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Pg Cassazione: "Palamara tentò di condizionare Csm su nomine"

La procura generale: "Scorretto verso candidati procura Roma"

Foto Fotogramma
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17 luglio 2020 | 13.33
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Avere tentato di condizionare l’attività del Consiglio superiore della magistratura sulle nomine ai vertici di importanti uffici giudiziari. E' una delle contestazioni contenute nell’atto di incolpazione della procura generale della Cassazione nei confronti di Luca Palamara, per il quale il prossimo 21 luglio inizierà il processo disciplinare al Csm.

Palamara è accusato di "avere posto in essere un uso strumentale della propria qualità e posizione diretto, per la modalità di realizzazione a condizionare l’esercizio di funzioni costituzionalmente previste quali la proposta e la nomina di uffici direttivi di vari uffici giudiziari da parte del Consiglio superiore della magistratura".

Palamara "in violazione dei doveri di correttezza ed equilibrio" ha avuto "un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei colleghi che avevano presentato domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma", sostiene la procura generale della Cassazione in uno dei capi di incolpazione.

Un comportamento relativo al fatto che "discuteva in particolare in un incontro del 9 maggio 2019 della strategia da seguire ai fini della nomina oltre che con alcuni componenti del Csm anche con una persona Luca Lotti deputato al parlamento nazionale per la quale la procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio nel dicembre 2018 nell’ambito di una nota vicenda giudiziaria di risonanza nazionale", il caso Consip.

La procura generale fa riferimento a due dei candidati, Marcello Viola, pg di Firenze, e Giuseppe Creazzo, capo della Procura fiorentina . "In particolare detto comportamento era sicuramente grave poiché erano altresì delineate ed approfondite le eventuali ragioni ostative alla nomina di alcuni dei candidati asseritamente derivanti da un processo concernente il dottor Viola in corso a Caltanissetta"’ si legge nell’incolpazione, ed erano "delineate e affrontate anche al fine di una loro enfatizzazione vicende che concernerebbero il dottor Creazzo ipoteticamente ostative alla designazione".

Il comportamento scorretto di Palamara riguarderebbe inoltre, a giudizio della procura generale della Cassazione, anche i colleghi romani Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Roma, e Paolo Ielo, procuratore aggiunto.

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