È aperto il cantiere della nuova legge di Bilancio. Sul piano politico, ci sono le indicazioni che la premier Giorgia Meloni ha sintetizzato nel suo intervento all’assemblea di Confindustria, mercoledì 18 settembre: “Vogliamo seguire la stessa impostazione seguita finora, una legge di bilancio che parte dal buon senso e dalle serietà, che concentra le risorse per le imprese che creano lavoro e per le famiglie con figli, e nella difesa della salute dei cittadini”. Queste indicazioni politiche devono trovare ora riscontro nelle misure che saranno messe in campo. È prevedibile un rafforzamento dell’assegno unico e una riduzione delle tasse a chi ha figli, con l’aumento delle spese detraibili in base al numero dei figli. Potrebbe essere poi esteso anche alle lavoratrici a partita Iva con almeno due figli il bonus mamme. Si va verso la conferma anche per il 2025 del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con i redditi più bassi, introdotto per il solo 2024 dalla scorsa legge di bilancio, e verso la proroga delle tre aliquote Irpef. Per le imprese, il governo ragiona sulla detrazione del costo del lavoro per quelle che assumono a tempo indeterminato. Un capitolo su cui è attesa discussione è quello delle pensioni. Il vincolo principale, che determina il perimetro entro il quale ci si può muovere, è imposto dalle risorse disponibili. Come indicato nel Piano strategico di bilancio, la spesa primaria netta crescerà, in media, non più dell’1,5% nei prossimi sette anni. Tradotto in una misura più concreta: il governo potrà spendere al massimo 15 miliardi in più all’anno. L’altro paletto è quello degli impegni sull’andamento dei conti pubblici. Si impone una politica fiscale prudente e responsabile, proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/PIL già nel 2026. Qualche margine di manovra si è intravisto quando sono arrivati i nuovi dati diffusi dall’Istat. Il ricalcolo del Pil italiano degli ultimi anni ha avuto un effetto sul deficit dello scorso anno, risultato più basso rispetto alla stima preliminare. La conseguenza, in linea teorica, è che potrebbero servire meno tagli del previsto per rispettare le regole europee e tenere i conti in ordine e che ci potrebbero essere quindi risorse inaspettate da dedicare alle misure sulle quali si vuole investire. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha però minimizzato l’impatto della correzione, considerata di lieve entità. Intanto, è delineato il calendario dei prossimi passi. Le risoluzioni in Parlamento sul Piano strategico di bilancio dovrebbero essere votate il 3 o il 4 ottobre, il draft della manovra sarà consegnato a Bruxelles il 15 ottobre e la legge di bilancio dovrebbe prendere la sua forma definitiva il 20 ottobre.