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Maltrattamenti a scuola, l'esperto: "Già 100 casi l'anno e andrà peggio"

Foto di repertorio (Fotogramma)
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18 gennaio 2019 | 15.47
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Almeno tre casi di maltrattamenti dall'inizio del 2019 e un'impennata di denunce negli ultimi anni che hanno portato ad arresti o sospensioni dall’insegnamento di maestre o educatrici. "E dobbiamo renderci conto che, senza un intervento concreto e sollecito da parte delle istituzioni, con il passare del tempo la situazione peggiorerà", dice all'Adnkronos Vittorio Lodolo D'Oria, esperto in Stress Lavoro Correlato degli insegnanti.

"Da cinque anni a questa parte, da quando il fenomeno è sensibilmente aumentato, mi occupo delle numerose denunce di presunti maltrattamenti da parte delle maestre a danno dei propri alunni che supera oggi di gran lunga i 100 casi all’anno - sottolinea l'esperto di burnout (o esaurimento da lavoro) che ha una pagina Facebook dedicata all'argomento - Uno dei problemi fondamentali è che le nostre maestre sono diventate le più vecchie d’Europa. Negli ultimi 20 anni sono state fatte quattro riforme previdenziali sostanzialmente al buio. Si è passati dalle baby pensioni alla Fornero, che è sbagliata perché non ha tenuto conto dell'usura psicofisica e della anzianità di servizio cioè ha trascurato le malattie professionali degli insegnanti ancora oggi da riconoscere ufficialmente dalle istituzioni. Il 90% dei casi a processo, che ho analizzato, riguarda maestre con più di 55 anni e con almeno 30 anni di anzianità di servizio".

"C'è da dire anche che il ruolo del dirigente scolastico, in questi casi, è imprescindibile essendo responsabile dell’incolumità dei bambini che frequentano il suo istituto. Quindi di fronte a presunti maltrattamenti i genitori dovrebbero rivolgersi in prima battuta a lei o lui che conosce le gerarchie, le competenze, le incombenze e ha tutti gli strumenti per intervenire - afferma Vittorio Lodolo D'Oria - ma visto che per molti è necessario che le Forze dell’ordine intervengano a ristabilire le storture nella scuola, almeno forniamo loro le necessarie conoscenze gestionali e le relative dinamiche per intervenire. E quindi perché i ministeri dell'Istruzione e della Giustizia di fronte a questo fenomeno non si sono mai confrontati?".

"In Italia le malattie professionali degli insegnanti non sono ancora ufficialmente riconosciute e questo è un grosso problema - sottolinea l'esperto - l'80% delle diagnosi di inidoneità sono di tipo psichiatrico. Ma noi non abbiamo a disposizione i dati nazionali che potrebbero invece far sì che queste malattie vengano definite. L'ufficio III del ministero dell'Economia mi ha negato i dati sulle inidoneità all'insegnamento per causa di salute nel 2015 e di nuovo ai sindacati Gilda e Anief nel maggio 2018".

"Detto questo, a chi chiede telecamere nei nidi e nelle scuole dell’infanzia rispondo con una domanda: non è meglio che a ripristinare la normalità nell'ambiente scolastico sia colui che è preposto a questo compito? - afferma Vittorio Lodolo D'Oria - Il principale interlocutore è sempre e comunque il dirigente scolastico che è chiamato ad assumere tutte le iniziative utili a scongiurare un qualsiasi danno psicofisico ai minori. Anche per i tempi lunghi che necessariamente richiedono le indagini".

"I poteri del dirigente vanno dal semplice richiamo verbale alla sospensione cautelare - ricorda l'esperto - qualora l’origine delle violenze al minore fosse verosimilmente imputabile a turbe psichiche del docente, il dirigente scolastico ha la facoltà di richiedere un accertamento medico d’ufficio in Collegio Medico di Verifica che fa capo al ministero dell'Economia. Per gli agenti a cui viene sporta la denuncia di presunti maltrattamenti la scuola rappresenta un pianeta inesplorato".

"Più che le telecamere sarebbe importante applicare il decreto legge 81/08 che, all'articolo 28, prevede la prevenzione e il monitoraggio dello Stress Lavoro Correlato per la tutela della salute dei docenti - sottolinea ancora Vittorio Lodolo D'Oria - un decreto che non è mai stato finanziato". "Sono pochi i dirigenti che fanno prevenzione e spesso lo fanno male, con test anonimi e dalle domande inadeguate", aggiunge convinto che "la sicurezza/incolumità dei bambini passi attraverso la salute (mentale) degli insegnanti".

"Insomma è scandaloso che le istituzioni non si siedano a un tavolo per trovare una soluzione a un fenomeno in crescita - conclude - i ministeri dell'Istruzione e di Giustizia non possono continuare a far finta di niente. Sarebbe necessario istituire un tavolo interistituzionale per affrontare il duplice fenomeno dei maltrattamenti nei confronti della piccola utenza così come quello delle violenze sui docenti".

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