Trasferiti dall'isola in 1.650 ed entro venerdì altri 6.000
Un neonato è morto annegato al largo di Lampedusa durante uno degli sbarchi di migranti diretti sull'isola. Secondo quanto apprende l'Adnkronos un barchino con a bordo decine di migranti si è capovolto e diverse persone sono finite in acqua. Tra loro un neonato di cinque mesi, che è morto annegato.
La mamma del neonato, che sarebbe ancora minorenne ed era accompagnata dalla sorella con un bambino piccolo e da un cognato, è all'hotspot di Lampedusa, supportata dalle psicologhe. Dovrebbe essere trasferita al più presto in una struttura in provincia di Agrigento. Secondo quanto emerge, la barca con il bimbo a bordo si sarebbe capovolta perché gli occupanti si sono mossi quando hanno visto arrivare la motovedetta della Guardia costiera. Gli altri migranti sono stati recuperati dalla Guardia costiera. La salma è stata portata alla camera mortuaria del cimitero.
Il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino ha proclamato per domani il lutto cittadino. Suoneranno le campane a morto e si terrà una marcia silenziosa.
Tante le famiglie con minori presenti nell'hotspot. "Stiamo reggendo nella gestione dell’accoglienza, concentrandoci in particolare sui più fragili - spiegano dalla Croce Rossa che gestisce il centro di contrada Imbriacola -, ma è evidente che deve continuare a funzionare in queste ore il processo dei trasferimenti dall'isola che, fino a questo momento, ha consentito di mantenere la situazione sotto controllo. È importante anche sotto il profilo umanitario che l'hotspot non vada oltre una soglia critica di presenze".
A quanto apprende l'Adnkronos, oggi sono stati trasferiti da Lampedusa 1.650 migranti. Domani è previsto il trasferimento di altri 3.750 e venerdì di altri 2.270 migranti. Stasera all'hotspot sono quasi 7.000.
"È terribile apprendere la notizia della morte di un altro bambino di soli 5 mesi, l'ultima innocente vittima del Mediterraneo, annegato dopo essere caduto in acqua poco distante dal porto di Lampedusa" dice Save the Children, esprimendo "il più sentito cordoglio alla mamma e la vicinanza alle persone sopravvissute e a tutti i soccorritori impegnati giorno e notte per salvare vite umane". "Questa ennesima tragedia non può essere considerata una fatalità, ma richiama ancora una volta l'urgenza di un'assunzione di responsabilità europea e nazionale, a partire dalla messa in campo di un sistema strutturato di ricerca e soccorso coordinato nel Mediterraneo. L'Ue e gli Stati Membri hanno l'obbligo di cooperare e coordinarsi per soccorrere le persone in difficoltà nel Mediterraneo, ai propri confini, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale".