di Chiara Moretti
Finire nella rete dell'usura è più semplice di quanto non si immagini. Ne sa qualcosa Francesca, nome di fantasia, una signora originaria di un paesino della provincia umbra, che si è trovata a dover chiedere un prestito perché chi le doveva l'affitto non pagava da mesi. "Avevo calcolato di avere quei soldi e, invece, non sono arrivati. Ho cominciato a fare debiti. Prima una piccola cifra, poi via via l'importo è salito e sono finita nei guai".
L'usura? In Italia 'non esiste': solo 163 denunce in tre mesi
Non è stato un problema, racconta, per lei trovare chi le avrebbe prestato quei 2500 euro. Non si sa perché, ammette, sembra che nessuno li conosca, ma se chiedi "in giro si sa". "Sono persone normalissime, anzi a me quel signore anziano, vestito di tutto punto, mi era sembrato anche rassicurante. Mi ha dato quei soldi, poi, il debito cresceva. Non riuscivo a stare dietro agli interessi, sempre più alti, e mano a mano la cifra saliva. Passavo da uno strozzino all'altro per coprire il debito precedente". Era sempre lo stesso, il primo, racconta, che la indirizzava. "La prima volta ci siamo incontrati in un ufficio, poi in un parcheggio e io firmavo assegni, uno dopo l'altro, sempre di più. Ed ero sola, è stato questo il mio errore: non chiedere aiuto a nessuno".
Il momento più brutto? Quando Francesca è stata sfrattata perché ormai piena di debiti. E' finita sulla strada con il marito, la figlia e i suoi due suoceri molto anziani, che non sapevano nulla. Fino a quel giorno in cui ha ricevuto la telefonata delle forze dell'ordine. "Lei, signora, lo conosce? (l'usuraio, ndr.) Non menta, lo sappiamo" le hanno chiesto, da lì il processo e la nuova vita. Ora ha un lavoro e una casa. Ce l'ha fatta grazie alla sua famiglia che, nonostante tutto, non l'ha abbandonata. "E' stato grazie a mio marito, che pensi, l'ha saputo il giorno stesso in cui l'hanno sbattuto fuori casa per i miei debiti e mi è rimasto accanto - conclude -. Lui, mia figlia e i miei suoceri sono stati la mia vera forza".