Fissati gli interrogatori: il presidente della Regione sarà interrogato venerdì, il primo davanti a gip sarà l'ad di Iren Signorini. Pm indaga anche su altri imprenditori. Legale Toti: "Determinato a difendersi"
Nuovi indagati nell'inchiesta della procura di Genova che ha portato all'arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti . Si tratta di un'altra decina di nomi, oltre ai 25 indicati nell'ordinanza di custodia cautelare. Da quanto si apprende figura anche il nome di Paolo Piacenza, commissario straordinario dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, indagato per abuso d'ufficio e perquisito ieri dalla Guardia di finanza.
Intanto, il giorno dopo il terremoto che ha sconvolto la politica ligure, al Palazzo di giustizia si fissano le date degli interrogatori di garanzia per i protagonisti dell'inchiesta.
Toti, da ieri agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione, sarà interrogato venerdì in procura a Genova dal gip Paola Faggioni. Il primo, domani, a essere convocato per l’interrogatorio di garanzia è invece l'ex presidente dell'Autorità portuale e ad (sospeso) di Iren, Paolo Emilio Signorini, l'unico detenuto (a Marassi) di un'inchiesta che conta 25 indagati e che ha portato a dieci misure cautelari detenuto nel carcere di Marassi.
Sono infine previsti per la giornata di sabato gli interrogatori del capo di gabinetto del presidente Toti, Matteo Cozzani e dell'imprenditore genovese Aldo Spinelli, entrambi ai domiciliari.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - Giovanni Toti risulta intercettato già a partire dal 2021 e la richiesta di arresto è del dicembre scorso - esiste un sistema di potere fatto di favori e tangenti tra amministrazione pubblica (Regione e Autorità portuale) e aziende. Uno schema in cui il governatore, Signorini, l'imprenditore della logistica Aldo Spinelli - tratteggiato come lo 'zar' del porto in città - e Matteo Cozzani capo di gabinetto del governatore avrebbero un ruolo da protagonisti.
Toti, leader di 'Noi Moderati', sospeso dalla funzione di presidente della Regione Liguria, si dice "tranquillissimo" ma le accuse sono pesanti. Cozzani è accusato del reato di corruzione elettorale aggravato dalla finalità di agevolare l’attività di un clan mafioso. Durante la campagna elettorale per le regionali del 2020 figure vicine alla comunità siciliana riesina (i gemelli Testa) avrebbero portato voti (almeno 400) in cambio della promessa di posti di lavoro e case popolari: meccanismo di cui, secondo i pm della procura guidata da Nicola Piacente, Toti sarebbe stato al corrente.
Tra le accuse, c’è anche quella che il governatore avrebbe accettato da Spinelli 74mila euro per "trovare una soluzione" per privatizzare la spiaggia di Punta Dell’Olmo e avrebbe facilitato la concessione di spazi portuali. A Toti - che trascorrerà i domiciliari nella casa di Ameglia - e Cozzani, viene contestato inoltre di avere accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione Esselunga (società estranea, ndr), di un finanziamento illecito attraverso il pagamento occulto della pubblicità per il voto del 2022 a fronte dell'impegno di sbloccare le pratiche per aprire due supermercati.
"Il giorno 10 maggio, alle ore 14, c'è l'interrogatorio di garanzia e successivamente vedremo come comportarci, nel frattempo stiamo esaminando ed esamineremo tutti gli atti processuali", afferma l'avvocato Stefano Savi, difensore di Giovanni Toti.
"Il presidente - prosegue il legale - è ben determinato a esaminare e approfondire gli atti per presentare una difesa che spieghi come i fatti che sono richiamati negli atti" della procura di Genova "siano in realtà da interpretare differentemente alla luce della politica che ha sempre seguito lui e la Regione da lui guidata a tutela esclusivamente di interessi pubblici e non privati", afferma Savi che difende il governatore ligure. "Interessi del territorio che sono stati perseguiti anche attraverso forme che hanno potuto indurre ad equivoci, ma che in realtà non hanno mai sconfinato in nulla di illecito", conclude il difensore.
Intanto la procura di Genova indaga su altri imprenditori, non solo quelli i cui nomi compaiono tra gli indagati, che potrebbero aver finanziato la campagna elettorale di Toti, secondo quanto emerge nell’ordinanza cautelare di circa 650 pagine e nella ben più corposa richiesta della procura, di oltre 1300 pagine. Il focus è sempre il mondo della logistica portuale e dei trasporti.
Faggioni ne fa un cenno esplicito nella parte in cui spiega le esigenze cautelari per l’esponente di ‘Noi Moderati’ e la “sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento”. Ad esempio, in una conversazione all'indomani della proroga della concessione trentennale del Terminal Rinfuse, Toti esclama "va beh con l'anno nuovo bisogna fare il giro di tutti i grandi del porto...Aponte...Spinelli è abbastanza tranquillo se Signorini gli dà quel...". E ancora più significativa “è l'emersione, dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti”.
Il riferimento è a un dialogo del 17 maggio del 2021 in cui Luigi Alberto Amico (non indagato) nel corso di un incontro con Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente Toti finito anche lui ai domiciliari, gli chiede una "mano" per capire "come meglio supportarvi e poi per capire come è il termometro politico".
Amico dopo avere precisato che la sua intenzione era “continuare" a finanziare Giovanni Toti e che, in cambio, "non chiedeva la luna" ma chiedeva solo "un'attenzione legittima", precisava che "sono 6 anni che aspettiamo il rinnovo della concessione mi farebbe piacere quella..pizzico più di attenzione...noi siamo abbastanza allineati...” si legge nell’ordinanza.
Poco tempo dopo l’incontro, il 7 giugno 2021, “veniva riscontrato un finanziamento della cifra di 30.000 euro in favore del Comitato Toti (di cui 10.000 euro transitati la settimana successiva sul conto ‘dedicato’ del presidente Toti), operazione che veniva segnalata come ‘sospetta’ dalla Banca d'Italia, analogamente a quanto verificatosi con riferimento ai finanziamenti erogati dal gruppo Colucci (su cui sono in corso ancora accertamenti). Luigi Alberto Amico viene indicato, nel provvedimento della gip, come legale rappresentante della Amico & Co. srl operante nel settore della riparazione e manutenzione di navi commerciali e da diporto con sede legale in Genova, “che già nel corso degli anni 2017 e 2018 aveva effettuato finanziamenti in favore del Comitato Toti per l'importo di 20.000 euro”.