L'ex patron del festival all'Adnkronos: "Se anche ci fosse un'asta, solo la Rai sarebbe in grado di vincerla"
Il rischio che la Rai perda il festival di Sanremo "non è affatto una bomba, è una bufala". Lo assicura all'Adnkronos Adriano Aragozzini, commentando il clamore sulla sentenza del Tar della Liguria che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai dell’organizzazione del Festival della Canzone Italiana, disponendo che dal 2026 il Comune di Sanremo indica una gara pubblica.
Aragozzini, patron del festival dall'89 al '91 e per anni produttore esecutivo della kermesse, oltre che grande esperto della macchina festivaliera. "Intanto, ci sarà sicuramente un appello della Rai al Tar, e dopo l'appello credo che ci sia anche un'ulteriore possibilità della tv di Stato di appellarsi ulteriormente", spiega Aragozzini.
Ma ci sarebbe un altro elemento ancora più importante. "Facciamo l'ipotesi che questa situazione dovesse andare avanti fino a che si debba stabilire chi debba prendere in mano il festival. A quel punto è il Comune di Sanremo, che è proprietario del marchio del festival, che decide, ed è libero di darlo a chi gli pare", analizza Aragozzini. "E a quel punto, a chi sceglierebbe di darlo? Mi sembra chiaro che lo darebbe comunque sicuramente alla Rai, perché è l'unica azienda che può permetterselo, non solo dal punto di vista economico, ma anche per il background che ha".
In sostanza, sottolinea l'ex patron del festival, "se si arrivasse per assurdo ad un'asta, verrebbe vinta a mani basse dalla Rai, perché solo la Rai ha l'esperienza necessaria per gestire la macchina organizzativa di una cosa così complessa come il festival, con i suoi settant'anni di esperienza e i grandi risultati ottenuti, ben difficili da ripetere".