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Settimana corta nell'Esercito italiano, come funzionerà: la circolare e il chiarimento

I giorni lavorativi verranno ridotti da 5 a 4 per il personale militare in specifiche condizioni operative e ambientali. Generale Domenico Rossi all'Adnkronos: "Salvaguarda le esigenze operative e personali"

Soldati (Fotogramma)
Soldati (Fotogramma)
11 novembre 2024 | 16.45
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Settimana corta anche per l'esercito italiano. E' quanto si legge sulla circolare che, spiega l'associazione sindacale professionisti militari, "ufficializza la possibilità di adottare una settimana lavorativa corta, articolata su 4 giorni anziché 5, per il personale militare in specifiche condizioni operative e ambientali". "Rappresenta una vittoria importante per il nostro lavoro" commenta il segretario generale dell'Aspmi Francesco Gentile.

La giornata lavorativa

"Da sempre, infatti, sosteniamo che l'attuale direttiva sull'orario di lavoro sia già adeguata a consentire tale flessibilità senza necessità di ulteriori normative o interventi che rischierebbero di distogliere l'attenzione da questioni più urgenti e rilevanti al tavolo contrattuale. Consapevoli delle sfide quotidiane del personale militare, abbiamo preferito orientare i nostri sforzi verso una richiesta chiara e concreta: invece di sollecitare nuove normative, abbiamo chiesto allo Stato Maggiore un’integrazione che eliminasse qualsiasi margine di ambiguità interpretativa, rendendo applicabile la settimana corta in modo diretto e immediato. Già la circolare di luglio aveva aperto la strada a questa possibilità; con il nuovo documento, si specifica ora chiaramente che il personale militare può essere impiegato su una base di 4 giorni lavorativi settimanali, qualora ricorrano le condizioni operative necessarie".

"Il documento - prosegue il sindacato - esplicita che il Comandante di Corpo può riarticolare l’orario di lavoro dell’intera unità o di una parte di essa in risposta a esigenze specifiche, adattando le giornate lavorative, con l'opzione di ridurle a 4 o estenderle a 6, a seconda delle necessità operative. Questa riarticolazione si rivela quindi uno strumento gestionale prezioso, che permette ai Comandanti di Corpo di mantenere la continuità operativa dei reparti e garantire allo stesso tempo una maggiore attenzione alle condizioni del personale".

La flessibilità individuale

"La direttiva ribadisce l’importanza di distinguere tra 'riarticolazione dell’orario di servizio' e 'flessibilità individuale'. La prima si riferisce a una misura collettiva, applicata per specifiche esigenze operative dell’unità, senza tenere conto delle esigenze personali dei singoli militari. La flessibilità individuale, invece, consente al militare di adattare il proprio orario giornaliero (entro una fascia di inizio tra le 7 e le 9 e una fascia di fine tra le 15:30 e le 17:30) su richiesta e previa autorizzazione del Comandante, che conserva la facoltà di revocarla se incompatibile con il servizio".

"Questa circolare - conclude Gentile - rappresenta una vittoria significativa per Aspmi e per l’approccio pragmatico e risoluto con cui portiamo avanti i diritti dei militari. Abbiamo preferito agire in modo pratico, puntando su chiarimenti concreti che accelerassero l’implementazione delle misure, anziché richiedere normative aggiuntive che avrebbero potuto rallentare l’applicazione. Grazie a questa nostra iniziativa, il personale militare potrà ora beneficiare di una flessibilità che garantisce un equilibrio tra le necessità personali e le esigenze operative, rafforzando il benessere dei militari senza compromettere l'efficienza delle unità operative".

Generale Rossi: "Circolare settimana corta per salvaguarda esigenze operative e personali"

"Ritengo che la circolare di fatto chiarisca un quadro che salvaguarda le esigenze operative, ma tiene conto di quelle personali, garantendo una flessibilità che può andare incontro a entrambe" dice all’Adnkronos il Generale Domenico Rossi, già presidente Cocer ed ex sottosegretario alla difesa. In base alla circolare, spiega Rossi, “sempre e solo sulla base delle esigenze operative e dell’orario di servizio complessivo, delle ore settimanali che si devono fare, i comandanti possono o per tutta l’unità o per la singola unità articolare lo svolgimento del servizio su 4, 5 o 6 giorni. Accanto a questo viene ribadita la questione della flessibilità individuale: ci sono due fasce orarie, per cui si può entrare e uscire all’interno delle stesse ma questo è sempre su base di esigenze motivate e giudicate comunque dai comandanti”.

La precisazione

"In merito alle notizie pubblicate da alcuni organi di stampa relative alla riarticolazione dell’orario di servizio e alla possibilità per il personale dell’Esercito di poter ridurre a soli quattro giorni a settimana l’attività lavorativa, si precisa che tale interpretazione è del tutto fuorviante e non coerente con le normative in vigore". E' quanto precisa in una nota l'ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione dell'Esercito.

"Nello specifico il Comandante di Corpo può, temporaneamente e in via eccezionale, variare il numero delle giornate lavorative, per l’intera unità organizzativa o per parte di essa, aumentandole a sei giorni o riducendole a quattro, in presenza di particolari condizioni operative, addestrative, logistiche o ambientali, garantendo comunque la continuità del servizio e la funzionalità dell’unità stessa. Tale flessibilità - spiega l'Esercito - è dettata dalla necessità che il personale dell’Esercito Italiano, nell’assolvimento dei compiti istituzionali, sempre più spesso è chiamato ad operare in ogni condizione ambientale, in Italia e all’estero, anche oltre il normale orario di servizio e per periodi continuativi per garantire la difesa e la salvaguardia della collettività, specialmente in situazioni di rischio ed emergenza".

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