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Quarantesima spedizione italiana in Antartide: ricerca e innovazione infrastrutturale

La missione, attuata da Cnr, ENEA e OGS, nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), coinvolge un team di 140 persone tra tecnici, ricercatori e ricercatrici in progetti riguardanti diverse discipline, tra cui glaciologia, climatologia, biodiversità e oceanografia

Quarantesima spedizione italiana in Antartide: ricerca e innovazione infrastrutturale
22 ottobre 2024 | 11.25
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La 40ª spedizione segna anche l'inizio degli studi di fattibilità per diversi interventi di riqualificazione delle basi antartiche italiane. " Grazie a un finanziamento straordinario messo a disposizione dal Ministero dell'Università e della Ricerca, nei prossimi 10 anni porteremo a termine tutta una serie di interventi per rinnovare e rendere più efficienti sia gli impianti di produzione dell'energia, sia le infrastrutture che ospitano il personale. Quest'anno eseguiremo i rilievi necessari a individuare le soluzioni tecnologiche più idonee all'ambiente estremo polare ", afferma Elena Campana, direttrice dell'Unità Tecnica Antartide dell'ENEA. Tra le novità, l'installazione di un nuovo osservatorio geomagnetico e l'ampliamento dell'impianto fotovoltaico presso la stazione Mario Zucchelli, con l'obiettivo di aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. I progetti di ricerca si concentrano su una varietà di discipline, tra cui glaciologia, climatologia, sismologia, geomagnetismo e biodiversità, riflettendo la diversità e la complessità degli ecosistemi antartici. Questi studi sono cruciali per la comprensione dei cambiamenti climatici e delle loro ripercussioni globali.

Le missioni italiane in Antartide, iniziate il 23 dicembre 1985, sono condotte nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) e gestito dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per il coordinamento scientifico, da ENEA per la pianificazione e l'organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi.

Tra le novità della missione, l'installazione di un nuovo osservatorio geomagnetico e l'ampliamento dell'impianto fotovoltaico presso la stazione Mario Zucchelli, con l'obiettivo di aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Mentre presso Concordia, stazione italo-francese situata sul plateau antartico, sono previste le attività della campagna estiva, che includono la realizzazione del primo modulo del nuovo summer camp e la prosecuzione del progetto internazionale "Beyond Epica Oldest Ice". Quest'ultimo, coordinato dall'Istituto di scienze polari del CNR, mira a tracciare l'evoluzione climatica degli ultimi 1.5 milioni di anni attraverso carotaggi del ghiaccio.

Le attività di ricerca della campagna scientifica si svolgeranno anche a bordo della nave Laura Bassi salpata in questi giorni verso la nuova Zelanda, dove arriverà a fine novembre passando per il Canale di Panama, dopo 50 giorni di navigazione. La nave inizierà poi il suo viaggio verso l'Antartide il 9 dicembre con a bordo 28 unità di personale tecnico-scientifico, oltre a un equipaggio navigante di 23 membri, per fare ritorno a Lyttelton il 19 gennaio. A fine gennaio la rompighiaccio partirà nuovamente dalla Nuova Zelanda per la seconda parte della missione in Antartide che terminerà all'inizio di marzo 2025. "Dopo cinque campagne di successo in Antartide, la Laura Bassi giunge quest'anno alla sua sesta missione", spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS. "Siamo estremamente soddisfatti delle attività svolte e, grazie ai lavori apportati a bordo e alla collaborazione tra l'equipaggio, il personale tecnico e quello scientifico, abbiamo garantito il massimo supporto alle attività di ricerca oceanografica e geofisica, fornendo un apporto significativo alla comunità scientifica nazionale e internazionale".

Le Forze Armate partecipano alla spedizione con 17 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri. Affiancheranno sul campo i ricercatori e le ricercatrici durante tutto il corso della spedizione, rendendo possibili e sicure sia le campagne esterne sia quelle subacquee, ma anche le operazioni aeree grazie alle competenze dei meteo previsori e dei controllori di volo. Inoltre, l'Aeronautica Militare assicurerà grazie al C-130J della 46ª Brigata Aerea i collegamenti tra Christchurch (Nuova Zelanda), la stazione italiana "Zucchelli" e quella statunitense di McMurdo, provvedendo al trasporto di materiali, mezzi e personale. Alle attività parteciperanno anche due componenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

crediti immagine PNRA

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