
L'8 marzo il contest sammarinese dove l'artista è in gara con il brano 'Solo fantasia'. "Quando ho vinto Sanremo 2009 l’Italia non partecipò all’Eurovision", racconta il cantante che ora si candida a rappresentare il piccolo Stato
Marco Carta è carico per la finale del San Marino Song Contest. L'artista sardo, in gara con l'inedito ‘Solo fantasia’, che presenterà per la finalissima dell'8 marzo in diretta su San Marino Rtv e RaiPlay, potrebbe così avere una seconda chance per partecipare all’Eurovision. Già perché, dal 1994 al 2010 (fatta eccezione per il 1997 con i Jalisse) l’Italia per scelte editoriali non prese parte alla competizione europea. "Quando ho vinto Sanremo 2009 l’Italia non partecipò all’Eurovision. L’ho scoperto solo qualche anno più tardi. In quel momento ero così felice di aver vinto il festival che non me ne sono accorto”, racconta Carta all’Adnkronos che adesso si candida a rappresentare San Marino.
Per la finale di sabato "sono prontissimo. Anzi direi, bello carico”, dice Marco che sul brano racconta: “E’ un inedito che ascolterete per la prima volta sabato”. Punta dunque sull’effetto sorpresa e non teme il confronto con i brani già noti come quello di Gabry Ponte ‘Tutta l’Italia’, colonna sonora di Sanremo 2025. "E’ un pezzo su cui punto tanto e confido nella giuria tecnica. Credo che sappia valutare il brano al di là della popolarità e individuare la canzone più adatta per l'Eurovision", dice. Insomma, “sono ottimista, ma non perché pensi di vincere. Sono positivo perché spero che da questa esperienza possa nascere qualcosa di bello. Magari le radio passeranno la canzone e diventerà un grande successo. Questo è ciò che mi auguro, al di là del risultato a San Marino: poter realizzare qualcosa di bello in cui credo e in cui ho investito tanto amore”.
La canzone, racconta Carta, “parla di un incontro passionale tra due persone in uno spazio e tempo indeterminati. L'evento potrebbe essere un sogno, un'illusione o realtà. Lo scopriremo solo dopo averlo vissuto a pieno. È un bell'incontro casuale che forse deve ancora avvenire”. Questa esperienza segna un semi-ritorno per l’artista che mantiene comunque una continuità artistica ma “sarei felice se fosse un ritorno a pieno titolo, perché da anni cerco di fare cose più importanti. Non è facile, dopo 17 anni di carriera con alti e bassi. È bello però poter dire di aver vissuto diverse fasi, senza sapere cosa mi riserva il futuro”.
In questi anni Marco ha raggiunto una maggiore consapevolezza sia personale che professionale: “Prima puntavo a un obiettivo, una volta raggiunto, passavo subito al successivo. Se c'era un momento negativo, mi abbattevo. Ora ho capito l'importanza di apprezzare e godersi il percorso, come i bambini che dovrebbero assaporare ogni regalo invece di scartarli frettolosamente. Quando raggiungo un obiettivo, ora mi prendo il tempo di godermelo. Poi, certo, alzerò l'asticella e punterò a un nuovo traguardo”.
Diciassette anni fa la vittoria ad 'Amici' di Maria De Filippi: “Eravamo carini con la nostra felpa azzurra, che chiamavamo ‘pigiama’. Si percepiva la nostra inesperienza davanti alla telecamera. Trovo che fosse una cosa dolce, perché il pubblico si immedesimava in noi, ragazzi che sapevano cantare ma non stare in tv. Oggi i concorrenti sono sicuramente più preparati, forse anche grazie ai social. Fare gavetta oggi significa anche esercitarsi nella propria cameretta davanti alla telecamera, grazie ai social. Il fatto di rivedersi sullo schermo aiuta a capire come muoversi, perché si impara come una determinata azione viene percepita attraverso l'obiettivo”.
Con Maria De Filippi è rimasto un bel rapporto: "Ogni tanto capita di sentirsi. Non spesso, ad essere sincero, ma ci si scambia saluti e gesti d'affetto. Lei è sempre presente ed io provo un affetto enorme. Devo solo ringraziarla per l'opportunità che mi ha dato”. E anche con gli allievi di quella edizione è rimasto in contatto: “Abbiamo una chat di gruppo Amici 7, come quella dei compagni di scuola. È stato un periodo bellissimo”. di Loredana Errico