D'Abramo (Spallanzani): "Il vaccino è un'arma in più nella lotta alla prevenzione di questa malattia che ha un impatto globale"
In Italia nel 2024 sono 3 i casi confermati di Chikungunya, tutti associati a viaggi all’estero, l'età media è di 46 anni, il 67% di sesso maschile e non c'è stato nessun decesso. Il punto sulla malattia virale è presente della pagina dedicata dell'Istituto superiore di sanità che monitora le arbovirosi in Italia, l'ultimo bollettino è relativo ad aprile. La Chikungunya è caratterizzata da febbre e forti dolori e viene trasmessa all’uomo da zanzare infette, in particolare del genere Aedes.
Il primo vaccino anti-Chikungunya approvato dall'Ema e da utilizzare per proteggere gli adulti di età pari o superiore a 18 anni, "è un'arma in più nella lotta alla prevenzione di questa malattia che ha un impatto globale e sarà utile soprattutto nelle aree endemiche per questa malattia virale che ogni anno fa registrare milioni di casi. Questo vaccino era già stato approvato nel novembre 2023 dall'Fda americana. E' un vaccino vivo attenuato a singola dose e i dati pubblicati sugli anticorpi neutralizzanti dimostrano una buona sicurezza ed efficacia". Così all'Adnkronos Salute Alessandra D'Abramo, dirigente medico del reparto di Malattie infettive ad alta intensità dell'Inmi Spallanzani di Roma.
"Nel 2017 c'è stata una epidemia di Chikungunya nel Lazio con oltre 400 casi, precedentemente in Emilia Romagna nel 2007 - ricorda - Qui in Italia abbiamo il vettore, la zanzara tigre, e quindi nel momento in cui c'è una importazione del virus" da parte di un viaggiatore che rientra da zone endemiche "è facile che si possa diffondere". Il vaccino da solo "però non aiuta, contro le arbovirosi serve un'azione combinata e strategie integrate, ovvero il vaccino e una politica di prevenzione sulla diffusione del vettore", conclude.