicolo enorme da approfondire e lo abbiamo nelle nostre mani solo da ieri", spiega Savi che domani pomeriggio, insieme al governatore ligure, varcherà l'ingresso del Palazzo di giustizia. "Prima di prendere posizioni o dare spiegazioni dobbiamo approfondire la lettura degli atti per capire su che cosa, dove e come fornire spiegazioni", aggiunge l'avvocato.

"La tracciabilità dei denari, sia in entrata che in uscita, è totale", afferma l'avvocato, sicuro di poter dimostrare la correttezza nella gestione dei soldi arrivati al Comitato per sostenere l'attività politica di Toti. Una correttezza che per Savi si desume dalle stesse carte della procura di Genova.

"In entrata sono gli stessi atti che ce lo dicono: non è contestato nulla in relazione a fatti che non siano assolutamente rientranti nella normativa di legge che prevedono che tutto avvenga nella maniera più trasparente possibile e così è stato" spiega Savi. "E abbiamo la possibilità anche di dimostrare che questi denari sono stati spesi tutti per necessità di tipo politico connesse all'attività del presidente, delle persone che lavoravano con lui o che avevano connessioni politiche con lui. Non c'è stata nessuna anomalia nella spesa, né a titolo personale, né a nessun altro titolo", conclude il difensore.

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