Portiere di 13 anni aggredito da genitore avversario, il papà: "Ho temuto lo uccidesse"

L'episodio è accaduto al termine di una partita di un torneo giovanile. L'Aia: "Atto vile e inqualificabile"

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02 settembre 2025 | 11.53
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Un giovane portiere di 13 anni è stato aggredito ieri dal padre di un calciatore della squadra avversaria al termine di una partita di un torneo giovanile. "Io, mingherlino, contro quella montagna alta due metri che prendeva a pugni mio figlio. Ho temuto che lo uccidesse". È il racconto che Angelo, padre di Thomas, 13 anni, massacrato al torneo Super Oscar di Collegno, ha affidato a Salvo Sottile pubblicato su 'Lettere dal Farwest'. "Era iniziata come una zuffa da ragazzini - aggiunge - Uno spintone, qualche parola di troppo, un pugno volato e mio figlio che ha risposto. Cose che succedono a quell’età, lo sport è anche questo: si litiga, ci si scalda, poi si torna a casa e si pensa già alla prossima partita. Avrebbe dovuto finire lì. Invece no".

L'Associazione Italiana Arbitri esprime solidarietà e definisce il fatto "un atto di violenza che deve essere condannato da tutti coloro che si riconoscono nei valori sani che lo sport deve rappresentare". "La violenza è un problema sociale che si deve combatte tutti insieme.", ha detto il Presidente dell'Associazione Italiana Arbitri Antonio Zappi, "A nome degli arbitri italiani, vittime talvolta di episodi analoghi, desidero rivolgere a questo giovane portiere tutta la nostra solidarietà. Definiamo inqualificabile e ingiustificabile l'aggressione, subita per mano del padre di un suo coetaneo, in una giornata che doveva essere di solo divertimento. Un atto vile, compiuto nei confronti di un minore, che deve essere condannato da tutto il mondo sportivo".

La società: "No sovrapposizione con immagine di singolo"

“Il risalto mediatico che è conseguito ai fatti di domenica scorsa sta conducendo a una narrazione che vede sovrapporre l’immagine della Asd Csf Carmagnola Queencar a quella di un individuo che, in piena autonomia e fuori da qualsiasi possibilità di controllo da parte dell’associazione, ha agito come si osservato, quale che sia stata la ragione scatenante”. Così in un comunicato pubblicato sui social il club calcistico di Carmagnola.

“Tale sovrapposizione, che si rigetta fermamente, sta vanificando i risultati di anni di intenso lavoro di trasmissione di valori di coloro quali, quotidianamente, agiscono per portare avanti la propria passione sportiva, dagli atleti, alla dirigenza ai preparatori atletici”, conclude nella nota la società che “esprime nuovamente il proprio rammarico e distacco da quanto accaduto”, sottolineando che “la violenza non deve accostarsi allo sport”.

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