
Il tennista serbo ha perso, a sorpresa, contro Mensik nella finale del Masters 1000 di Miami
Novak Djokovic dovrà rimandare il suo appuntamento con la storia. Il titolo numero 100 della carriera, la sua scalata nella classifica dei tennisti più titolati di sempre, è sfumato a Miami, dove il giovane Jakub Mensik, ceco cresciuto proprio nel mito di Nole, lo ha battuto in finale con un doppio 7-6. In pochi si aspettavano un'impresa del genere, considerando che Djokovic stava giocando il miglior tennis dell'ultimo anno, finalmente libero dai problemi fisici che ne hanno condizionato il passato recente, e sul cemento della Florida non aveva perso nemmeno un set.
Nole però si è scontrato, ancora una volta, con una nuova generazione di tennisti che non trema di fronte alla storia, ma la affronta con sfrontatezza e poca riverenza. La sua caccia al centesimo titolo, ora, assomiglia tanto a una maledizione, proprio come quella che gli ha fatto abbandonare il sogno 'Grande Slam', o quella spezzata lo scorso agosto, quando è riuscito finalmente a vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Parigi.
Il centesimo titolo Atp da tempo occupava la mente di Djokovic: "Da quando ho vinto il titolo numero 99, alle Olimpiadi di Parigi, ho sempre giocato pensando a vincere il numero 100", aveva rivelato in conferenza stampa a Miami, ammettendo però le difficoltà, con il passare degli anni, di lottare ai massimi livelli. In molti nella sue parole avevano visto un ritiro ormai all'orizzonte, quello che traspare per certo è la frustrazione, per uno come lui, nell'arrendersi al trascorrere del tempo e ai nuovi astri nascenti del tennis mondiale.
Tutto, o quasi, è iniziato nel 2023, in semifinale di Coppa Davis. Nel secondo singolare contro l'Italia, giocato con Jannik Sinner, Djokovic si vide annullare tre set point e ribaltare la partita, vinta dal numero uno del mondo. L'eliminazione che ne seguì, dopo una nuova sconfitta in doppio contro l'altoatesino e Sonego, segnò Djokovic, tanto che il suo ex fisioterapista ammise che quello fu il momento in cui nacque la sua antipatia per Sinner. Da quella semifinale Novak non riuscì più a vincere un torneo Atp. Perse la finale di Shanghai, ancora una volta contro Sinner, e un problema fisico lo costrinse al ritiro nella semfinale degli Australian Open contro Alexander Zverev.
Di maledizioni, Novak Djokovic, in carriera ne ha vissute varie. Per molto tempo le Olimpiadi sono rimaste l'unico trofeo mancante nella bacheca del serbo: a eccezione dei Giochi di Rio del 2016, dove fu eliminato al primo turno, Nole si era presentato a Parigi con tre semifinali perse su quattro partecipazioni. Mai una finale, mai un trionfo. Alle Olimpiadi 2024 però Djokovic riuscì finalmente a vincere su Carlos Alcaraz e portare a casa finalmente la medaglia d'oro, che gli ha permesso di completare il 'Career Golden Slam', ovvero la vittoria, nell'arco della carriera, di tutti e quattro i tornei Slam più le Olimpiadi.
Il sogno di Djokovic però è sempre stato un altro. Il serbo ha inseguito, fin qui invano, il 'Grande Slam', la vittoria di tutti gli Slam in un'unica stagione. Nella storia soltanto cinque tennisti, tra uomini e donne, sono riusciti nell'impresa: Don Budge (nel 1938 da dilettante), Rod Laver (unico a riuscirci per due volte, prima da dilettante nel 1962 e poi da professionista nel 1969), Maureen Connolly (nel 1953 da dilettante), Margaret Smith Court (1970) e Steffi Graf (1988, l'unica nella storia a completare il 'Golden Slam', vincendo quindi i quattro Slam e le Olimpiadi nella stessa stagione).
Djokovic ha sfiorato più volte il 'Grande Slam'. Nel 2021, dopo aver vinto Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, fu clamorosamente battuto in finale da Daniil Medvedev agli US Open. Le lacrime durante la premiazione del russo hanno rivelato la fragilità di Nole, che alla vigilia aveva indicato proprio il Grande Slam come il "risultato più grande della mia carriera". Il serbo si arrese a un passo dal traguardo anche nel 2023, anno in cui vinse Australian Open e Roland Garros, ma fu sconfitto da Carlos Alcaraz in finale a Wimbledon. Ora, a Miami, un'altra delusione a un passo dalla storia.