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Variante Omicron Italia, sintomi lievi e contagi: cosa dicono gli esperti

Locatelli: "Va tenuta sotto controllo, eccessivo preoccuparsi". Galli: "Non uccide vaccinati". Bassetti: "Chi è vaccinato è protetto da malattia grave e morte"

(Afp)
(Afp)
29 novembre 2021 | 14.45
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Riflettori accesi sulla variante Omicron del Covid, su dati e contagi, e su quelli che al momento sembrano sintomi lievi, come nel caso del 'paziente zero' in Italia. Per il coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, preoccuparsi per Omicron "è eccessivo". Questa variante di Sars Cov- 2 "è diventata velocemente largamente preponderante in Sudafrica" e si ipotizza una sua "maggior contagiosità". Per questo va "tenuta sotto controllo" e non bisogna "né sottovalutare né drammatizzare" dice Locatelli a SkyTg24.

Secondo il coordinatore del Cts "tutto ci fa ipotizzare che Omicron sia più contagiosa. Dobbiamo capire se ci sia una maggiore patogenicità, ma sembrerebbe di no, anche se la popolazione del Sudafrica è più giovane rispetto a quella italiana". "Ad oggi nessuna variante si è dimostrata resistente all’effetto dei vaccini" sottolinea. E "la terza dose per contrastare anche la variante è necessaria". Rispetto all'ipotesi di una quarta dose vaccinale nel prossimo futuro, Locatelli spiega che "non si può escludere".

"In pochi giorni ho sentito troppo allarmismo tra i colleghi e anche tra i politici: evitiamo questo atteggiamento - commenta all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova - I vaccini che stiamo usando ci stanno proteggendo dalla malattia grave e dal rischio di morte. E questa è l'unica cosa che ci interessa".

"Il nostro obiettivo primario è di ridurre i ricoveri in ospedale e al momento, per questa eventualità, chi è vaccinato con due dosi è protetto anche da Omicron - dice Bassetti - Si confermano ulteriormente due cose: che i Paesi più vaccinati hanno meno problemi rispetto a chi è più indietro, come il Sud Africa, e che i vaccini nonostante tutto, ad esempio le tante mutazioni di Omicron, funzionano".

Sulla variante Omicron "ci vorranno due settimane per sapere qualcosa in più. Secondo me la situazione non è così devastante ad oggi ma dobbiamo pre-occuparci nel senso di prevedere lo scenario peggiore per attrezzarci al meglio dal punto di vista del tracciamento, dell'individuazione e dell'approfondimento" afferma all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano.

"I dati ad oggi ci dicono che Omicron è più contagiosa, quello sì ma - sottolinea l'esperto - forse i casi non sono nemmeno tanto pesanti, stando a quelli individuati ad oggi. Però - ricorda Pregliasco - sono su vaccinati e questo è l'elemento che rimane come dubbio".

L'allarme sulla variante Omicron di Sars-Cov -2 "è prematuro ed eccessivo" dice all'Adnkronos Salute Carlo Signorelli, ordinario di Igiene e direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Sono necessari i dati per commentare o pronunciarsi. Al momento non ne sappiamo nulla, in particolare come si comporta la variante rispetto ai vaccini. In questa situazione 'scuotere' con notizie forti i mercati è esagerato" aggiunge.

"L'atteggiamento corretto è attendere i dati - continua Signorelli - e il discrimine sarà, ovviamente, l'efficacia dei vaccini contro Omicron. Se i vaccini sono efficaci, sarà una variante come le altre. Se non dovessero essere così, ma fino ad oggi non è mai successo ed è improbabile - sottolinea - dovremmo preoccuparci di più. Dobbiamo andare avanti con un atteggiamento di prudenza, ovviamente, ma questo non vuol dire che dobbiamo allarmarci".

"I dati che arrivano dal Sudafrica sulla variante Omicron di Sars-CoV-2 sembrano suggerire che non ci sia una patogenicità più alta, una malattia più severa, e le mutazioni dovrebbero essere tutte coperte dagli anticorpi e dalle cellule T indotte dal vaccino. Quasi certamente non sarà in grado di bucare la protezione dei vaccini" afferma Mario Clerici, docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, che all'Adnkronos Salute spiega: "Ovviamente tutta questa attenzione sulla variante Omicron è utilissima per tenere alta la guardia, ma non mi sembra che dal punto di vista dell'espressione di malattia ci sarà una differenza".

La sensazione, continua l'esperto, "è che le 32 mutazioni sulla proteina Spike del virus non siano più pericolose e che non ci sarà una fuga dal vaccino, cioè il vaccino sarà comunque in grado di proteggere. La vaccinazione induce anticorpi contro tutta la proteina Spike, anche contro le porzioni mutate in Omicron. E probabilmente non servirà riaggiornare i vaccini che abbiamo a disposizione oggi. Ma se anche si rivelerà necessario, il grandissimo vantaggio dei vaccini a mRna è che sono plastici e si possono cambiare nel giro di pochissimo tempo. Ma non credo servirà, anche perché se il virus muta troppo la sua Spike in modo tale da sfuggire ai vaccini, poi rischia di non riuscire più a legarsi alle nostre cellule. Quindi può mutare lo Spike fino a un certo punto, poi basta". Se c'è dunque un messaggio da lanciare alle persone è: "Non abbassate la guardia, vaccinatevi e col vaccino al 99% vi proteggerete anche contro la Omicron".

"E' presto per preoccuparsi troppo della variante Omicron", i cui sintomi al momento sembrano lievi, "ma è giusto mantenere alta l'attenzione. Questo perché non abbiamo molte informazioni. Sappiamo, è vero, quali sono i cambiamenti che la caratterizzano. Ma possiamo fare solo alcune ipotesi sulle conseguenze di questi cambiamenti, come per esempio la maggiore contagiosità". Lo spiega all'Adnkronos Salute il virologo Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, ricordando che "a volte quello che si riscontra quando il virus accumula molte mutazioni, come nel caso di questa variante, è che potrebbe persino risultare attenuata la sua capacità di causare sintomi. Questo perché, cambiando molte caratteristiche, il virus spesso diventa sì più contagioso ma meno capace di dare forme acute".

Al momento, però, "non abbiamo molte informazioni sulle conseguenze dell'infezione da variante Omicron. Sappiamo che le persone contagiate in Sudafrica non hanno avuto necessità di ricovero e hanno tutte una sintomatologia lieve. Si tratta però di persone giovani, e questo elemento deve essere valutato. Quello che dobbiamo fare ora è aspettare, un paio di settimane, il tempo necessario ad avere i dati scientifici e verificare se questa variante è in grado di sfuggire al sistema immunitario o resistere ai vaccini. Al momento non ci sono evidenze che sia così".

"Sembra che la variante Omicron non abbia provocato sintomi particolarmente gravi. Se il vaccino è un ombrello con qualche buco, quando piove lo uso comunque". Il professor Massimo Galli risponde così, a L'aria che tira, alle domande sulla nuova variante Omicron. "Ci è stato detto che Omicron presenta 32 mutazioni e una dozzina sono localizzate nel punto d'attacco delle nostre cellule: per questo è diventata automaticamente una variante preoccupante, ma non sembra che uccida le persone vaccinate. I sintomi sembrano lievi ma abbiamo bisogno di tempo per valutare più dati", dice Galli.

"Va mantenuto il massimo dell'attenzione, ma non è il caso di prendere posizioni eccessivamente allarmiste. Non è la variante che buca tutto, potrebbe bucare in parte. E' il caso che la gente si vaccini e la terza dose dovrebbe aiutarci a mettere in sicurezza i cittadini. Se il vaccino è un ombrello con qualche buco, quando piove lo uso comunque. Se il vaccino verrà aggiornato, ne approfitteremo quando sarà disponibile", conclude Galli.

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