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"Basta passerelle", nasce il fronte 'No Cara'

(AFP)
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25 gennaio 2019 | 13.59
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"Basta passerelle, il Cara di Castelnuovo di Porto è costato agli italiani più di 72 milioni di euro e ha portato solo degrado e delinquenza". A parlare all'AdnKronos è Giuseppe Gioia, vicesindaco di Montelibretti, a capo del fronte degli amministratori 'anti Cara' che a partire da sabato mattina saranno in mobilitazione permanente sul posto. Monterotondo, Torrita Tiberina, Sant'Oreste, Capena: sono tanti i consiglieri comunali che 'si ribellano' alla descrizione che i media stanno dando di quanto sta avvenendo nel piccolo centro alle porte di Roma. Un'immagine che definiscono "totalmente distorta" perché, assicurano, i cittadini dell'area, "checché ne dicano i sindaci di Castelnuovo e di Cerveteri, che fanno solo propaganda", sono "in larghissima parte a favore della chiusura del centro", dentro il quale gli stessi immigrati vivevano in condizioni "ben sotto il limite del decoro".

"Le manifestazioni e le passerelle del sindaco Travaglini, delle cooperative e della sinistra, non sono a difesa dei diritti degli immigrati, ma solo a tutela degli interessi di chi ci guadagna" spiega Gioia, parlando di una "struttura che è stata al centro dell'inchiesta Mafia Capitale e oggetto di indagini da parte dell'Anticorruzione con milioni di euro di soldi pubblici, spesi per ingrassare il 'sistema dell'accoglienza' e alimentare il malaffare, il tutto sulla pelle degli immigrati e a danno dei cittadini".

Detto questo, aggiunge, è chiaro che "se a questi sgomberi non seguiranno i rimpatri, ci ritroveremo con centinaia di persone che vagheranno per Roma e provincia e il problema del degrado e della delinquenza sarà semplicemente spostato altrove". Gioia se la prende con il sindaco di Cerveteri, che viene a difendere una struttura che "si trova a più di 70 km dalla sua cittadina".

Contro la struttura si schiera il gruppo consiliare 'Insieme per Castelnuovo'. "Il Cara è costato in dieci anni 12 milioni di euro. L’immobile è fatiscente. Le condizioni di vita degli ospiti sono ben al di sotto del limite del decoro - sottolineano i consiglieri -. Fatti di cronaca, puntualmente riportati sulla stampa, riferiscono di ripetuti episodi di degrado e criminalità. Gli stessi residenti di Ponte Storto segnalano in continuazione zone franche di illegalità intorno al Centro. Quindi l’annuncio della chiusura del Centro dovrebbe essere accolto con favore".

"Il nostro Comune - rivendicano - dal 2008 ha fatto la sua parte, in termini di solidarietà, seppur vincolato dalle scarse risorse umane ed economiche disponibili. Dopo più di dieci anni crediamo sia arrivato il momento alleggerire il nostro territorio di questa struttura. Riteniamo che la vera preoccupazione debba essere rivolta ai Castelnovesi che lavorano al Centro, focalizzando tutti gli sforzi al fine di individuare un progetto alternativo per quell'area. Questa sì, sarebbe una giusta solidarietà pienamente condivisibile".

CASTELNUOVO DI PORTO - "Il Cara non è mai stato un paradiso né per i migranti, né per gli abitanti di Castelnuovo. Basta leggere i giornali degli ultimi anni - rincara la dose Luigi Galdiero (Crescere Insieme), consigliere di minoranza Castelnuovo di Porto -. E certamente questo sistema di accoglienza emergenziale andava superato perché non rappresenta la risposta adeguata ai problemi dell'integrazione. Dobbiamo avere tutti il coraggio di guardare in faccia la realtà e di raccontare tutta la verità, non solo una parte".

MONTEROTONDO - Contro il Cara si schierano anche consiglieri di Monterotondo e Sant'Oreste e Torrita Tiberina. "Ho visto di persona il degrado che con la faccenda Cara si è creato sui nostri territori - dice Antonio Terenzi, capogruppo Fratelli d'Italia a Monterotondo -. Mi unisco a coloro che plaudono allo sgombero. Non ci sto ad ascoltare senza fiatare le voci finto buoniste della sinistra locale, che con parole inverosimili descrivono una realtà immaginaria".

SANT'ORESTE - "Dieci anni fa quando il Cara apri i battenti per ospitare i 'presunti' richiedenti asilo - rivendica il consigliere comunale di Sant'Oreste, Andrea Miscia (Casapound) - Cpi fu la prima forza a scendere in piazza per denunciare quella che con il tempo è diventata una situazione ingestibile dal punto di vista di sicurezza, pulizia e degrado. Oggi, oltre a queste condizioni, ci troviamo anche a parlare di una struttura che ai cittadini italiani costa milioni di euro. Più di 500 persone e circa 150 dipendenti delle cooperative, con una media di un operatore ogni tre persone, numeri che parlano da soli. Ad accompagnate questo teatrino una stampa faziosa che sta riportando la voce dell’interesse politico ed economico, anziché quella di una cittadinanza esultante che finalmente può ricontare su una zona ormai abbandonata da anni”

TORRITA TIBERINA - Sulle stesse posizioni i consiglieri di minoranza del Comune di Torrita Tiberina, che in un documento firmato da tutto il gruppo si dicono "indignati per i toni che sta assumendo la polemica scoppiata in seguito alla chiusura del cara di Castelnuovo di Porto, alimentata dal sindaco Travaglini e da certa parte della sinistra locale. Le condizioni nelle quali versava il centro erano impietose oltre che carenti sotto il punto di vista della sicurezza ma pure delle più elementari norme igienico sanitarie".

"Il degrado che imperversava fuori sulla Tiberina e dentro l'area in cui era sito, non poteva essere tollerato - sottolineano Giulio Maria Di Giulio, Silvia Pieroncini, Damiano Eustachi - Dalla prostituzione minorile alla tossicodipendenza, fino allo spaccio di sostanze stupefacenti, da oltre dieci anni la situazione era scaduta nelle peggiori delle condizioni esasperate. Si ristabilisca il senso civico e il rispetto per il territorio, non è più consentito a nessuno sprecare risorse che andrebbero destinate a migliorare le condizioni di vita della popolazione italiana”.

CAPENA - "I decreti, che si chiamino Salvini o vattelapesca, sono leggi dello Stato e come tali vanno rispettati, anche quando non ci piacciono" sottolinea Marta Paganelli, consigliere del Gruppo Misto a Capena, che spiega: "Le notizie diffuse da molti media di una certa parte politica hanno parlato di deportazione improvvisa, lo ha fatto lo stesso sindaco Travaglini, quando peraltro i bene informati riferiscono che il Comune di Castelnuovo aveva ricevuto la comunicazione ufficiale dello sgombero il 10 gennaio scorso. Trovo quindi inappropriate le passerelle mediatiche del sindaco Travaglini e della solita sinistra che, invece di costituire un'alternativa politica, continua con le vecchie modalità che hanno fatto la fortuna di Lega e M5S e di un Di Maio che su questa vicenda non ha avuto il coraggio di spendere una sola parola".

"Nel Cara - aggiunge Paganelli - c'erano persone perbene e spacciatori, persone oneste e delinquenti e prostitute, non era certo l'oasi felice che si vuole far credere. Tutta la mia vicinanza umana ai primi e alle famiglie dei lavoratori che temono per il loro futuro. Vorrei tanto però che qualcuno mi spiegasse perché sono spariti un centinaio di profughi, dove sono andati e chi li ha lasciati andare. Non vorrei che, come troppo spesso avviene, facciamo finta di risolvere un problema con spot altisonanti e ne creiamo un altro superiore. Dove sono queste persone? Dove dormono? Come mangiano? Diventeranno fresca manovalanza della delinquenza? I nostri figli faranno lo slalom tra i loro giacigli dentro alle stazioni? O ci troveremo con una nuova baraccopoli?".

"Il dato di fatto allarmante - conclude la consigliera - è uno solo: nessuno si è preoccupato delle sorti umane di queste persone, sono solo lo strumento perfetto da cavalcare per la solita propaganda politica e, con le elezioni europee alle porte, nessuno è disposto a lasciarselo scappare. E questo decreto Salvini, seppur legge da rispettare, andrebbe rivisto e perfezionato per evitare di spostare i problemi da una parte all'altra senza risolvere risolverli veramente".

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