
Il documentario 'Pino' è un'immersione nella vita dell'artista tra interviste e materiale d'archivio, in sala il 31 marzo, l'1 e il 2 aprile
"Pino Daniele ci lascia un'enorme eredità culturale, artistica e musicale ma per me era importante raccontare l'uomo dietro l'artista nei suoi aspetti positivi e negativi, forse non è mai stato fatto". A dirlo all'Adnkronos è il regista Francesco Lettieri, che torna con il documentario 'Pino', nelle sale come evento speciale il 31 marzo, l'1 e il 2 aprile (prodotto da Groenlandia, Lucky Red e Tartare Film, in collaborazione con Netflix e TimVision), a 70 anni dalla nascita e a 10 anni dalla scomparsa dell'artista. "Pino non se n'è mai andato, è rimasto nella città di Napoli e tra i suoi vicoli. Quando mi capita di camminare tra le strade della città le sue canzoni continuano a risuonare in ogni angolo", dice il regista, "bisognerebbe capire se questo santino di Pino che se n'è fatto oggi rispetti effettivamente il valore artistico di quello che ha significato per Napoli, per la musica e per l'Italia intera".
Pino Daniele è stato tante cose. Un cantautore, una rockstar, un’icona pop, ma anche un compagno di banco, un amico sincero, un marito, un padre, un napoletano certo, ma innamorato della Toscana, di Roma e di Milano. Un concentrato di italianità che però fuggiva gli stereotipi e cercava ossigeno nei musicisti di tutto il mondo. Accompagnato dalle musiche di Pino, tra cui l'inedito 'Tien 'mmano', questo documentario (in anteprima il 28 marzo al cinema Metropolitan di Napoli) è il tentativo di raccontare tutto questo, partendo dalla sua musica, dalle sue canzoni, dai suoi esperimenti, fino ad arrivare a un inedito nascosto. "Ho creato una struttura su tre linee narrative: c'è una parte biografica, in cui si racconta la sua storia con i materiali di archivio inediti che scavano un po' nella sua vita privata, nel profondo di Pino e nel suo animo; poi c'è una parte più recente in cui il giornalista e critico musicale Federico Vacalebre si mette alla ricerca di quello che resta di Pino e si rende conto che forse non se n’è mai andato". E lo fa attraverso le interviste a vari personaggi: Fiorella Mannoia, Jovanotti, Vasco Rossi, Loredana Bertè, Rosario Fiorello, James Senese, Rosario Jermano, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Enzo Avitabile, star internazionali come Eric Clapton e Chick Corea e poi amici di infanzia, parenti e discografici.
Infine, "c'è una linea è più lirica - spiega Lettieri - sono dei videoclip di alcune canzoni vecchie di Pino che non avevano video perché all'epoca non si facevano. In qualche modo, questi piccoli cortometraggi musicali raccontano delle storie", spiega Lettieri, già alla regia de 'Il segreto di Liberato' che ripercorre i concerti del cantautore la cui identità è sconosciuta. "Oltre a condividere la napoletanità, l'arte di Pino e Liberato punta sempre a fare qualcosa che abbia un valore non solo per Napoli e per l'Italia ma anche al livello internazionale", conclude.(di Lucrezia Leombruni)