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Ucraina, stilista armena: "Né Putin né Zelensky, sediamoci al tavolo della pace"

Naira Khachatryan ha studiato e vissuto in Russia: "Troppe vittime innocenti sono state sacrificate, soprattutto giovani che chiedevano di vivere"

Naira Khachatryan
Naira Khachatryan
02 febbraio 2023 | 18.50
LETTURA: 3 minuti

"Vivo la guerra tra russi e ucraini con rabbia e impotenza. Le mie radici mi riportano inconsciamente ad un altro genocidio, quello degli armeni in Turchia. Nessuno vuole questa guerra. Che le grandi potenze siedano al tavolo della pace, al più presto. Troppo vittime innocenti sono state già sacrificate, soprattutto giovani che chiedevano solo di vivere”. È quanto dichiara all’Adnkronos la stilista armena Naira Khachatryan che in questi giorni sta esponendo la nuova collezione di maglieria A/I 2023/ 2024, nell’ambito delle sfilate romane di Altaroma, nello showroom di Piazza Capranica.

“Questa guerra sta creando odio, rancore, acredine tra i due popoli - prosegue la stilista, che ha vissuto e studiato in Russia in Siberia nei pressi della città di Vladivostok - Un conflitto assurdo, incomprensibile. Ho deciso di non guardare più la televisione, ho un figlio di 21 anni, non riuscirei a pensarlo arruolato per combattere una guerra che giudico ingiusta e inutile”.

E sull’intervento di Volodymyr Zelensky a Sanremo Naira Khachatryan non ha dubbi: “Non lo vedrò, ne sono convinta - aggiunge - Non amo né Putin né Zelensky. Siamo all’interno di un grande gioco politico, protagonisti inconsapevoli, nostro malgrado. Con questa guerra stanno creando una sorta di blocco, di isolamento mentale nell’’umanità. È accaduto anche con il Covid - continua la stilista ucraina- Poi c’è stata la guerra. È come se ci obbligassero ad essere ‘prigionieri’ di qualcosa più grande di noi”.

E conclude ricordando: “Non riesco a capire... Volete fare la guerra? Viviamo in un mondo evoluto. Fate scendere in campo robot e automi, salveremo vite umane. Non si può continuare a morire per qualcosa che non ci appartiene. Su questa terra, in fondo, siamo tutti di passaggio”.

Il cuore batte per l’Armenia, il suo Paese d’origine, ma la collezione A/I 2023/ 2024 di Naira Khachatryan, presente nello show room di Piazza Capranica per Altaroma, è anche un omaggio a Elsa Schiaparelli, stilista italiana, vissuta a Parigi, massima signora della Moda del ‘900, celebrata nella capitale francese con una imponente mostra al Musee des Arts Decoratifs (‘Shocking! The surreal world of Elsa Schiaparelli’). In mostra 50 look di maglieria pura, un viaggio nelle fibre nobili, dalle lane merinos extrafine alle viscose fluidi e sottili come seta, con inserti in lurex che donano riflessi, come metalli preziosi capaci di trasformare ogni abito in un gioiello perfetto per ogni donna, per ogni taglia, dalle small alle large, sempre in grado di esaltare i corpi e la femminilità.

Origini armene, Naira Khachatryan ha vissuto in Siberia non lontano dalla città di Vladivostok e studiato a Mosca, da molti anni abita in Italia e da 21 anni disegna per Lineapiu’. “Amo nelle mie creazioni la tridimensionalità che inconsciamente mi riporta alle prime creazioni di Elsa Schiaparelli, pull trompe - l’oeil lavorati ai ferri da donne immigrate dall’Armenia. Ma adoro l’Italia e il cinema Neorealista, fonte di ispirazione per la mia prima collezione, linee asciutte, pulite, con cui ho vinto nel ‘99 il concorso di Mittelmoda”.

“Ho immaginato per la mia collezione A/I abiti comodi, confortevoli, quasi una seconda pelle, sempre realizzati con filati pregiati - spiega la stilista di origine armena- con particolari distintivi, come la tridimensionalità realizzabile solo attraverso capi in maglia e un gioco sofisticato di punti, intrecci, incroci, sovrapposizioni”. La maglia va di moda anche tra le grandi signore della moda, come l’autorevole e temutissima direttrice di Vogue America, Anna Wintour, fotografata durante la pandemia al lavoro dinanzi alla su scrivania, con tuta da ginnastica e pull bordeaux a righe. “Anna Wintour ha sdoganato un certo modo di vestire - prosegue la stilista ospite di Altaroma- Ma è pur vero che la pandemia ci ha cambiati anche nel confronto con l’abito. Capo primordiale, quello ‘tessuto’, è sempre esistito dagli albori dell’umanità. In fondo la maglieria - conclude - è un’alchimia scultorea, con un’anima è una ‘personalità’ mutevole e dinamica”.

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