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Vaccino Covid, Prodi: "Disastro se non cambia musica"

"Problema è la disponibilità. Abbiamo bisogno di 10 miliardi di vaccino: quest'anno ne produrremo 2"

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27 febbraio 2021 | 12.53
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Se sulla disponibilità dei vaccini anti coronavirus nel mondo "non cambia la musica", allora sarà "un vero disastro". Parola di Romano Prodi, intervenuto oggi all'incontro su "Democrazia e futuro dell'Europa: lo stato delle cose", organizzato dalla scuola di formazione per "Architetti della Politica" PoliMiNa ("Politica Milano-Napoli"). "Il problema - ha spiegato l'ex premier - è avere una disponibilità del vaccino che deve essere enorme. Se noi non vacciniamo tutto il mondo, il virus ritorna indietro. Siccome siamo 7 miliardi da vaccinare, se non almeno 5 o 6, abbiamo bisogno di 10 miliardi di vaccino: quest'anno ne produrremo 2. Se non cambia la musica è un vero disastro".

"Nessuno dei grandi produttori europei - ha continuato - è arrivato a fare il vaccino. E' una cosa abbastanza strana, perché il 'dio' dei vaccini è l'Istituto Pasteur. I produttori sono extracomunitari e può darsi che abbiano favorito il loro governo, soprattutto quando Biden ha detto 'facciamo una grandissima campagna'. Noi siamo rimasti evidentemente in condizioni di difficoltà dovute al fatto che ogni produttore ha favorito il suo governo". "Rimprovero la Commissione europea: per problemi di questo genere bisognava picchiare i pugni sul tavolo e dire 'signori qui non c'è proprietà intellettuale che tenga, tutti hanno il diritto di utilizzare la ricerca altrui'", ha rimarcato Prodi.

"Storicamente - ha poi spiegato Prodi passando all'economia - il debito lo si chiude in 3 modi: inflazione, sviluppo o non pagandolo. Il terzo non è che lo possiamo fare, perché siamo membri di una Comunità europea. Ci restano gli altri 2. Lo sviluppo è quello virtuoso, l'inflazione è meno virtuosa. Non trovo altro modo per pagare il debito".

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