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Naufragio Crotone, identificata ultima vittima: è bimbo 5 anni

Morti anche genitori e i fratellini. Proseguono ricerche dispersi: 70 i morti accertati

(Afp)
(Afp)
05 marzo 2023 | 10.40
LETTURA: 4 minuti

(dall'inviata Elvira Terranova) - Ha un nome e un cognome 'KR70, l'ultima vittima del naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro (Crotone). Si tratta di un bambino di 5 anni e mezzo, proveniente dall'Afghanistan. Nel naufragio, come apprende l'Adnkronos, sono morti il papà, la mamma e due fratellini. Uno di un anno mezzo, nel freddo linguaggio burocratico 'KR46', mentre il terzo fratellino è ancora disperso. A riconoscere il bimbo di 5 anni e mezzo sono stati gli zii che sono arrivati dalla Germania. Nel Cara di Capo Rizzuto ci sono altre mamme e altri papà che hanno perso i figli. Non ci sono genitori vivi con figli o dispersi. Ci sono due padri che cercano i propri figli. Sono sedici i bambini morti finora nel naufragio, anche se altri risultano ancora dispersi.

Intanto proseguono senza sosta le ricerche dei dispersi in mare dopo il naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro (Crotone). I morti accertati, fino a questo momento, sono 70, tra cui 16 bambini. Gli ultimi due ritrovamenti ieri, il primo, un bambino di 3 anni, ieri mattina e nel pomeriggio, un altro bambino, di poco più grande.

I dispersi sono tra i 30 e i 40, secondo la ricostruzione dei parenti e dei superstiti. Tra cui molti bambini. Vigili del fuoco e Guardia costiera stanno setacciando tutta la costa, mentre sulla spiaggia semplici cittadini arrivano alla spicciolata con mazzi di fiori tra le mani per rendere omaggio alle vittime. Alle 15.30 dal lungomare di Steccato la via Crucis a cui parteciperà anche il vescovo Angelo Raffaele Panzetta.

Questa mattina, cattedrale a Crotone, don Pasquale Aceto ha ricordato nella sua omelia che "non sono numeri, sono persone. Sentiamo il bisogno di fare nostro l’appello del Santo padre Papa Francesco. Siamo tutti migranti chiamati a vivere la vita in pellegrinaggio". "Non lasciamoci addomesticare dal male, vinciamo il male con il bene", ha affermato nella chiesa affollata di fedeli. E ha aggiunto: "Preghiamo per le vittime del naufragio" ribadendo che "non sono numeri ma persone".

"Perché il dolore dei nostri fratelli possa essere alleviato - dice ancora il prete - per chi soffre per la dipartita di persone care chiediamo il dono della consolazione e a noi l’impegnò di un mondo migliore". Per don Pasquale Aceto "tragedie come il naufragio di Cutro sono frutto della divisone del cuore".

Domani da Interpol accertamento irripetibile su cellulare scafista

Domani sarà eseguito dall’Interpol di Catania un accertamento irripetibile sul telefono cellulare dello scafista minorenne pachistano arrestato lunedì scorso con l’accusa di avere organizzato il viaggio insieme con altri tre scafisti. In carcere ci sono anche un turco e un altro pachistano.

Il telefono del giovane, che respinge ogni accusa, è l’unico cellulare trovato agli scafisti dopo il naufragio costato la vita ad almeno 70 persone. Ecco perché è ritenuto particolarmente importante l’esame che sarà eseguito domani mattina a Catania. Da lì gli investigatori potranno estrapolare dati molto importanti. I contatti con i trafficanti di esseri umani ad esempio. Con chi ha chattato il giovane prima di partire da Smirne? Con chi aveva i contatti in Turchia? Chi sono i suoi complici?

Nell’ordinanza di custodia cautelare la gip del tribunale dei minori di Catanzaro, ha scritto che il giovane sarebbe "aduso alla gestione dei percorsi migratori". Il che sarebbe desumibile "dal ruolo assunto sin da prima dell'arrivo sulla costa turca". Nello specifico viene posta l'attenzione sulle "allarmanti modalità di commissione del delitto". La gip parla anche della "inquietante disinvoltura" con la quale il 17enne avrebbe affrontato il viaggio nel corso della traversata, "la dimestichezza manifestata nella gestione del viaggio quale dato segnaletico della consuetudine con il mondo del crimine connesso ai percorsi migratori". Tutto questo farebbe parte di una serie di "elementi sintomatici" che hanno connotato "una personalità altamente pericolosa e priva di remore".

Il giovane resta in carcere. Nel caso venisse scarcerato c’è "un elevatissimo rischio, più che mai impellente e attuale, di recidivanza delittuosa in termini di preoccupante progressione criminosa". In sostanza ci sarebbe il pericolo di recidivanza a carico del minorenne, che avrebbe avuto un ruolo non indifferente prima come organizzatore del viaggio e poi durante la navigazione.

Tra le altre cose il ragazzo avrebbe poi regolato i turni "di coloro che erano temporaneamente autorizzati a salire in coperta così coadiuvando fattivamente i coindagati nella navigazione". Il giorno prima era stata disposta la misura cautelare in carcere per gli altri due che sono indagati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio colposo e lesioni, Sami Fuat, 50enne turco e Khalid Arslan, 25enne pakistano.

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