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Da 'La Vanguardia' a Francesco Guccini, continua la fuga da X

Dagli Stati Uniti all'Italia, si parla di "contenuti tossici" e di "manipolazione dei pensieri politici" in merito al social network di Elon Musk

La schermata generata da X una volta eliminato il proprio account - X
La schermata generata da X una volta eliminato il proprio account - X
14 novembre 2024 | 17.10
LETTURA: 4 minuti

Continua la fuga da X da parte di testate giornalistiche e noti nomi dello spettacolo italiano e statunitensi. A causarla è il suo patron, Elon Musk, scelto dal neo eletto presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump per guidare il dipartimento per l'Efficienza governativa.

Le testate giornalistiche ed eventi internazionali

Il primo giornale a dire addio a X è stato il 'Guardian', storico quotidiano della sinistra britannica. A seguirlo è stato il giornale spagolo 'La Vanguardia' che ha annunciato la chiusura degli account sulla piattaforma, denunciando "contenuti tossici" e una "deriva" che "lede i concetti minimi di etica e giustizia". Jordi Juan, direttore del quotidiano spagnolo, ha spiegato in un editoriale che 'La Vanguardia' ha deciso di interrompere la pubblicazione di post su X nel giorno in cui è stata resa nota la decisione di Donald Trump di nominare Elon Musk alla guida del Doge, acronimo del dipartimento per l'efficienza governativa della prossima Amministrazione Trump.

L'account X resterà 'congelato'. La decisione del giornale arriva "per non contribuire con il traffico creato da 'La Vanguardia' alla crescita" della piattaforma. L'accusa è che dall'arrivo di Musk, X "ha abusato sempre più di contenuti tossici e manipolati grazie alla proliferazione di bot".

Secondo Jordi Juan, "i consueti team di moderazione che impedivano i contenuti violenti o che incitavano all'odio sono andati scomparendo e la rete è entrata in una deriva che viola i concetti minimi di etica o giustizia che dovremmo rispettare in una società democratica". Sul social sono consentite "teorie del complotto" o la diffusione di fake news che "hanno trovato su X una cassa di risonanza perfetta per poter essere amplificate", è l'accusa. Per Jordi Juan, hanno contribuito alla decisione di dire addio a X la campagna elettorale "o le menzogne diffuse" con la Spagna che faceva i conti con le conseguenze devastanti del fenomeno 'Dana'.

Anche la Berlinale, storico festival del cinema di Berlino, lascia il social network. Nel messaggio pubblicato sull'ex Twitter, la kermesse annuncia che dirà addio a X il 31 dicembre 2024. "Grazie per averci seguito in tutti questi anni. Restiamo connessi su Instagram, Facebook, LinkedIn, YouTube, e il nostro sito web", si legge.

Le celebrità italiane

Anche in Italia molti stanno scegliendo di lasciare X, dopo le esternazioni di Elon Musk sui giudici italiani in merito ai trattenimenti di migranti in Albania. Tra gli ultimi artisti a cancellarsi dal social c'è Francesco Guccini. "Elon Musk - ha detto il cantautore - ha delle idee che sono lontane anni luce dalle mie. Non ho alcun interesse a comunicare su una piattaforma che contribuisce a plasmare narrazioni e a manipolare pensieri politici. Continuerò a vivere serenamente nella mia Pavana, credo che nessuno sentirà la mia mancanza su X".

Qualche ora prima Piero Pelù ed Elio e le storie tese avevano annunciato ai propri fan l'addio al social network per gli stessi motivi. "Riteniamo Elon Musk un pericolo per la democrazia e la libertà e non abbiamo intenzione di continuare a far parte di una piattaforma di cui è proprietario e che utilizza spudoratamente per la sua orribile propaganda", avevano scritto Elio e le storie tese. Un pensiero forse non condiviso da tutta la band: il tastierista Rocco Tanica, infatti, non ha abbandonato la piattaforma e ha continuato a twittare fino a stamattina.

Poi c'è Alessandro Gassmann, da anni molto attivo sul social network, che sta ancora riflettendo sul da farsi. "In tanti stanno lasciando questa piattaforma che è molto cambiata da quando decisi di entrarvi - ha scritto stamattina l'attore - . Se dovessi anche io uscirne mi dispiacerà comunque salutare tutti quelli che fin qui mi hanno dato la loro attenzione, ma forse è la decisione giusta in questo momento".

La Commissione Ue non vuole boicottare Musk

Di diverso avviso è la Commissione Europea che ha voluto esternare apertamente la propria posizione. Thomas Regnier, portavoce della Commissione per l’economia digitale, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, ha detto che "ovviamente la Commissione usa le piattaforme social” per raggiungere i cittadini e dare comunicazioni sul lavoro che svolge e X "è una delle 15 piattaforme" su cui opera. Ricordando che l’esecutivo Ue ha di recente aperto profili anche sulle piattaforme rivali Threads, Mastodon e Bluesky, Regnier ha sottolineato che la Commissione continua a sostenere un’iniziativa di campagna pubblicitaria su X, avviata dopo le stragi del 7 ottobre 2023 e inerente alla disinformazione in Medio Oriente, aggiunge Reigner. L’esecutivo Ue (che a luglio ha avviato un'indagine contro X) "continuerà a monitorare gli sviluppi".

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