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Ucraina, Camporini: "Fuga di notizie cambia poco per operazioni militari"

"Noto che Mosca e Kiev abbiano problemi di munizionamento, ma ora notizia è di largo dominio"

Ucraina, Camporini:
11 aprile 2023 | 12.35
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La fuga di notizie che ha messo pubblicamente a nudo il possibile esaurimento delle scorte militari dell'Ucraina "cambia poco dal punto di vista delle operazioni sul terreno". Lo dice all'Adnkronos il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare e della Difesa, commentando le possibili conseguenze dei documenti trapelati dal Pentagono.

"Che ci fosse un problema di rifornimento per quanto riguarda il munizionamento per entrambe le parti credo fosse una constatazione fatta sul campo già da qualche settimana", spiega Camporini, secondo cui è già stato scritto in più occasioni della "necessità" per l'Ucraina di "incrementare la produzione di proiettili, missili e quant'altro".

L'unico aspetto nuovo che emerge, secondo il generale, è il fatto che queste notizie "non di larga diffusione" - che però già circolano negli ambienti militari - diventino ora "più solide" perché messe nere su bianco in documenti classificati e rappresentino una "sorpresa" per il grande pubblico.

Secondo Camporini, il quadro che emerge dalla fuga di notizia non mette a rischio l'avvio o l'efficacia dell'annunciata offensiva ucraina di primavera, ma obbliga i pianificatori militari a rivedere in parte la loro strategia perché uno degli aspetti fondamentali delle operazioni di questo tipo, oltre alla potenza di fuoco, è "la sorpresa".

Sull'offensiva, invece, il generale rimarca che i russi si stanno preparando a sostenere quest'attacco, fortificando le posizioni a sud-ovest e creando una sorta di "linea Maginot del 21mo secolo. Sarà molto difficile sfondare queste linee, ma è difficile prevedere cosa succederà".

Camporini commenta infine un altro aspetto emerso dai documenti trapelati dal Pentagono ovvero che l'intelligence statunitense spierebbe i suoi alleati: ad esempio leader politici e militari ucraini e Seul. "E' una pratica sgradevole, ma già vista in passato e che attuano anche altri Paesi: i servizi di intelligence devono tutelare gli Stati di cui fanno parte e in questo ambito non c'è una condivisione delle informazione - come può avvenire ad esempio in ambito militare - ma lo scambio avviene solo su basi mercantilistiche: ti do un'informazione solo in cambio di un'altra", conclude.

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