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Messina Denaro, pizzini a Provenzano: "Ricevuto nome politico, non fanno niente per niente…"

I messaggi inviati tra il 2003 e il 2006

(Fotogramma)
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25 gennaio 2023 | 17.37
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La riverenza per il capo, il 'rispetto delle regole' di 'Cosa Nostra' e la consapevolezza che davanti a tanti arresti compiuti nella 'guerra', condotta da magistratura e forze dell'ordine contro la criminalità organizzata, "sono nato in questo modo e morirò in questo modo". E' una delle frasi contenute nei pizzini scritti da Matteo Messina Denaro e ritrovati nel covo di Bernardo Provenzano, quando venne catturato l'11 aprile 2006 in una masseria a Corleone, in provincia di Palermo. Dai messaggi scambiati tra i due mafiosi stragisti tra il 2003 e il 2006, una decina di comunicazioni che Adnkronos ha rimesso in fila, emerge lo spaccato di quel mondo. "Lei mi dice che i soldi nella vita non sono tutto e che ci sono cose buone che con i soldi non si possono comprare – scriveva Messina Denaro a 'zio Bernardo' in uno dei messaggi firmati "suo nipote Alessio" - sono d'accordissimo con lei, perché io ho sempre pensato che si può essere uomini senza una lira e si può essere pieni di soldi ed essere fango".

"Le dico che io ho fatto della correttezza la mia filosofia di vita - aggiunge - ed il fatto che io mi sia rivolto a lei dimostra proprio ciò, ora mi affido completamente nelle sue mani e nelle sue decisioni, tutto ciò che lei deciderà io l'accetterò senza problemi e senza creare problemi, questa per me è onestà". Messaggi in cui viene sempre sottolineata la riverenza per il boss, come si legge in un altro passaggio del pizzino: "Qualsiasi sua decisione andrà benissimo perché lei può disporre di me come un figlio". E ancora: "Mio caro zio, nella sua lettera ho trovato delle belle parole, lei mi dice che siamo tutti e due sulla stessa barca dobbiamo fare di tutto per non farla affondare, mi dice pure di studiare come superare per non essere criticati ma apprezzati, io la ringrazio immensamente di questa fiducia che mi dà, posso dirle che io mi affido nelle sue mani, quello che fa lei per me è ben fatto e se fa lei possiamo solo essere apprezzati".

Nello stesso pizzino, rispondendo a una richiesta di Provenzano, Messina Denaro spiegava: ‘’Purtroppo non posso aiutarla perché a Marsala al momento non abbiamo più a nessuno, sono tutti dentro, pure i rimpiazzi e i rimpiazzi dei rimpiazzi, non c’è più a chi metterci, c’è solo di aspettare nella speranza che esca qualcuno che ha cose più leggere per potere riprendere tutti i discorsi. Si figuri che anche T mi ha chiesto un favore di Marsala e non lo posso aiutare, infatti ho dato a lui la stessa risposta che ho dato a lei, nella speranza che lui comprenda la situazione che si è venuta a creare su Marsala e anche su altri paesi, purtroppo qua le batoste sono state a ruota continua e tra l’altro non accennano a finire – sottolinea il capomafia - credo che alla fine arresteranno pure le sedie quando avranno finito con le persone. Dunque sarà compito mio appena ci sarà qualcuno a Marsala di informarla e quindi di risolvere ciò di cui lei e T avete bisogno, credo che lei mi comprenderà perché avendo a che fare un po’ con tutti di sicuro sa che ci sono altre zone al momento combinate come Marsala’’.

In una situazione di grande difficoltà per ‘Cosa Nostra’, colpita sempre più duramente da magistratura e forze dell’ordine, Messina Denaro manifesta scarsa ‘fiducia’ verso la ‘politica’. In un pizzino inviato tra il 2004 e il 2005, scrive a Provenzano: ‘’Noi sappiamo come sono i politici che non fanno niente per niente e noi non abbiamo più alcuna forza di contrattualità, ecco perché non credo che ci sia qualche politico che si vada a sporcare la bocca per noi, comunque come si suole dire staremo a vedere. Per il nome del politico lo scriva a parte e lo fa avere a 121, poi sarà 121 a dirlo a me e io capirò’’. E dopo aver ricevuto la risposta da Provenzano, Messina Denaro in un altro pizzino risponde: “Si ho gia’ ricevuto il nome del politico”. In un messaggio al boss, infine, c’è una vera e propria ‘professione di fede’, quasi un testamento: ‘’Vorrei umilmente dirle che io non sono meglio di lei, preferisco dire che io appartengo a lei, per come d’altronde è sempre stato, io ho sempre una via che è la vostra, sono nato in questo modo e morirò in questo modo, è una certezza ciò’’.

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