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Sanremo 2024, Santi Francesi: "Romantici? Amore era tabù, poi ci siamo innamorati anche noi"

Il duo per la prima volta al festival con 'L'amore in bocca'

Santi Francesi (Fotogramma/Ipa)
Santi Francesi (Fotogramma/Ipa)
04 febbraio 2024 | 15.44
LETTURA: 4 minuti

“Noi romantici? Non ci avremmo mai pensato. Fino a pochi anni fa la parola amore era quasi un tabù per noi, dirla ci faceva quasi schifo. Però, poi, succede a tutti gli esseri umani quel qualcosa che dà senso a tutta l’esistenza, ovvero di innamorarsi, quindi sti cavoli”. Parlano a ruota libera con l’Adnkronos Alessandro De Santis e Mario Francese, ovvero i Santi Francesi, che dopo aver vinto nel 2022 X Factor sono in procinto di partire per la loro prima esperienza al festival di Sanremo dove - scelti tra i concorrenti di Area Sanremo - porteranno il brano ‘L’amore in bocca’. Unico brano in gara con la parola ‘amore’ nel titolo, ma in un gioco di parole apparentemente malizioso.

“Siamo fan dell’idea che spesso la malizia stia in chi ascolta e in chi guarda”, dicono. Ma spiegano: “Il titolo nasce da un errore: lo stavo scrivendo in una nota sul telefono e mi ha corretto ‘l’amore’ con ‘l’amaro’. Ci siamo divertiti e incuriositi su questa espressione, e l’abbiamo lasciata”. Il pezzo “viene fuori per caso in una sessione con Cecilia Del Bono (vocal coach Epic Records, ndr). Sul significato, noi tendiamo sempre a lasciare porte aperte, perché ciascuno colga ciò che vuole. Sì fa riferimento comunque ad un significato prettamente romantico, quel momento in cui incontri una persona di cui palesemente ti stai innamorando, e quando se ne va la salivazione si azzera, e quello che dovevi dire ti rimane in bocca”.

Il brano, spiegano, “da un punto di vista emotivo e cognitivo rimane un mezzo mistero anche per noi. Scritto a sei mani con Cecilia Del Bono, quindi c’è una componente sia maschile che femminile, ed è abbastanza genderless. Da un punto di vista dell'arrangiamento invece è un biglietto da visita, anche se non troppo immediato. Fortunatamente Sanremo ti dà la possibilità di esibirti più volte”. Cosa ci aspettiamo da questo Festival? “Di base quasi niente, ma la speranza è di pescare in giro per l’Italia delle persone che abbiano voglia di andare oltre il primo ascolto, di scavare e andare più a fondo nel nostro mondo e avere voglia di venire a sentirci dal vivo”, dice Alessandro De Santis, fidanzato con l’attrice Matilda De Angelis.

Le prove con l’orchestra di Sanremo “sono state una cosa incredibile - raccontano all’Adnkronos - È la prima volta che suoniamo con un’orchestra. Già a Roma ci siamo sentiti accolti, una cosa molto flashante: all’Ariston ti senti un po’ meno solo, è un po’ più sicuro, come se stessi combattendo insieme a qualcuno, è un abbraccio in tutti i sensi”. Il rapporto con gli altri 30 big al momento non è intenso (“Noi ci stiamo infiltrando relativamente da poco nel panorama musicale italiano. Stiamo approcciando pian piano, al momento ancora non ci cag* nessuno”, scherzano).

E tra i concorrenti la stima in particolare va senz’altro “ai Negramaro perché sono l’artista che ho ascoltato di più, mi sono mangiato e divorato i loro album, ho rubato anche dal modo di scrivere di Giuliano che ha un modo molto visivo di scrivere. Ma anche Annalisa, e altri”, dice De Santis. Il duetto nella serata delle cover sarà con Skin, e i tre si esibiranno in un classico di Leonard Cohen, ‘Hallelujah’. “Io ho proposto a Mario Hallelujah sulla falsariga di Creep (il brano con cui hanno vinto X Factor nel 2022, ndr), prendere una canzone che non si può toccare e toccarla - spiega Alessandro - Un capolavoro che abbiamo sentito in un milione di versioni, abbiamo cercato di sfruttarne le sue sfaccettature più violente e contraddittorie”.

Il gruppo è notoriamente attento al look ed è trend setter. “Come ci vestiremo? Ci sarà il nero come colore che condurrà tutto quanto, in un'onda elegante con qualche tocco di pazzia. E qualche tulle, con un tocco di Ottocento”, rivelano. Per finire, un messaggio dei Santi Francesi al pubblico sanremese. “In ogni momento di ‘dittatura’, anche se non la si può definire tale ovviamente in senso letterale, crediamo ci debba anche essere una resistenza. E in qualche modo sentiamo che si sta formando una resistenza a ciò che è immediato e scontato. Vorremmo dire: vi preghiamo, non fermatevi al primo impatto. È incredibile quanto ci si possa stupire ascoltando con attenzione”. (di Ilaria Floris)

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