
"Di contractors in Ucraina, Crimea, Donbass, inviati sia da Mosca che da Washington, possiamo parlare già dall'inizio della crisi e ancora prima. Con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, l'indipendenza dell'Ucraina e la sua progressiva apertura verso l'occidente hanno portato a tutta una serie di privatizzazioni, questo anche in ambito di difesa e di sicurezza. La Russia stessa poi ha una grande tradizione di impiego di forze a contratto talmente radicata che fa parte della dottrina militare russa, storia che consiste proprio nell'inganno militare, nell'utilizzo di operazioni clandestine, disinformazione, propagande e contractors. Vero è che nel 2013 i principi di questa guerra basata sull'inganno militare sono confluiti nella dottrina Gerasimov che dà largo impiego a questi operatori privati e alla guerra ibrida". Lo dice all'Adnkronos Pietro Orizio, esperto di Analisi Difesa, che sui "soldati a contratto" ha scritto articoli e saggi.
"Arrivando ai giorni nostri, da novembre erano circolate voci e reciproche accuse - Mosca da una parte e Nato, Ucraina dall'altra - dell'impiego sul campo di questi operatori privati. Si parlava, a novembre appunto, di reclutatori del ministero dell'Interno russo che avrebbero cercato uomini da inviare nel Donbass in vista di una successiva invasione ucraina. Inizialmente - continua Orizio - si parlava di 120 uomini, tra mercenari, professionisti e veterani, da inviare in un campo di addestramento. A dicembre, addirittura, era il ministro della Difesa russo ad accusare gli occidentali, gli americani in particolare, di aver schierato nel Donbass dei propri uomini a contratto per creare un pretesto, utilizzando delle armi chimiche per aumentare l'escalation. Allo stesso modo, sempre a dicembre e a gennaio, il capo della milizia della Repubblica popolare di Donetsk aveva parlato di istruttori americani: notizia che potrebbe essere anche reale visto che la Nato, e comunque tanti paesi occidentali, utilizzano per addestrare le forze dei paesi alleati proprio questi contractor".
"Non credo che l'invasione russa, utilizzando i 190mila uomini di cui si parla, sia uno scenario così semplice da attualizzarsi - dice - piuttosto quello che non si è mai smesso di fare in questi anni in Ucraina, è l'utilizzo di questi contractor che si possono impiegare sul terreno uscendone ufficialmente puliti. Vengono attuate tutta una serie di restrizioni nei confronti dei familiari delle vittime, che non ricevono alcuna informazione e, all'occorrenza, vengono intimiditi e corrotti per non far circolare la notizia".
"Non esiste nemmeno una vera e propria definizione universalmente accettata di compagnia militare: chiunque può utilizzare mercenari. Non solo: c'é anche il fenomeno dei volontari, diversi italiani sono andati a combattere per i separatisti russi senza essere pagati. E' la guerra mai finita, dal 2014 le truppe ucraine hanno continuato ad affrontare dei separatisti, gente comune che dà filo da torcere. Una guerra portata avanti da realtà che ufficialmente non esistono, esseri 'mitologici' di cui parlano sempre più spesso i film ma che ufficialmente non esistono e con i quali il condizionale è d'obbligo".