Preghiera per la pace in Ucraina e nel mondo. Bergoglio all'incontro internazionale interreligioso 'Il grido della pace': "Disinneschiamo i conflitti con l'arma del dialogo"
Il Papa è al Colosseo per la preghiera per la pace in Ucraina e nel mondo all'incontro internazionale interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, dal titolo 'Il grido della pace'. Ad accogliere il Pontefice al suo arrivo, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Cei cardinale Matteo Zuppi, il fondatore della S.Egidio Andrea Riccardi e i rappresentanti delle comunità cristiane. Il Santo Padre ha quindi salutato Edith Bruck, scrittrice sopravvissuta alla Shoah.
"Quest'anno la nostra preghiera è diventata un 'grido', perché oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata: e questo in Europa, cioè nel continente che nel secolo scorso ha vissuto le tragedie delle due guerre mondiali. Oggi siamo nella terza guerra", denuncia il Papa nel suo discorso.
"Purtroppo - dice Francesco - da allora, le guerre non hanno mai smesso di insanguinare e impoverire la terra, ma il momento che stiamo vivendo è particolarmente drammatico. Per questo abbiamo elevato la nostra preghiera a Dio, che sempre ascolta il grido angosciato dei suoi figli".
"La pace è nel cuore delle religioni, nelle loro Scritture e nel loro messaggio. Nel silenzio della preghiera, questa sera, abbiamo sentito il grido della pace: la pace soffocata in tante regioni del mondo, umiliata da troppe violenze, negata perfino ai bambini e agli anziani, cui non sono risparmiate le terribili asprezze della guerra. Il grido della pace - denuncia il Pontefice- viene spesso zittito, oltre che dalla retorica bellica, anche dall’indifferenza. E tacitato dall’odio che cresce mentre ci si combatte".
"Disinneschiamo i conflitti con l’arma del dialogo", l'appello del Papa. Bergoglio cita Giovanni XXIII e ricorda che nel corso della "grave crisi internazionale, nell’ottobre 1962, mentre sembravano vicini uno scontro militare e una deflagrazione nucleare, San Giovanni XXIII fece questo appello: ‘Noi supplichiamo tutti i governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Che facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace. Eviteranno così al mondo gli orrori di una guerra, di cui non si può prevedere quali saranno le terribili conseguenze. Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra’.
"Sessant’anni dopo - dice con dolore Francesco ricordando le parole pronunciate in occasione dell’incontro con il mondo accademico a Bologna ad ottobre 2017 -, queste parole suonano di impressionante attualità. Le faccio mie. Non siamo ‘neutrali, ma schierati per la pace. Perciò invochiamo lo ius pacis come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza’".
"Un anno fa - ricorda ancora il Papa - incontrandoci proprio qui, davanti al Colosseo, lanciammo un appello, oggi ancora più attuale: ’Le Religioni non possono essere utilizzate per la guerra. Solo la pace è santa e nessuno usi il nome di Dio per benedire il terrore e la violenza. Se vedete intorno a voi le guerre, non rassegnatevi! I popoli desiderano la pace’. E quanto cercheremo di continuare a fare, sempre meglio, giorno per giorno. Quindi il monito: "Non rassegniamoci alla guerra, coltiviamo semi di riconciliazione; e oggi eleviamo al Cielo il grido della pace, ancora con le parole di San Giovanni XXIII: ‘Si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace’".