Tre donne morte nella strage. Inquirenti: "Campiti si allenava da tempo, era tiratore esperto"
Claudio Campiti, autore della strage nell'assemblea di condominio a Fidene, era un tiratore esperto e si allenava da diverso tempo al poligono di via di Tor di Quinto. A dimostrare la sua capacità nell’usare la pistola ci sono i tre colpi sparati e le tre donne uccise. L'uomo però ieri, dopo essere entrato al poligono e aver preso la pistola con le munizioni, non ha sparato neanche un colpo e si è allontanato per andare a compiere la strage. A Campiti potrebbe venire contestata anche l’appropriazione indebita dell’arma. La Procura, con il pm Giovanni Musarò, contesta al 57enne l’accusa di triplice omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, il triplice tentato omicidio, in riferimento alle persone rimaste ferite.
La struttura del poligono intanto è sotto sequestro e i carabinieri stanno conducendo accertamenti, acquisendo documenti, tra cui i verbali di entrata e di uscita, e visionando i filmati delle telecamere. L’obiettivo è ricostruire eventuali responsabilità di chi doveva vigilare, al momento però non ci sono altri indagati.
Il fatto che Campiti "nutrisse risentimento nei confronti dei membri del Consorzio e dei componenti del relativo consiglio di amministrazione trova conferma nella circostanza che 'quando l'abbiamo bloccato diceva 'maledetti, mi avete lasciato 6 anni senza acqua’". E' una delle testimonianze raccolte dagli inquirenti. Una circostanza riportata nel decreto di fermo disposto dal pm Giovanni Musarò che, oltre alla premeditazione, contesta anche l'aggravante dei futili motivi. E' emerso dalle testimonianze, inoltre, che Campiti non pagava i contributi al Consorzio Valleverde da circa sette anni. La presidente del Consorzio, rimasta ferita nella sparatoria, spiega che nei confronti di Campiti fece emettere "un decreto ingiuntivo di 1.700 euro che lo stesso non pagò mai. Qualche mese fa, intorno al mese di luglio ho fatto notificare a Campiti - afferma il testimone- un secondo decreto ingiuntivo di cui non ricordo l'importo preciso, che anche questa volta, non ha pagato".
LA DONNA FERITA - Resta in pericolo di vita Fabiana De Angelis, una delle tre persone ferite nella sparatoria di ieri a Roma, durante la riunione condominiale del consorzio Valleverde in un gazebo di via Monte Gilberto a Fidene, compiuta da Claudio Campiti, che ha ucciso tre donne. De Angelis è ricoverata in rianimazione all'ospedale Sant'Andrea e la situazione viene definita "complessa".
Migliorano invece le condizioni di Bruna Martelli, ricoverata in prognosi riservata al Policlinico Umberto I, condizioni che non destano preoccupazioni. E’ stato dimesso dal Policlinico Agostino Gemelli Silvio Paganini, il testimone 'eroe' che ieri ha disarmato Claudio Campiti dopo che aveva ucciso tre donne a colpi di pistola. Paganiniha lasciato l’ospedale poco dopo le 15 insieme ad alcuni familiari senza rilasciare commenti.
COMITATO ORDINE E SICUREZZA - "La città è stata colpita da un gravissimo episodio ma questo non significa che c’è stato un fallimento del sistema di sicurezza: Roma è e resta una città sicura". Lo ha detto il prefetto di Roma Bruno Frattasi al termine della riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, d'intesa con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, per esaminare i fatti di Fidene.
"La magistratura ora appurerà e vedrà quali sono le responsabilità per quanto avvenuto, io posso esprimere solo il mio dolore, la città - ha ribadito - è stata colpita ed è stato un choc emotivo per tutti ma Roma, ripeto, resta sicura. Una sicurezza che cerchiamo di assicurare tutti i giorni con i servizi che disponiamo e le forze di Polizia nei diversi quadranti della Capitale, grazie anche al supporto della polizia locale".
"Programmeremo una stretta sui poligoni di tiro - ha spiegato Frattasi - ne parleremo ora con il questore e le altre forze di Polizia per vedere i controlli amministrativi che noi possiamo fare quanto alla regolarità della conduzione della gestione da parte dei vari gestori di queste strutture".
"La riflessione, al di là delle possibili responsabilità personali, è che c'è chiaramente l'esigenza di un rafforzamento dei controlli sull'utilizzo delle armi nei tiro a segno nazionali e nei poligoni di tiro" ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
"Ho espresso a nome della città profondo dolore per il terribile omicidio e vicinanza alle famiglie e ai cari delle vittime, andrò a trovare i feriti in ospedale" ha affermato Gualtieri. "Segnalo, tra l’altro, l’atto di eroismo del signor Paganini, lo ringrazieremo particolarmente per questo - ha aggiunto - Siamo tutti scossi da questa tragica vicenda e di nuovo il mio pensiero va alle vittime, ai feriti e ai cari delle persone che sono rimaste coinvolte nell’atto di un folle".
LA PISTOLA - "Ha chiesto espressamente una Glock calibro 45 che aveva già operato in passato" al poligono di tiro, "quindi un’arma che ben sapeva utilizzare" riporta una delle testimonianze, raccolte dagli inquirenti, che hanno disposto il fermo di Campiti-. Questo era avvenuto alle 8.55 ma "successivamente si è accertato che nella stessa mattinata Campiti 'non si è visto sulla linea di tiro'". Inoltre, Campiti "sa usare benissimo le armi, come si desume dal diploma di idoneità al maneggio delle armi, rilasciatogli nel novembre 2019, dalla scheda tecnica di maneggio armi corte, del 9 novembre 2019 – 30 colpi sul bersaglio su 30 sparati – e dalla circostanza che da anni è socio del 'Tiro a segno Nazionale' di viale Tor di Quinto a Roma".
Altro dato che avvalora la premeditazione, aggravante contestata dal pubblico ministero Giovanni Musarò a Campiti insieme a quella dei futili motivi, è che il 57enne "da diversi anni non partecipava a un'assemblea del Consorzio, quindi – si sottolinea – già la sua presenza sul luogo dell’assemblea può ritenersi per certi versi 'anomala', tenuto anche conto del fatto che l’uomo risiede ad Ascrea, ad oltre 5 chilometri da Roma". "La premeditazione emerge chiaramente anche da altri oggetti", trovati a Campiti, "tutti sintomatici di un piano omicidiario organizzato nei dettagli: un secondo caricatore con colpi, 155 cartucce stesso calibro, un coltello a serramanico, lama 28 centimetri". Per gli inquirenti sono molteplici gli elementi che "depongono univocamente che la condotta di Campiti fosse stata premeditata fin nei mini particolari".
LA TELECAMERA E UN COLTELLO DA SUB - Una fototrappola usata come telecamera di sorveglianza e un coltello da sub sono stati sequestrati nella sua casa di Ascrea nel reatino. La perquisizione è stata compiuta dai carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma, del Nucleo investigativo di Rieti e della stazione Ascrea. Intanto, a quanto si apprende, Campiti era iscritto dal 2018 al poligono di via di Tor di Quinto, dove ieri mattina ha preso la pistola e le munizioni usate per compiere la strage.
L'UNIONE ITALIANA TIRO A SEGNO - L'efferato omicidio plurimo verificatosi nella mattinata di ieri in un quartiere di Roma per futili motivi nel corso di un'assemblea di condominio ha seminato dolore e sgomento nell’opinione pubblica con la morte di Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano e il ferimento di numerose altre persone. Il fatto che il presupposto di una tragedia simile sia maturato all’interno di un Poligono di Tiro chiama l’Unione Italiana Tiro a Segno, nella sua natura di ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero della Difesa (oltre ad essere federazione sportiva affiliata al Comitato Olimpico Nazionale Italiano) "ad un atto di responsabilità nel contribuire a individuare ogni possibile disfunzione possa aver creato i presupposti di quanto è poi accaduto".
"L’incredulità e il terrore provati da chi ha vissuto questa tragica mattinata, dai familiari di quanti hanno perso la vita o sono rimasti feriti esigono un’analisi attenta ed equilibrata dell’accaduto e degli errori eventualmente commessi per prevenire il rischio di processi sommari e di conclusioni affrettate. Lo sconcerto dei cittadini nel momento in cui possano vedere messa a repentaglio la loro incolumità per fatti e circostanze completamente fuori dal loro controllo ci richiama ad un’analisi seria e molto approfondita", spiega l'Unione Italiana Tiro a Segno.
"Dalla ricostruzione dei fatti che le autorità giudiziarie hanno effettuato e stanno effettuando in queste ore, emerge la sconcertante circostanza relativa all’arma utilizzata, risultata di proprietà del Poligono di Tiro a Segno di Roma, che l’autore del fatto delittuoso ha portato senza autorizzazione al di fuori della struttura per realizzare il suo folle progetto. L’Unione Italiana di Tiro a Segno non dispone certamente di poteri di polizia e il ruolo che essa svolge su tale materia consiste nella redazione dei regolamenti tecnici per l’effettuazione dei corsi di addestramento teorici e pratici per il rilascio della certificazione di idoneità all'uso delle armi da fuoco, necessaria per coloro che effettuano servizio armato presso enti pubblici e privati o che vogliano comunque ottenere una licenza di porto di armi, oltre, ovviamente, la correlata vigilanza circa il loro rispetto", spiega l'Uits.
L'idoneità dà diritto a chi ne sia titolare di esercitare attività di tiro all’interno delle strutture preposte utilizzando armi messe a disposizione dalla locale Sezione Tsn e costantemente depositate presso gli appositi locali di sicurezza, il tutto sottoposto alla puntuale osservanza di rigide di norme di legge. Il ruolo fatto che l’autore del reato, in quanto persona iscritta al TSN e in possesso della certificazione di idoneità, ieri mattina si sia presentato al Poligono richiedendo la possibilità di utilizzare un’arma per esercitazione rientra dunque nelle procedure consentite, mentre la circostanza assolutamente deprecabile è che abbia portato l’arma con sé e che il personale di servizio non abbia avuto modo di fermarlo prima che lasciasse la struttura", sottolinea l'Unione italiana Tiro a segno.
L’Unione Italiana Tiro a Segno nel frattempo rende noto che, "in attesa che le indagini facciano il loro corso, il Presidente della Sezione TSN di Roma si è autosospeso dalla carica di Presidente e di consigliere e pertanto il consiglio Direttivo della Sezione TSN Roma nominerà un Vice Presidente con il compito di provvedere a gestire l’ordinaria attività".
L’UITS comunica altresì che "quanto prima sarà incaricato il Procuratore Federale, coadiuvato dal segretario Generale UITS, e da due esperti, per i quali chiederà l’indicazione al Ministero della Difesa, nella sua qualità di Ente vigilante, per l’effettuazione di un’indagine amministrativa".