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"Insulti e sputi contro ragazze velate", la denuncia della Comunità islamica di Bologna

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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16 novembre 2015 | 13.46
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Dopo gli attacchi di Parigi "tira una brutta aria islamofobica, abbiamo ricevuto in questi giorni le segnalazioni di ragazze velate che sono state bersaglio di insulti e frasi come 'tornate a casa vostra' o 'criminali, assassini' e di sputi, sugli autobus o al mercato, gli sguardi biechi ormai sono all'ordine del giorno". Questo il clima che il presidente della Comunità Islamica di Bologna (Cib), Yassine Lafram, descrive all'Adnkronos, spiegando che "sembra di essere tornati a dopo l'11 settembre". Episodi di ostilità, dunque, "di aggressioni oltraggiose" è quanto la Cib di Bologna registra, sotto le Due Torri, in seguito all'attacco terroristico in Francia.

"Non abbiamo denunciato questi fatti all'autorità perché non vogliamo cadere in vittimismi - aggiunge Lafram - e non vogliamo distogliere l'attenzione dalle vittime francesi, alle quali abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà e vicinanza".

"Come Cib abbiamo condannato senza se e senza tutte le stragi e ora gli attacchi di Parigi - continua - e non vogliamo cadere nel gioco dei terroristi che ci vogliono 'nemici in casa', è il momento di fare fronte comune di ricompattarci tutti e di stare uniti contro l'ideologia del terrore". "Noi ci siamo sempre dissociati, siamo scesi in piazza - prosegue Lafram - la Francia e l'Europa intera sono state molto danneggiate, ma anche noi siamo stati molto danneggiati dalle accuse islamofobiche rivolte ai musulmani dai giornali, nei talk show televisivi, come se fossimo collusi con i fondamentalisti, come se approvassimo questi pazzoidi".

"La comunità islamica è stata vittima degli sciacalli delle crisi, degli imprenditori della paura e spesso anche di quei politici che sono in prima linea nell'alimentare una guerra tra poveri in cui non possono trascinarci" rimarca il presidente del Cib, ricordando come, al contrario, "sono 13 anni che promuoviamo il dialogo interreligioso, il confronto, ci siamo esposti nel condannare e nel dissociarci, ma quando vediamo queste reazioni ci sembra tutto perso. Ci sembra di dovere ricominciare sempre daccapo e questo ci devasta".

"Dopo l'attentato a Charlie Hebdo - sottolinea Lafram - abbiamo avuto tantissime mail di minacce e insulti, anche su Facebook, è brutto da dire ma ci stiamo abituando". Non solo. "Prima l'islamofobo si nascondeva sotto falsi profili, ora invece lo fanno con nome, cognome e foto" riferisce il presidente del Cib, convinto che "ci sono liberi cittadini che sentono di poter imitare Salvini, con la differenza che magari il politico si contiene, il libero cittadino non ha peli sulla lingua".

Tuttavia, ribadisce, "abbiamo scelto di non denunciare, per non puntare il dito e non fare le vittime, ma la città deve essere vicina alla Comunità islamica, ci deve essere una presa di posizione seria, altrimenti ci toccherà fare una campagna informativa, ma non vogliamo fare nascere una polemica e preferiamo mantenere un basso profilo". Sotto le Due Torri, in realtà, il dialogo c'è. "Con il sindaco e anche con alcuni assessori ci siamo sentiti e confrontati" ha spiegato Lafram che sabato era al presidio di solidarietà alla Francia, accanto alle istituzioni e ai cittadini, nel Cortile di Palazzo D'Accursio. "Oggi saremo in consiglio comunale - continua - siamo stati invitati e abbiamo accettato l'invito, ma non potremo intervenire, ci è stato detto che interverrà solo la comunità francese".

Di fronte al clima ostile che gli islamici avvertono nei loro confronti anche a Bologna, "c'è la tendenza a chiudersi, a stare in disparte" racconta Lafram, "dal punto di vista della percezione emotiva, umana, notiamo una certa ipocrisia: ci accusano di non dissociarci abbastanza, di non essere scesi in piazza abbastanza, di non esserci autoflagellati abbastanza, ci viene chiesto di piangere i morti occidentali, ma quando muoiono i musulmani, e penso ad esempio all'ultimo attacco a Beirut, il mondo occidentale non spende una mezza parola, non accende mezza candela. E' un mondo malato".

Dal punto di vista della sicurezza, infine, "dalle moschee e dalla città non ci sono giunte segnalazioni particolari, né abbiamo notato qualche misura restrittiva, così come non abbiamo ricevuto telefonate, neanche amichevoli, da parte della Prefettura". "Noi ovviamente siamo a disposizione delle autorità per qualsiasi confronto - assicura Lafram - non ci sostituiremo mai alle autorità competenti, ma siamo molto vigili e attenti a chi gira nelle moschee. Per la verità siamo molto attenti e vigili alle persone che transitano e arrivano in città, fin da dopo l'11 settembre. C'è un maggiore controllo, ma evitiamo allarmismi".

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