Il presidente Barelli all'Adnkronos: "Rispetto delle norme da parte di tutti, non si capisce come mai sono state individuare proprio queste categorie"
"Sono perplesso su come è stata posta ieri in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte la questione delle piscine e delle palestre, perché non vanno ammucchiate”. Non usa mezzi termini il presidente della Federnuoto Paolo Barelli, sentito dall’Adnkronos in merito al nuovo Dpcm in vigore dal 19 ottobre, sulla probabile chiusura di palestre e piscine se non vengono rispettati i protocolli.
"E’ chiaro che si debba approfondire la questione, cercando di capire chi ha dato quelle determinate informazioni a chi di dovere", il riferimento, ancora una volta, è alla frase che il premier ha pronunciato ieri e secondo cui ci sono degli impianti che ancora non sono a norma.
"Tutti i gestori di piscine - continua il numero uno della Fin - hanno speso centinaia di migliaia di euro per mettersi al passo con le regole, tramite sanificazioni, prenotazioni, ingressi contingentati, dietro c’è un costo enorme. C’è sempre stato il rispetto delle norme da parte di tutti, non si capisce come mai si è andati a individuare proprio queste categorie”.
“Siamo in attesa di capire e abbiamo chiesto un nuovo incontro con il ministro per le Politiche giovanili e lo sport, alla presenza anche del ministro della Sanità e dei membri del Cts, questo perché chiariscano quali sono i protocolli per la fruizione degli impianti natatori, se sono validi. Non bisogna essere generici e colpire solo coloro i quali non si possono difendere, non si deve mettere un’intera categoria nel banco degli imputati”, ribadisce Barelli.
“C’è il dubbio, se non addirittura la certezza, che si dovesse chiudere qualcosa e si è deciso di farlo con chi ha meno potere”, conclude il presidente della Federnuoto.