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Ucraina, Zelensky: "Meritiamo la Nato". Kiev aspetta nuovi aiuti

"Attendiamo l’invito ufficiale a luglio nel vertice di Vilnius"

(Afp)
(Afp)
21 aprile 2023 | 00.01
LETTURA: 3 minuti

L'Ucraina merita di entrare nella Nato e attende l'invito ufficiale a luglio, nel vertice di Vilnius. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky compila il calendario di Kiev dopo l'incontro con Jens Stoltenberg, segretario generale dell'Alleanza Atlantica. A Ramstein, in Germania, tra poche ore i Paesi che sostengono l'Ucraina discuteranno nuovi aiuti in vista della controffensiva di primavera nella guerra con la Russia. "La difesa dell'Ucraina: di questo si è parlato con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a Kiev. Difesa dell'intero ordine internazionale basato sulle regole. Protezione della vita", dice Zelensky nel suo messaggio serale affidato a Telegram.

"Ci stiamo preparando per la riunione di Ramstein", dice facendo riferimento alla riunione del gruppo di contatto in programma oggi nella base americana in Germania. Kiev chiederà nuovi aiuti, in particolare per la difesa aerea. "La posizione del signor Stoltenberg è importante. Ci stiamo preparando per le nostre azioni attive al fronte: sono inevitabili", dice. "Ci stiamo preparando per il vertice della Nato a Vilnius, previsto per l'estate di quest'anno", aggiunge facendo riferimento all'appuntamento dell'11 e 12 luglio. "Ma il suo contenuto è già in fase di elaborazione proprio in questi incontri, nei contatti di vari livelli che conduciamo con i nostri partner. Né la maggioranza degli ucraini, né la maggioranza degli europei, né la maggioranza degli abitanti dell'intero spazio Nato capiranno i leader dell'Alleanza, se all'Ucraina non verrà indirizzato a Vilnius un meritato invito a entrare nell'Alleanza".

"L'Ucraina ha fatto di tutto per garantire che la richiesta fosse soddisfatta. È difficile persino dire quale contributo alla sicurezza euro-atlantica europea sia maggiore rispetto a quello che viene garantito dai nostri soldati. Uomini e donne ucraini difendono la libertà con la vita. Grazie a tutti i partner che ci supportano in questo".

BIDEN - Joe Biden e Ursula von der Leyen hanno avuto un colloquio telefonico in cui hanno parlato del recente "viaggio a Pechino della presidente della Commissione Ue e del loro comune impegno per mantenere l'ordine internazionale basato sulle regole, i diritti umani ed eque pratiche commerciali". Lo rende noto con un comunicato la Casa Bianca, aggiungendo che i due leader hanno ribadito "l'impegno di Stati Uniti e Unione Europea per assicurare che l'Ucraina abbia l'assistenza economica di cui ha bisogno e a continuare a lavorare insieme per imporre al Cremlino il prezzo dell'aggressione russa".

LAVROV - "Gli Stati Uniti hanno lanciato una crociata contro la Russia, contro i suoi interessi legittimi, contro la sua cultura e le sue tradizioni" ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che ha accusato ancora una volta la Casa Bianca di "inondare di armi" l'Ucraina. E ha ribadito che le relazioni tra Washington e Mosca sono ormai ridotte ai minimi storici. "Non abbiamo nessuna relazione speciale in questo momento, discutiamo solo dei problemi di necessità che si presentano alle nostre ambasciate", ha affermato.

MACRON - Nel colloquio telefonico con Joe Biden, Emmanuel Macron ha "presentato i risultati ottenuti con la sua visita a Pechino e Caton, la Cina ha avuto un ruolo da svolgere nel contribuire, a medio termine, alla fine del conflitto nel rispetto dei principi e gli scopi della Carta delle Nazioni Unite". E' quanto riferisce l'Eliseo in un comunicato in cui si sottolinea che i due leader "hanno convenuto sull'importanza di continuare a coinvolgere le autorità cinesi su questa base".

"Il capo dello Stato ha anche sottolineato l'importante contributo dell'Unione Europea a sostegno dell'Ucraina che supera, combinando gli gli aspetti civili e militari, i 67 miliardi di euro - continua la nota della presidenza francese - e ha egualmente ricordato l'importanza che gli europei continuino ad armarsi per assumere le proprie responsabilità nel condividere il peso della sicurezza transatlantica. La Francia - aggiunge la nota - farebbe tutta la sua parte, con la sua nuova legge sulla programmazione militare".

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