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Social vietati ai minori di sedici anni: la svolta australiana

“È tempo di dire basta: i social media fanno male ai nostri ragazzi”, ha dichiarato il primo ministro Anthony Albanese

Social vietati ai minori di sedici anni: la svolta australiana
07 novembre 2024 | 10.55
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Il governo australiano si prepara a introdurre una legge senza precedenti per vietare l’accesso ai social media ai minori di 16 anni, come annunciato dal primo ministro Anthony Albanese. La misura potrebbe entrare in vigore già alla fine del prossimo anno e rappresenta una risposta ai crescenti allarmi sui rischi per la salute fisica e mentale dei giovani. L’Australia sta testando un sistema innovativo di verifica dell’età per impedire ai minori di creare account su piattaforme social. Questo meccanismo di controllo, il più rigido al mondo, include l’uso di metodi avanzati come la biometria e l’identificazione governativa, con l’obiettivo di far rispettare rigorosamente il limite di età. A differenza di altri Paesi che hanno implementato politiche per ridurre l’uso dei social media tra i minori, l’Australia stabilisce un limite d’età più elevato e non concede eccezioni per il consenso dei genitori o per account già esistenti.

“È tempo di dire basta: i social media fanno male ai nostri ragazzi”, ha dichiarato Albanese in una conferenza stampa. Il premier ha sottolineato come l’eccessivo utilizzo dei social network rappresenti un pericolo soprattutto per la salute mentale, con ripercussioni dannose sia per le ragazze, esposte a ideali di bellezza irrealistici, che per i ragazzi, che possono incorrere in contenuti misogini. “Immaginate di essere un ragazzo di 14 anni esposto a queste influenze in un momento così delicato della crescita,” ha affermato Albanese. “Stiamo ascoltando le famiglie e agendo di conseguenza.” L'iniziativa, tra le più severe mai tentate in ambito internazionale, si pone come obiettivo quello di frenare un fenomeno dilagante. Altri Paesi hanno già adottato misure per limitare l’accesso dei più giovani ai social, ma nessuno ha finora sperimentato sistemi di verifica dell’età così avanzati come quelli proposti dall’Australia.

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