
Almeno 400.000 i palestinesi fuggiti dall'enclave palestinese. Linee telefoniche e internet interrotti. Smotrich choc: "Sarà una miniera d'oro immobiliare da spartire con gli Usa". Tajani: "Aderiamo a dichiarazione Onu sullo Stato di Palestina"
Prosegue l'avanzata di Israele nella Striscia di Gaza: almeno 400.000 i palestinesi fuggiti dall'enclave palestinese, mentre l'esercito di Tel Aviv continua i raid provocando anche oggi, giovedì 18 settembre, decine di morti. Almeno 29 i palestinesi rimasti uccisi dall'alba, tra cui 19 a Gaza City, riferisce la tv satellitare al-Jazeera, citando fonti ospedaliere. In totale la guerra di Israele contro Hamas ha ucciso oltre 65mila persone e ferito 165.697 dall’ottobre 2023. E si ritiene che altre migliaia siano sepolte sotto i detriti degli edifici distrutti.
"Sull'orlo del collasso" gli ospedali già sovraffollati, ha dichiarato il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, chiedendo la "fine di queste condizioni disumane". "L'incursione militare e gli ordini di evacuazione nel nord di Gaza stanno provocando nuove ondate di sfollamenti, costringendo le famiglie traumatizzate a trasferirsi in un'area sempre più piccola e inadatta alla dignità umana", ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus su X, avvertendo che "gli ospedali, già sovraffollati, sono sull'orlo del collasso, mentre l'escalation della violenza blocca l'accesso e impedisce all'Oms di consegnare forniture salvavita".
Interrotte in tutta la Striscia le linee telefoniche e internet, segno che le operazioni di terra potrebbero intensificarsi a breve, scrive Haaretz, aggiungendo che sono stati avvistati carri armati israeliani in due punti di accesso al centro di Gaza City. Le forze israeliane controllano la periferia orientale della città e negli ultimi giorni hanno bombardato le zone di Sheikh Radwan e Tel Al-Hawa, da dove sarebbero posizionate per avanzare verso le zone centrali e occidentali dove si è rifugiata la maggior parte della popolazione.
"La disconnessione di Internet e dei servizi telefonici è un cattivo presagio. È sempre stato un brutto segnale: sta per succedere qualcosa di molto brutto", ha riferito una fonte al giornale israeliano. "La situazione intorno a me è davvero disperata. Le persone nelle tende e nelle case sono molto preoccupate per la loro vita. Molti non possono permettersi di andarsene, ma molti non vogliono", ha aggiunto.
Ed è polemica sulle dichiarazioni choc del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, secondo il quale alla fine della guerra la Striscia di Gaza sarà ''una miniera d'oro immobiliare'' e sono stati ''avviati negoziati con gli americani'' per come dividere l'enclave palestinese e far sì che la ricostruzione ''si paghi da sola''. E il premier israeliano Benjamin Netanyahu sarà ricevuto lunedì da Trump alla Casa Bianca alle 17 ora italiana, riferiscono i media israeliani.
Oggi invece il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si appresta a votare una risoluzione volta a ottenere un cessate il fuoco e un ampliamento dell'accesso umanitario nella Striscia. Tale iniziativa gode del sostegno di una maggioranza di membri, i quali intendono procedere nonostante i reiterati veti posti dagli Stati Uniti.
La Spagna indagherà sulle "violazioni dei diritti umani a Gaza" per assistere la Corte penale internazionale, che ha chiesto mandati di arresto per funzionari israeliani per presunti crimini di guerra. Lo ha dichiarato la procura generale spagnola, aggiungendo di avere "emesso un decreto per creare un gruppo di lavoro incaricato di indagare sulle violazioni del diritto internazionale dei diritti umani a Gaza" per "raccogliere prove e metterle a disposizione dell'organismo competente, adempiendo così agli obblighi della Spagna in materia di cooperazione internazionale e diritti umani".
Oggi il Wall Street Journal che torna su Trump "frustrato" dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. La "frustrazione" sarebbe esplosa dopo l'operazione israeliana in Qatar. "Mi sta fregando", avrebbe detto Trump riferendosi a Netanyahu, secondo funzionari che hanno detto di aver sentito quelle parole e vengono citati dal giornale. Il presidente parlava con collaboratori di alto livello. C'era anche, si legge, il segretario di Stato Usa, Marco Rubio.
No comment, almeno per ora, dalla Casa Bianca. Un funzionario israeliano di alto livello ha descritto come eccellenti i rapporti tra Netanyahu e Trump e ha parlato di qualsiasi segnale in senso contrario come di "fake news".
Chi conosce il premier israeliano e il tycoon, scrive il Wsj, afferma che sono affini, entrambi convinti di essere outsider impegnati per la riforma di un sistema corrotto. E, prosegue il giornale citando fonti che sarebbero a conoscenza delle convinzioni di Netanyahu, i rapporti si spiegherebbero anche con l'influenza del leader israeliano sul Congresso e sui media del fronte repubblicano. Trump, conclude il quotidiano, non vuole una rottura pubblica con Netanyahu, è orgoglioso - secondo funzionari americani - dei suoi rapporti con il premier israeliano e del sostegno a Israele e Netanyahu ha creato un rapporto in cui può rischiare momentanee le ire del tycoon, sapendo che si placheranno.
"La soluzione dei due Stati è stata, è e rimarrà la priorità per l'Unione europea in questa complessa questione geopolitica", e in linea con quanto detto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al discorso sullo Stato dell'Unione europea "crediamo che ora sia il momento più importante di tutti per rafforzare questo impegno". Lo afferma il portavoce dell'esecutivo Ue Olof Gill nel corso del briefing giornaliero con la stampa, ricordando che von der Leyen parteciperà all'evento dedicato alla soluzione a due Stati la prossima settimana a New York "proprio per mantenere questo slancio". In parallelo, Gill pone l'accento sulla necessità di "separare, per quanto tale separazione sia possibile, il lavoro che stiamo facendo riguardo alla soluzione dei due Stati e il lavoro che facciamo per combattere l'antisemitismo in tutte le sue forme".
"Il 22 settembre a New York aderiremo con convinzione a una dichiarazione nell’ambito delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di costruire uno Stato palestinese e far cessare le ostilità. Sostenere la soluzione a due Stati vuol dire anche salvaguardarne le premesse", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel messaggio che ha inviato all'evento "Palermo, crocevia del Mediterraneo" della Fondazione Med-or in corso nel capoluogo siciliano.
"Penso in primo luogo a Gaza, dove in questi mesi si è vista una vera e propria carneficina. Siamo contrari all'offensiva a Gaza per i rischi per la popolazione civile, a ogni ipotesi di trasferimento forzato dei palestinesi dalla Striscia. Così come condanniamo qualsiasi proposito di espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, o di sua annessione. Lavoriamo per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e l’accesso degli aiuti umanitari. Non possiamo e non vogliamo rassegnarci a un’ulteriore escalation militare, che aggraverebbe una crisi umanitaria che è già catastrofica".
Il senatore statunitense Bernie Sanders denuncia l'intervento di Israele nella Striscia di Gaza e per la prima volta, evidenziano i media americani, usa il termine "genocidio" ed è il primo senatore a farlo. "Riconosco che molte persone potrebbero non essere d'accordo con questa conclusione", afferma in un intervento pubblicato sul suo sito web dal titolo "E' genocidio" dopo le conclusioni di un'inchiesta indipendente delle Nazioni Unite.
"La verità è che la strada è chiara, sia che si parli di genocidio, pulizia etnica, atrocità di massa o crimini di guerra - scrive dopo l'avvio dell'offensiva di terra delle forze israeliane a Gaza City - Noi, americani, dobbiamo porre fine alla nostra complicità nel massacro del popolo palestinese".
Sanders, nato da una famiglia ebrea, critica il "pieno sostegno" dell'Amministrazione Trump a quella che considera una "politica di pulizia etnica" del governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu "a Gaza e in Cisgiordania". "Dopo aver reso la vita invivibile con bombardamenti e fame, spingono per la migrazione 'volontaria' dei palestinesi verso Paesi vicini per spianare la strada alla visione perversa del presidente Trump di una 'Riviera del Medio Oriente' - incalza il senatore eletto per il Vermont - Negli ultimi due anni (dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele), Israele non si è limitato a difendersi da Hamas". Ma, afferma, "ha scatenato una guerra totale contro l'intero popolo palestinese".